Palazzo bruciato, degrado sociale e ambientale

ALGHERO – Sono passati tre anni e il palazzo bruciato è ancora là. Un simbolo al degrado nel principale ingresso di Alghero, località turistica. A questo, com’è evidente, si aggiunge la disgrazia di chi attende da tutto questo tempo delle risposte e una nuova casa. Proprio i proprietari e residenti, oramai allo stremo, inviano uno scritto all’Amministrazione Comunale affinchè ascolti le loro ragioni e contribuisca a far terminare questo incubo che, come detto, riguarda anche tutta la comunità algherese visto lo scempio estetico e anche ambientale in uno dei luoghi di maggiore transito della Riviera di Corallo

“Dopo l’incendio del 18 luglio 2017 in via Vittorio Emanuele ad Alghero. 81 appartamenti bruciati. Più di 145 persone private della loro abitazione. 3 anni di deportazione vissuta senza alcun sostegno da parte delle istituzioni. 3 anni in cui due proprietari, Nicolino Doro e Francesco Piras, due nostri compagni nella perdita e nella condizione di sfollati, sono deceduti prima di poter di poter vedere l’inizio dei lavori di ricostruzione”.

“giorni di sofferenza per donne, anziani, bambini, malati e uomini, che hanno perso a causa di un incendio colposo il bene primario per cui hanno fatto immensi sacrifici. 36 mesi di affitto in alloggi di fortuna, di rate di mutuo pagate senza sapere se la porta del proprio appartamento si riaprirà mai, tutto a proprie spese. Decine e decine di migliaia di euro bruciati che si sommano a tutto ciò che è andato distrutto nel rogo. Decine di persone senza l’assistenza psicologica necessaria dopo un trauma così grave, senza una risposta chiara sul futuro da parte di nessuno.”

Questo è stato il nostro tempo. Ora è il tempo delle risposte. 

I FATTI E LA BATTAGLIA LEGALE

A seguito del devastante incendio durato 18 ore tra la notte del 18/07/2017 e il pomeriggio del 19/07/2017 , 51 famiglie ,ancora oggi, vivono nella deportazione e nella disperazione.

Nella notte del 18/07/2017 si sono sviluppate delle fiamme dal magazzino del negozio “Risparmio casa”, (situato al piano interrato) che si sono poi propagate al piano commerciale coinvolgendo tutto lo stabile devastandolo e rendendolo inagibile. L’incendio è durato quasi 18 ore. Inizialmente sembrava che attraverso la coesione di tutti i proprietari e affittuari fosse possibile una ricostruzione in breve tempo, ma la burocrazia ha rallentato questo spirito collaborativo e non ha permesso di portare avanti speditamente la ricostruzione.

La curia vescovile, il Centro di Ascolto di Alghero, i Volontari del Rosario, privati cittadini e altre associazioni di volontariato si sono impegnati con noi in una raccolta fondi, volta ad ammortizzare per il primo periodo le spese che con il tempo sono cresciute in modo esponenziale.

Le famiglie hanno dovuto fin da subito provvedere personalmente ad esborsare di tasca propria affitti in case di fortuna per i proprietari, aumento del canone rispetto a quello che pagavano precedentemente per gli affittuari, spese per le  perizie di parte e del tribunale volte ad ottenere la quantificazione dei danni: “solo le perizie ammontano a spese di quasi 20mila euro (già pagati dai condomini) e a ciò si aggiungano ulteriori spese di 52mila euro non ancora sostenute”.

LE RICHIESTE ALLE ISTITUZIONI DEL COMITATO DELLE FAMIGLIE

  1.  Chiediamo che le Istituzioni interagiscano con il Tribunale Civile e con i Periti affinché termino i loro lavori peritali e si arrivi quanto prima a sentenza;
  • Chiediamo che le Istituzioni si facciano portavoce della nostra condizione nei confronti delle compagnie assicurative per avviare, celermente, la liquidazione dei danni per procedere in modo spedito alla ristrutturazione/ricostruzione del palazzo;
  • Chiediamo l’estensione dell’ordinanza comunale n°241 del 02/08/2017 e n° 326 del 25/10/2017, che possa essere sostenuta e coadiuvata finanziariamente dalla Regione. Si allega copia delle suddette ordinanze;
  • Chiediamo al Banco di Sardegna che dia la possibilità alle persone deportate di avere dei mutui o prestiti agevolati, ciò avverrebbe con l’intervento della Regione Autonoma della Sardegna, la Provincia di Sassari e il Comune di Alghero;
  • Chiediamo che il Banco di Sardegna – avendo l’ipoteca sugli immobili di proprietà della SO. FIN. GI COSTRUZIONI per quote condominiali pari al 65% – di anticipare le spese di messa in sicurezza e ripristino dello stabile, salvo rifarsi sui responsabili dell’incendio e sulle loro assicurazioni;
  • Chiediamo che almeno due rappresentanti delle famiglie possano intervenire straordinariamente, all’interno del Consiglio Comunale di Alghero per portare le testimonianze e le richieste dei deportati e che questa discussione sia resa pubblica. Chiediamo che altrettanto possa essere fatto straordinariamente all’interno del Consiglio Regionale;
  • Chiediamo alle Istituzioni che ci sia un intervento in termini finanziari da parte delle Istituzioni, che ci permetta di affrontare: le spese di affitto dei nuovi alloggi di fortuna, il pagamento mensile del mutuo per chi ha un debito in essere con la banca (concedendo diritto di rivalsa sui responsabili e sulle loro assicurazioni);
  • Chiediamo al Comune di Alghero l’organizzazione di eventi per sensibilizzare raccolte fondi a sostegno delle famiglie.