“Nautica e non solo, la Gallura corre, il Nord Ovest e’ impantanato”

ALGHERO – “Mentre la costa di Olbia registra numeri da record con 960 superyacht – 135 in più rispetto al 2024 – la costa ovest della Sardegna, da Bosa a Castelsardo passando per Alghero e Porto Torres, continua a non esprimere le proprie potenzialità, pur essendo altrettanto ricca di bellezza.
La Gallura è la locomotiva turistica dell’isola. Ha saputo costruire un sistema virtuoso che connette mare, servizi e aree interne, grazie alla visione illuminata del Principe Aga Khan. Un modello certo irripetibile, ma da cui trarre esempio e ispirazione. Alghero, un tempo “la porta d’oro del turismo sardo”, ha rallentato la propria crescita: le difficoltà dell’aeroporto hanno inciso profondamente su un sistema che per primo aveva creduto nella rivoluzione dei cieli, inaugurando, primi in Italia, il fenomeno dei voli low cost.
Anche sul fronte nautico le potenzialità sono enormi. Alghero ospita uno dei porti turistici più grandi del Mediterraneo, con operatori esperti e una solida tradizione marinara che conta 3000 posti barca, (ben il doppio dei 1416 di Cagliari, per usare un parametro di raffronto). Così come il polo cantieristico e distretto della nautica di Porto Torres baricentrico nel mediterraneo.
Eppure, mentre la Gallura accoglie yacht da tutto il mondo grazie a servizi di qualità e campi boe efficienti, ad Alghero si realizzano campi boe per piccole imbarcazioni, in netta antitesi col Piano Strategico della Portualità Turistica della Sardegna e la Legge regionale n.13/2021 sul “Riconoscimento dell’albergo nautico diffuso”, approvati la scorsa legislatura e che individuano la nautica come uno degli asset strategici di sviluppo.
Due milioni di euro del PNRR, che avrebbero potuto potenziare le infrastrutture costiere, sono stati impiegati per un progetto inutile per la tutela dell’ambiente, a zero redditività, ma dannoso per l’intero comparto nautico. E, nonostante l’ampio movimento civico che manifesta contrarietà, nessuna risposta è ancora arrivata a chiarire strategie, scelte dei siti e impatto economico. Inesistenti.
La Blue Economy, l’economia del mare, secondo un recente studio dell’Istituto Tagliacarne, vale 1,9 miliardi di euro, con 12.500 imprese e 40mila occupati. Nel Mediterraneo stazionano circa 5.000 yacht e mega yacht, vere industrie galleggianti che attivano una filiera enorme: dal meccanico al fioraio, dalla logistica all’agroalimentare.
La nautica è la quinta industria per fatturato in Sardegna, dopo Saras, Sarlux, Fiume Santo e grande distribuzione.
E il Mediterraneo, pur rappresentando solo l’1% dei mari del mondo, accoglie il 20% del traffico marittimo globale, confermandosi destinazione ideale per i superyacht.
Ecco perché investire in nautica, rafforzare la cantieristica, collegare i porti al territorio e puntare sulla formazione, mettendo in rete la Città Metropolitana di Sassari, scuola, Università di Sassari con il mondo delle imprese, rappresenta anche una risposta concreta allo spopolamento e alla fuga di giovani e meno giovani in cerca di lavoro, che possiamo creare in loco. Serve il coraggio che i galluresi hanno saputo esprimere e a cui dobbiamo guardare con rispetto. Non in competizione, ma al loro fianco. In una Sardegna che scelga finalmente il mare come risorsa di crescita, connessione e rinascita. Capace di trasformare l’insularità in una forza, non più in un limite”.

Michele Pais, consigliere comunale Lega