Mario Bruno: il PUC va ora adottato. Dovrà avere il nome di Zoagli. Sarà il piano della Città

ALGHERO – “Acquisito e presentato lo studio di Nomisma, il Consiglio Comunale potrà ora fare le conseguenti scelte sui principi che orientano il Piano Urbanistico Comunale per accompagnare finalmente il progetto alla sua adozione. E penso che l’Amministrazione possa e debba farlo presto, entro l’anno, acquisendo il lavoro già fatto.
Come noto, gli assetti ambientali, storico-culturali e insediativi contenuti nel piano sono frutto di un lungo processo di co-pianificazione tra la Regione e l’amministrazione comunale stabilito nel protocollo d’intesa firmato in data 30 luglio 2014. La proficua sperimentazione della nuova metodologia di confronto con la Regione ha assicurato, oltre al costante confronto con la struttura tecnica dell’Assessorato regionale, una notevole semplificazione e razionalizzazione delle complesse procedure ordinariamente stabilite per la definitiva approvazione dei piani urbanistici comunali e dei loro strumenti attuativi.
Costituiscono infatti parte integrante del piano gli elaborati relativi all’intero quadro della conoscenza validati dalla Regione fin dal marzo 2019. Oltre la metà del PUC è di fatto già approvato e non è modificabile se non con un nuovo processo di co-pianificazione. Da quel protocollo del 2014 è scaturito anche il Piano di valorizzazione e Conservazione dell’Area di Bonifica, l’adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano Paesaggistico Regionale, al Piano di assetto Idrogeologico e al Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, al preliminare del PUC. Tutti atti necessari, elaborati e approvati negli scorsi anni per adeguarsi alle norme nel frattempo entrate in vigore, che consentono però adesso di correre verso l’adozione e l’approvazione.
Il ringraziamento va agli assessori passati e presenti, Antonello Usai, Alessandro Balzani, Emiliano Piras e Roberto Corbia, per l’immenso lavoro fatto, ora da completare con l’istituzione dell’ufficio del piano, fino alla prossima adozione.
I fabbisogni abitativi e turistici, demografici e produttivi, indicano la prospettiva. Una città in cui la popolazione invecchia e si riduce, con tasso di natalità dello 0,8%, con circa 40.000 posti letto in seconde case, spesso vuote, e difficoltà a trovare case in affitto per le giovani coppie, tanto da far coniare lo slogan: “Case senza gente, gente senza case”. Una città però anche con grandi potenzialità che ha bisogno di nuovi investimenti strategici: dalla diversificazione economica, all’imprenditorialità, alla riqualificazione urbana, alle infrastrutture e ai servizi, anche turistici, ambientali e culturali, che possono renderla città di grande qualità della vita, tutto l’anno.
L’attuale amministrazione ha davvero l’occasione di rendere finalmente operativo il piano che Emilio e Paolo Zoagli hanno elaborato per conto dell’Amministrazione, di tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi trent’anni, affiancati da un team tecnico di consulenti, funzionari, architetti, urbanisti ed esperti che potranno ora condurre il Consiglio Comunale verso l’approvazione dello strumento urbanistico, a cui tutti potranno contribuire, maggioranza e opposizione, associazioni e cittadini.
Un piano moderno deve essere capace di aggiornarsi, di aggiungere o modificare parti della sua struttura per rispondere adeguatamente alle continue e alle volte imprevedibili condizioni del contesto economico e sociale, e questo percorso è l’anima di un progetto continuo di innovazione della città e della sua classe politica.
Ma ora va adottato.
Dovrà avere il nome di Emilio e Paolo Zoagli. Sarà il Piano Urbanistico della Città”

Mario Bruno

“Basta soldi regionali distribuiti senza bandi, petizione popolare”

CAGLIARI – Sardegna chiama Sardegna ha potuto visionare il contenuto dell’emendamento n. 2380 al disegno di legge n. 85 – Legge di Stabilità regionale 2025 – firmato dagli onorevoli Deriu, Ciusa, Loi, Porcu, Agus, Pizzuto e Di Nolfo, che modifica in profondità l’art. 13-bis (“Contributi e trasferimenti”) introducendo, ancora una volta, una gigantesca operazione di distribuzione di risorse pubbliche senza bando pubblico e valutazioni trasparenti. Negli allegati N e O si autorizza infatti l’erogazione di contributi a favore di un numero altissimo di soggetti – comuni, diocesi, parrocchie, associazioni culturali e sportive, enti religiosi, fondazioni, giornali – per un ammontare complessivo che supera i 178 milioni di euro in tre anni: 107.848.422 euro nel 2025; 32.920.500 euro nel 2026; 38.805.000 euro nel 2027.

Dichiarano gli attivisti di Sardegna chiama Sardegna: «La scelta compiuta dal Consiglio Regionale, come già denunciato nella nostra petizione popolare lanciata nell’autunno 2024 (che ha superato le 1.800 firme in poche settimane), non rappresenta una deviazione dell’era Solinas, ma si conferma la regola con cui centrodestra e centrosinistra, insieme, gestiscono la cosa pubblica. Non è possibile, né eticamente accettabile, che in una Regione con profonde disparità territoriali e sociali, importanti risorse di questa portata vengano stanziate sulla base di relazioni personali e appartenenze politiche, mentre comuni, enti e associazioni che non rientrano in queste reti restano esclusi da un giusto e meritato sostegno. Questo approccio alimenta squilibri concreti nei servizi ai cittadini: nella cultura, nelle infrastrutture, nelle attività sociali e nelle opportunità per i territori. Legittimare la distribuzione delle risorse pubbliche come una “mancia” utile a rafforzare il consenso di singoli consiglieri, invece che come strumento di trasformazione collettiva, svuota il significato stesso delle istituzioni.

Soltanto in pochissimi casi vengono finanziate leggi di settore ed interventi interni ad attività pianificate da tempo. Nella maggior parte, a rimetterci è l’interesse pubblico. Con questi 178 milioni si sarebbero potuti finanziare ulteriormente il Fondo unico per gli enti locali e rafforzare le leggi di settore: canali che garantiscono equità, trasparenza, stabilità. Scegliere di non usarli è una scelta politica, non tecnica, e va smascherata. Ribadiamo che il problema non è nei singoli nomi o progetti – molti dei quali senz’altro validi – ma nel metodo: progetti meritevoli vanno sostenuti attraverso fondi strutturali e stabili, non dentro operazioni clientelari legate all’arbitrio dei consiglieri. Questa pratica, già vista nel 2024 con i 39,5 milioni stanziati senza bando, conferma la necessità urgente di strumenti pubblici, accessibili e programmati».

Concludono gli attivisti: «Sardegna chiama Sardegna non si limita alla denuncia, ma rilancia con forza la propria petizione pubblica su Change.org per richiedere al Consiglio Regionale: lo stop alla distribuzione discrezionale dei fondi pubblici; l’istituzione di un “Fondo per il futuro” che finanzi nuove linee di intervento innovative e bandi pubblici ai quali tutte le associazioni e i comuni possano partecipare, senza favoritismi; la definizione di criteri oggettivi di valutazione che premino la sostenibilità e l’impatto dei progetti; fondi strutturali per associazioni e comuni, con regole chiare e uguali per tutti attraverso il finanziamento del Fondo Unico e delle leggi di settore con i bandi e i criteri già previsti.

Chiediamo alla Giunta Todde e a tutto il Consiglio Regionale di rompere finalmente questa spirale viziosa e clientelare, che tanti danni fa alla nostra Isola perché disperde le risorse pubbliche, senza alcuna logica unitaria e programmatoria. Scegliere un modello di spesa pubblica fondato sulla trasparenza, sull’uguaglianza e sulla valutazione dell’impatto reale dei progetti è oggi l’unico modo serio per restituire fiducia nei confronti delle istituzioni”.

Chi governa deve avere il coraggio di premiare non l’amico, ma la comunità».

www.sardegnachiamasardegna.eu

Decadenza Todde, l’avvocato e professore Fercia fa chiarezza (e non sono buone notizie per la Presidente)

ALGHERO – Non ha perso tempo, Riccardo Fercia, e, penna e carta alla mano, ha voluto fare chiarezza rispetto all’eventualità emersa sulla stampa che potesse lasciare il suo cruciale ruolo di difensore del Collegio di Garanzia che ha dichiarato decaduta la presidente Todde. Fercia è uno dei più stimati e bravi professionisti nel suo ambito e, nella sua lunga missiva, divenuta per sua intenzione comunicato stampa, illustra non solo le sue ragioni ma, con alcuni passaggi dirimenti, di fatto, ribadisce quanto emerso dalle sintesi edotte dal Collegio che vede la sua presidente, Gemma Cucca, andare in pensione. Fatto che, però, non cambia nulla nel percorso che, come spiega bene l’avvocato e professore Fercia, non può che vedere materializzarsi la decadenza della presidente.

“ALLA CORTE D’APPELLO DI CAGLIARI Collegio Regionale di Garanzia Elettorale, Lettera aperta al Presidente f.f. dott. Massimo Costantino Poddighe Comunicato ufficiale stampa Illustre Presidente, considerate le indiscrezioni di stampa apparse oggi, ritengo opportuno scrivere una lettera aperta alla S.V. Ill.ma, che consenta alcuni chiarimenti necessari anche a tutela della mia onorabilità professionale. Tale comunicazione, stante la situazione, valga altresì come mio comunicato stampa ufficiale. I. Il 3 aprile 2025, con la mia legittima partecipazione alla riunione, sono stato nominato difensore del Collegio di Garanzia tanto nel processo n. 477/2025 R.G. del Tribunale di Cagliari, quanto nel conflitto tra enti n. 2/2025 della Corte costituzionale. Il mandato mi è stato conferito il 4 aprile, e la mia costituzione in entrambi i processi è avvenuta in quella data. In precedenza, l’Ufficio si era avvalso della difesa personale della parte, rinunciando in un primo momento alla difesa tecnica, la quale, una volta adottata, esclude la prima in quanto si tratta di scelte alternative. Stamane è stato messo a mia disposizione dalla Segreteria un verbale, paradossalmente autenticato, da considerarsi però giuridicamente inesistente per difetto di sottoscrizione della Presidente emerita Gemma Cucca, che giustamente non ha ancora provveduto giacché la maggioranza dei componenti presenti, la cui posizione è stata addirittura confermata per iscritto, ha diritto alla precisa ed esatta aderenza di esso al perimetro della discussione e del suo esito. Tale verbale, una volta condiviso dalla Presidente emerita, l’unica a poterlo firmare, dovrà essere, in ogni caso, validamente acquisito agli atti trattandosi di un inderogabile adempimento di doveri d’ufficio inerenti a questioni di giustizia, che continuano a gravare, per continuità funzionale, sull’Ufficio di Presidenza. È in tale contesto, ad ogni modo, che l’Autorità ha valutato il parere dell’Avvocata Generale dello Stato secondo la quale il Collegio «deve considerarsi organo statale soltanto quando esercita le proprie funzioni in ordine alle elezioni del Parlamento italiano; non è più tale, invece, quando – com’è nel caso che qui viene in considerazione – svolge le sue funzioni di vigilanza in ordine alle elezioni del Consiglio regionale della Sardegna, ai sensi dell’art. 4, comma 1, della legge regionale n. 1 del 1994». Secondo me, è preferibile dire che è stato emanato un provvedimento imputabile all’Amministrazione regionale per avvalimento ai sensi dell’art. 4 della legge regionale n. 1/1994: in ogni caso il risultato non cambia, perché lo Stato, come ha chiarito la Cassazione (Cass. civ., sez. II, 12 luglio 2018, n. 18511; Cass. civ., sez. I, 24 luglio 2003, n. 11473), a priori non ha legittimazione passiva in questi casi, sicché la difesa erariale non può per legge intervenire né alla Consulta, né in Tribunale, e per la medesima ragione. Se ne traggono due corollari. Va da sé, per un verso, che il Collegio non può considerarsi organo statale davanti al Tribunale, e regionale davanti alla Corte costituzionale con riferimento allo stesso atto, e che, per altro verso, il parere dell’Avvocata Generale dello Stato vincola sul piano amministrativo ed erariale, oltre che la stessa Avvocatura Distrettuale di Cagliari per quanto previsto dall’art. 15 del Regio Decreto 30 ottobre 1933, n. 1611, anche il Collegio. L’unico interesse che ha sempre guidato e guida tuttora la mia condotta è quello istituzionale alla migliore difesa possibile del Collegio di Garanzia: il fatto che tale migliore difesa indirettamente tuteli, come è ovvio e naturale, anche la posizione di chi ha votato in favore dell’ordinanza lo scorso 20 dicembre non lo trasforma in un inesistente interesse personale. Rimarco, d’altra parte, il fatto che ho assunto entrambi gli incarichi a titolo gratuito e con l’esclusione finanche di qualsiasi rimborso di spese di eventuale trasferta, comunicando i mandati all’Università di Cagliari nel rispetto del nostro regolamento accademico: la difesa è solo proiezione dei doveri d’ufficio adempiuti con disciplina ed onore nei lavori del Collegio. Solo soggiungo come il ius postulandi dei professori ordinari a tempo pieno sia funzionale, come ha definitivamente chiarito Cass. civ., sez. un., 12 luglio 2004, n. 12874, ad assumere la difesa e la rappresentanza in giudizio delle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici e di organismi a prevalente partecipazione statale, sicché in ogni caso ho in entrambi i processi gli stessi poteri che avrebbe l’Avvocatura dello Stato se per assurdo potesse difendere organi e/o atti imputabili ad una Regione. II. A quanto mi è dato sapere, in attesa di formali comunicazioni, il Presidente f.f. Poddighe intenderebbe convocare per il 2 maggio p.v. una riunione avente, ben paradossalmente, lo stesso ordine del giorno di quella del 3 aprile, vale a dire la discussione sulla comunicazione dell’Avvocato Generale dello Stato e le conseguenti determinazioni in ordine ai processi in corso (in Tribunale e davanti alla Corte costituzionale). In quell’occasione, la dott.ssa Scarpa non era intervenuta per sua esplicita e motivata richiesta. Evidenzio, allora, che la disciplina del procedimento amministrativo preclude di per sé il riesame di atti e provvedimenti non solo già perfezionati, ma anche già eseguiti: i miei incarichi sono stati deliberati il 3 aprile ed il parere, vincolante per il Collegio e per l’Avvocatura Distrettuale, è stato acquisito a verbale; sulla base di tale affidamento ho proceduto alla costituzione in giudizio. Va poi detto pubblicamente che lo scorso 17 aprile ho depositato, in qualità di avvocato patrocinante il Collegio, una memoria tuttora in fase di accettazione ai fini dell’inserimento nel fascicolo. III. In questo quadro, mi giunge quindi l’indiscrezione, cui stento a credere, secondo la quale si vorrebbe affidare comunque la difesa, nonostante il parere contrario e vincolante dell’Avvocata Generale, all’Avvocatura Distrettuale dello Stato sulla base della ben singolare tesi secondo cui la Giunta regionale, che per di più versa in palese conflitto di interessi per aver deliberato l’impugnazione dell’ordinanza-ingiunzione davanti alla Consulta, avrebbe dovuto autorizzare il Collegio – senza tener conto del fatto che si tratta di un’Autorità amministrativa indipendente – a costituirsi personalmente in giudizio o comunque tramite un avvocato del libero Foro, e dunque in ultima analisi ad escludere il patrocinio dell’Avvocatura dello Stato. Nondimeno, se la legge non consente all’Avvocatura dello Stato di difendere organi e/o provvedimenti regionali, la questione a priori non può porsi. Fra l’altro, a sostenere una siffatta tesi si arriverebbe a dire che la Giunta, presieduta dalla ricorrente, dovrebbe autorizzare le modalità difensive dell’Autorità, finanche controllandone la nomina del difensore. Tutto questo sarebbe semplicemente assurdo: il conflitto d’interessi sarebbe macroscopico, e vizierebbe radicalmente la delibera stessa. IV. Rivolgo, ora, pubblicamente una domanda alla dott.ssa Todde, auspicando che qualsiasi consigliere regionale, di qualunque fede politica sia, se davvero ha a cuore la trasparenza, proceda a sua volta con un’interrogazione consiliare: è vero o no, Presidente Todde, che, a seguito della comunicazione di notizia di reato che risulta dall’ordinanza ormai accessibile on line a chiunque, Ella avrebbe nominato come difensore uno dei migliori avvocati penalisti di Cagliari, cioè il Collega avv. Guido Manca Bitti, che peraltro è proprio il marito dell’avv. Lucia Salis, cioè l’Avvocata distrettuale dello Stato? Se davvero l’Avvocatura Distrettuale disattendesse il parere dell’Avvocata Generale; se il Collegio il prossimo 2 maggio deliberasse la difesa tramite tale Ufficio; se Lei avesse nominato il marito dell’avv. Lucia Salis, allora sarebbe come se io assumessi la difesa di un cliente assistito dallo studio legale della mia compagna. Considerata la rilevanza della carica, sarebbe forse importante un chiarimento da parte Sua. V. Muoviamo però di nuovo dal parere dell’Avvocata Generale dello Stato. Se uno degli avvocati in servizio presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Cagliari si costituisse in mia vece, per di più disattendendo contra legem quel parere, egli non avrebbe il ius postulandi e depositerebbe atti nulli, in grave detrimento degli interessi dell’Ufficio, attualmente presidiati dal mio impegno gratuito, con tutte le conseguenti responsabilità del caso, che non sto qui ad elencare in una lettera aperta, e che comunque Lei, Presidente Poddighe, ben conosce. La medesima considerazione, se vogliamo a fortiori, può certamente svolgersi qualora si costituisse un avvocato dell’Ufficio legale della Regione, giacché quello stesso Ufficio ha notificato al Collegio, prima della scadenza del termine per la costituzione nel giudizio davanti al Tribunale, il ricorso alla Corte costituzionale (preceduto da una mozione del Consiglio regionale e da una delibera di quella Giunta che, per assurdo, dovrebbe ‘autorizzare’ la modalità di difesa dell’Autorità) contro il provvedimento che avrebbe dovuto invece difendere, cioè appunto l’ordinanza-ingiunzione votata il 20 dicembre con il parere contrario dei dottori Alterio, De Luca e Asuni. Per me l’Avvocatura regionale è oggi in irrimediabile conflitto d’interessi, esattamente come la Giunta. In definitiva, contrasta macroscopicamente con l’interesse sostanziale e processuale del Collegio di Garanzia qualsiasi modifica della delibera del 3 aprile, in quanto concretamente idonea a pregiudicarne gravemente la posizione processuale attuale. VI. Infine, la mia difesa, sul piano tecnico, è un’operazione economicamente in house nella chiave del diritto eurounitario degli appalti: la prestazione che provenga dallll’interno dell’Amministrazione, tanto più se gratuita, non richiede alcuna gara di sorta, come tutti ben sanno. 3 Per nominare un avvocato esterno di libero Foro, quand’anche – come chiarito dall’ANAC – accettasse di patrocinare gratuitamente, occorrerebbe invece una gara d’appalto e, soprattutto, la dimostrazione di un curriculum migliore del mio, pur considerando assorbente il fatto che la legge a priori preclude il riesame di provvedimenti già perfezionati ed eseguiti. VII. Conclusivamente, confermo la mia disponibilità a difendere la Corte d’appello sia davanti al Tribunale, sia davanti alla Corte costituzionale. Non rinuncio al mandato né davanti al Tribunale né davanti alla Corte costituzionale. Sia il Collegio di Garanzia, semmai, a revocarmi i mandati alla riunione del 2 maggio p.v., motivandone le ragioni, per me inesistenti, come impone la legge sul procedimento amministrativo. Io parteciperò alla riunione. In ogni caso, un tale ipotetico esito non sortirebbe comunque l’effetto di precludermi di portare la mia voce nel processo: essendo io iscritto all’Albo, sono pronto a costituirmi personalmente a difesa diretta ed autonoma dei miei inviolabili diritti ed interessi, ed indirettamente a difesa del Collegio come prevede l’art. 86 c.p.c. Direi comunque nel mio interesse le stesse cose che direi come avvocato del Collegio.

Nella foto il professore, avvocato, Riccardo Fercia

Invecchiamento, economie flebili, fuga giovani e calo demografico: sveglia Alghero

ALGHERO – Un po’ come con San Tommaso: se non vedo non credo. Non sono bastati i vari stimoli, anche con molti articoli, tra cui diversi di Algheronews, ma è evidente che fosse necessario uno studio per certificare la preoccupante condizione di Alghero. Niente di irrecuperabile, anche se col passare del tempo e senza azioni forti anche rivoluzionarie, è sempre più difficile rimettersi in carreggiata.

A certificare tale situazione che, come detto, è evidente da (troppi) anni, è lo studio di Nomisma. Importante società indipendente per studi settoriali e territoriali, ricerche economiche, intelligence di mercato, advisory strategico e consulenza, incaricata dall’Amministrazione per fotografare, senza filtri, Alghero.

Recente passato, presente e futuro. Un’analisi molto interessante e utile per andare oltre elementi già noti ma, vista la capacità di ricerca degli autori, messa nero su bianco in maniera efficace ed esaustiva per vedere in filigrana tutti gli aspetti primari del comune catalano d’Italia. In attesa della presentazione dello studio, potrebbero essere sufficienti le sintesi di Nomisma per comprendere tante cose. Attenzione, ovviamente lo studio completo, rappresenta una fucina di spunti e variabili ma, come detto, le parti riassuntive sono piuttosto esplicite.

“L’analisi di benchmark condotta sulla rete dei comuni costieri appartenenti al Network G20s delle Comunità Marine si concentra su località caratterizzate da una forte pressione turistica, con meno di 65 mila abitanti e oltre un milione di presenze turistiche annue. Dal confronto emerge che, sotto il profilo demografico, la città di Alghero ha registrato una diminuzione della popolazione del 1,2% negli ultimi cinque anni, un valore che si colloca in una posizione intermedia rispetto alle altre località turistiche monitorate. Inoltre, presenta un indice di vecchiaia tra i più elevati, con una popolazione dall’età media piuttosto alta. La presenza di stranieri è limitata, un segnale di scarsa attrattività, tanto che Alghero si posiziona al 19° posto in questa classifica. Sul fronte occupazionale, si evidenzia una criticità relativa ai giovani, con un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti”.

Tra i vari dati quelli che non possono non allarmare, come già emerso in altri approfondimenti, sono quelli sull’invecchiamento della popolazione e la conseguente diminuzione della stessa. “L’indice di vecchiaia ad Alghero è aumentato di 21,5 punti percentuali, passando da 244,8 nel 2019 a 297,5 nel 2024. Questo indica un rapido invecchiamento della popolazione nella città. Dato, addirittura, in controtendenza rispetto alla Provincia di Sassari dove l’indice è diminuito del 7,3%, da 261,9 (2019) a 242,8 (2024), evidenziando una leggera riduzione del peso della popolazione anziana rispetto ai giovani. E, anche, a livello regionale si osserva un calo del 5,1%, con l’indice che passa da 280,2 (2019) a 265,9 (2024)”.

Alghero che conta quasi 42.300 (oggi 41.856 ndr) con un calo dell’1,1% negli ultimi 5 anni con un saldo naturale e migratorio che negli ultimi dieci anni è sempre stato negativo e che nel 2024 risulta triplicato rispetto ai valori del 2014, e dalla progressiva diminuzione del saldo migratorio interno (popolazione proveniente dagli altri comuni). Cambiamenti generazionali. Come emerge anche dalla relazione generale del Piano Urbanistico Comunale, tale trend si accompagna tuttavia ad «un malessere demografico crescente dovuto al perdurare di bassi tassi di fecondità e all’abbandono della città da parte di cittadini appartenenti prevalentemente alle classi di età più giovani rispetto ai corrispondenti flussi in entrata». I dati Istat evidenziano infatti, oltre alla flessione dei giovanissimi residenti (0-14 anni), anche una marcata flessione della componente 15-34 anni (-7,8% tra il 2019 e il 2024; -11,6% tra il 2014 e il 2024) e della classe di età 35-44 anni (-16,8% tra il 2019 e il 2024; -26,6% tra il 2014 e il 2024).

“Le previsioni, secondo i dati Istat, rilevano tra il 2023 e il 2043 una diminuzione della popolazione residente del 9%, a causa del calo della popolazione più giovane di Alghero, a fronte di un aumento dei residenti over 65 anni del 35%. Secondo tali previsioni, pertanto, nel 2043 la componente over 65 dovrebbe rappresentare il 40% degli abitanti” e soprattutto, secondo questi numeri, avremmo una realtà più vicina ad un paesotto che ad una cittadina.

Insomma un quadro non certo roseo che avrebbe dovuto vedere già da tempo interventi atti a ribaltare il percorso intrapreso che, come adesso certifica anche Nomisma, non può che portare ad un inesorabile declino sempre troppo vicino alla cristallizzazione di condizioni più che agiate per pochissimi e borderline per quasi tutti fino a creare un luogo fantasma, o quasi, per 8 mesi e vivo per le altre poche settimane. L’analisi c’è, sottovalutare un realtà, già diffusa da tempo, sarebbe da allocchi, ora occorrono azioni deflagranti e anche rivoluzionarie e immediate e non, ancora, ricette, annunci e adagi pilateschi.

Nella foto il frontespizio dello studio realizzato da Nomisma

Morte di Papa Francesco , “Grande perdita per il Mondo intero”

ALGHERO – “Il Partito Sardo d’Azione di Alghero esprime profondo cordoglio e rammarico per la morte del Pontefice, un evento che rappresenta una grande perdita non solo per la Chiesa, ma per il mondo intero. In questo momento di dolore, il nostro pensiero si rivolge innanzitutto alla famiglia del Santo Padre, ma anche a tutta la comunità religiosa e ai fedeli che, insieme al mondo intero, si trovano a fare i conti con la scomparsa di una figura di così grande rilevanza spirituale.

La segreteria del Partito Sardo d’Azione di Alghero, insieme al suo Consigliere Comunale ChristianMulas, esprime la sua vicinanza alla Chiesa Cattolica e ai tanti algheresi che in questo momento di lutto sono chiamati a ricordare l’insegnamento di pace, amore e solidarietà che il Pontefice ha sempre incarnato.

In segno di rispetto, il partito invita tutti i propri aderenti e la cittadinanza a vivere questo momento di riflessione, uniti nel ricordo delle parole e delle azioni che hanno segnato la storia recente della Chiesa.

Che la memoria del Pontefice ci guidi nel cammino di speranza, giustizia e fraternità che ha sempre promosso, e che ci impegni a portare avanti il suo messaggio di pace e solidarietà nel nostro territorio e nel mondo”.

Segreteria Psd’Az di Alghero

“Papa Francesco ha avuto un impatto positivo nella storia dell’umanità”

“Alghero, 21 aprile 2025 -Papa Francesco ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Durante il suo pontificato ha affrontato una vasta gamma di tematiche cruciali, spaziando da questioni sociali ed economiche a problematiche ambientali. Ma sempre con un messaggio di speranza, pace e giustizia. La sua figura è stata caratterizzata da un’autentica umiltà e da un impegno costante per i più vulnerabili e gli emarginati della società. Ha avuto un impatto positivo nella storia dell’umanità. Ha saputo dialogare con persone di ogni estrazione sociale e culturale. È stato la guida morale in un mondo spesso confuso. Aveva la visione di una Chiesa inclusiva e aperta. Il messaggio di unità e solidarietà che ha caratterizzato il suo pontificato è radicato nell’attualità e si proietterà nel futuro.”

Marco Tedde, Forza Italia

“Canile di Alghero, possibile cessione: forte preoccupazione”

ALGHERO – “Il Direttivo cittadino di Fratelli d’Italia Alghero esprime forte preoccupazione per il futuro del canile comunale di Alghero, attualmente situato in località Pala Pirastru, e per le incertezze legate alla possibile cessione del compendio immobiliare che ospita la struttura.

Serve trasparenza sulle destinazioni future del compendio immobiliare e garanzie per il benessere degli animali ospitati, che attualmente sono circa 500.

La gestione del canile, affidata con procedura pubblica all’associazione DNA Randagio il biennio 2021 e 2023, e prorogata per altri due anni, giungerà a scadenza definitiva il 30 settembre 2025, senza ulteriori possibilità di proroga.
Ad oggi non ci risulta essere stata avviata ancora alcuna procedura finalizzata ad un nuovo affidamento del servizio.

Il canile svolge un servizio fondamentale per il territorio, occupandosi del ricovero e della cura di cani, gatti e animali in difficoltà. Un’attività dal valore civico e sociale, che deve essere tutelata.

Negli ultimi mesi si è tornati a parlare della possibile alienazione del complesso di Pala Pirastru, oggi di proprietà della Comunità Primavera ETS. Dopo l’ipotesi – mai concretizzatasi – di un interesse da parte del Comune, sembrano emergere nuovi soggetti interessati all’acquisto dell’intero compendio: oltre 16 ettari di terreno agricolo e numerosi fabbricati con destinazioni d’uso miste, tra cui anche l’area dedicata al canile, che si estende su circa 3.428 mq.
Nuovamente, abbiamo avuto notizia che il complesso immobiliare sia stato visitato da soggetti terzi accompagnati da un funzionario del Comune di Alghero, interessati – pare – all’acquisto dell’intero sito.

A questo punto si pongono domande legittime e urgenti sulla reale destinazione d’uso che i potenziali acquirenti intenderebbero dare a questo prezioso patrimonio, sulla compatibilità del canile con tali eventuali progetti e, soprattutto, quale sarebbe la sorte degli animali ospitati e dei volontari che quotidianamente operano nella struttura.

Fratelli d’Italia Alghero ritiene indispensabile che l’Amministrazione comunale faccia chiarezza su questa vicenda, tutelando l’interesse pubblico e la continuità del servizio. Non possiamo permettere che il destino del canile sia legato a scelte speculative o a logiche di mercato che ignorano il valore sociale ed etico di quella struttura.

Riteniamo che il Comune debba dare seguito all’ordine dell’ordine del Consiglio Comunale che impegna l’amministrazione ad acquisire il complesso immobiliare di Pala Pirastru, col duplice obiettivo di garantire alla comunità la permanenza del canile in uno spazio idoneo e funzionale, e di fare in modo che l’intero compendio possa continuare ad essere destinato a finalità sociali, nel solco dell’associazione. Un impegno, quello dell’associazione fin dalla sua fondazione, meritevole di riconoscimento, per lo sforzo compiuto nel recupero e nel reinserimento sociale di persone affette da dipendenze.

Il canile e i suoi servizi sono punto di riferimento per ben 16 comuni del nord ovest della Sardegna: Bonorva, Bultei, Burgos, Codrongianus, Ittiri, Olmedo, Osilo, Pattada, Perfugas, Ploaghe, Stintino, Tula, Uri, Valledoria e Villanova Monteleone.

Chiediamo quindi un’immediata verifica della situazione patrimoniale e giuridica del compendio di Pala Pirastru, la trasparenza sugli eventuali atti di compravendita o trattative in corso, una valutazione, da parte dell’Amministrazione comunale, sull’opportunità di acquisire il compendio immobiliare di Pala Pirastru, come soluzione prioritaria per garantire la permanenza del canile e la destinazione del sito a usi sociali.

Il rispetto e il benessere degli animali sono un indicatore di civiltà e sensibilità che una comunità moderna non può ignorare.
La tutela del servizio canile è una battaglia di civiltà che Fratelli d’Italia Alghero continuerà a portare avanti con responsabilità e determinazione”

Direttivo cittadino – Fratelli d’Italia Alghero

“Lo scienziato impari ad usare il pallottoliere: Alghero, Sassari e Ozieri penalizzate”

SASSARI – “Tralasciando gli aspetti tecnici del bilancio 2022 dell’ASL di Sassari, la cui adozione risale al 7 giugno 2024 e che, pur approvato dagli organi competenti, è stato bloccato con una semplice nota dall’Assessorato alla Sanità a ottobre 2024. Appare evidente una strategia che rischia di
compromettere l’equilibrio dell’intero sistema sanitario provinciale. Ad oggi, contrariamente a quanto affermato, le aziende sanitarie possono adottare un solo bilancio: quello del 2022.

Per il 2023 mancano le assegnazioni e per il 2024 i termini non sono ancora spirati.
È inoltre privo di logica qualsiasi confronto tra i risultati dei bilanci 2022 e le assegnazioni 2025-2027, palesate dall’Assessorato competente, perché sa bene che solo il 2022 è adottabile, in quanto le
aziende sono nate in quell’anno e le assegnazioni per il 2023 e 2024 non risultano ancora
comunicate o definitive. È altresì priva di fondamento ogni presunta sovrastima dei costi del personale nel bilancio 2025- 2027.

Il documento prende le mosse dal dato approvato dalla Giunta Regionale (168 milioni di euro),
successivamente ridotto con una semplice a 155,5 milioni, dove il fabbisogno stimato è volto a
garantire l’attivazione dei servizi aperti negli ultimi anni e per le nuove strutture previste dal PNRR, come le Case e Ospedali di Comunità, in linea con il DM 77/2022.

Nel contesto provinciale sassarese operano due aziende sanitarie con mission differenti ma
complementari: l’AOU di Sassari, vocata alla ricerca e all’alta specializzazione, e l’ASL n. 1, che
presidia il territorio, la cronicità e la prevenzione. Penalizzarne una significa indebolire l’intero sistema sanitario locale. La scelta politica di incrementare di oltre 42 milioni le risorse per l’AOU di Sassari, destinati al DEA di II livello, sarebbe benemerita se non si traducesse nel drastico taglio di 20,4 milioni per l’ASL 1, come nella tragica storia della coperta corta.

Una simile decisione rischia infatti, come ribadito in più occasioni, di compromettere: i servizi ospedalieri dei DEA di I livello (Alghero e Ozieri); i servizi territoriali (medici di famiglia, pediatri, prevenzione, salute mentale, strutture PNRR); l’equilibrio del sistema, favorendo l’iperospedalizzazione e violando le linee guida del DM
77/2022.
Alla luce di questi dati, sarebbe auspicabile che lo scienziato impari ad usare il pallottoliere, anche
uno di base. Si auspica una urgente revisione delle scelte attuali intraprese, per salvaguardare il diritto alla salute dell’intera popolazione sassarese”

Piero Maiele, consigliere regionale Forza Italia

“La Giunta Todde penalizza ancora Sassari e Alghero”

«La Giunta regionale continua a governare con logiche di parte e non nell’interesse dell’intera Sardegna. Nell’ultima finanziaria la sinistra sarda guidata dalla Presidente Todde ha destinato ben 9 milioni di euro al Comune di Cagliari per la gestione dei rifiuti, mentre Sassari viene ignorata.»
Così interviene duramente il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Sassari Luca Babudieri che accusa la Regione di «trasformare le risorse pubbliche in strumenti di propaganda e ricompensa per i territori politicamente allineati», a discapito di tutti gli altri.

Una strategia ben precisa, non un caso isolato, sostiene l’esponente di Fratelli d’Italia Sassari.
«Non è la prima volta che denunciamo questo atteggiamento gravissimo. Avevamo già sollevato il caso dei 57 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione destinati dalla Regione all’Università di Cagliari, mentre all’Ateneo di Sassari non è arrivato nemmeno un centesimo. Una scelta vergognosa, dettata unicamente da ragioni politiche: il rettore dell’Università di Sassari si era candidato a Sindaco con il centrodestra, e questo è bastato alla sinistra per punire un’intera comunità accademica.»
«Sassari paga ancora il prezzo dell’arroganza e del disinteresse- continua Babudieri- infatti, questi atteggiamenti confermano ciò che denunciamo da tempo: la sinistra al governo della Regione non ha alcun rispetto per Sassari e per il nord Sardegna. I nostri rappresentanti regionali di sinistra, assessori e consiglieri regionali compresi, tacciono e accettano tutto in silenzio, incapaci di difendere il nostro territorio.

Anche la nostra Città ha un’amministrazione di sinistra che, per tramite del Sindaco Mascia si è più volte detta vicina alla Giunta Regionale e amica della Presidente Todde, ma evidentemente l’amicizia non è ricambiata. Sassari viene lasciata indietro non per mancanza di risorse, ma per una precisa volontà politica che denunciamo e continueremo a combattere.»

“9milioni solo a Cagliari: schiaffo ai Comuni sardi. Altro che equità, questa è propaganda”

“Tre milioni solo a Cagliari: uno schiaffo ai Comuni sardi. Altro che equità, questa è propaganda”
Oggi, in Consiglio Regionale, la maggioranza di centrosinistra ha presentato l’emendamento n. 2312 – firmato dalla Giunta – che stanzia 3 milioni di euro all’anno, per tre anni, esclusivamente al Comune
di Cagliari, come contributo per la gestione dei rifiuti urbani”, cosi il consigliere regionale di Forza Italia Piero Maieli.

“Una decisione che definire ingiusta è poco. Se non fosse che oggi è Pasqua, sembrerebbe uno
scherzo di Carnevale, eppure è stato messo nero su bianco. Nel giorno in cui il Partito Sardo d’Azione compie 104 anni, con alle spalle una storia fatta di battaglie per l’autonomia e l’equità tra i territori, ci troviamo davanti all’ennesimo esempio di Sardegna a due velocità, dove a contare è solo chi ha più visibilità politica”.

“Cagliari è il capoluogo, è vero, ma è anche il Comune che gode già delle maggiori entrate fiscali,
grazie al numero elevato di residenti e di attività. In teoria, è proprio il Comune che dovrebbe
cavarsela meglio. E invece riceve un trattamento di favore, mentre i Comuni più piccoli – con risorse
scarse e carichi crescenti – vengono ignorati completamente. A questo punto non parliamo più di sostegno alla gestione rifiuti, ma di pura propaganda elettorale camuffata da misura tecnica.
Ho chiesto con forza che lo stesso contributo venga esteso a tutti i Comuni sardi. O la Regione
garantisce pari dignità a ogni territorio, oppure deve avere il coraggio di dire che ci sono Comuni di
serie A e altri di serie B”.

“La Sardegna non è Cagliari. La Sardegna è fatta di comunità, di paesi, di territori che ogni giorno
lottano per sopravvivere con pochi mezzi. E non meritano di essere calpestati da operazioni come
questa”.