Emergenza sbarchi (anche in Sardegna), comitato Europol

ROMA – “Oggi alle 14 il Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione svolge, presso l’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, l’audizione del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in merito alle politiche su immigrazione, asilo ed Europol, anche a fronte della diffusione dell’emergenza sanitaria da Covid-19. I numeri dimostrano un’impennata negli arrivi, ogni giorno sono centinaia gli sbarchi sulle coste italiane, la situazione nei centri di accoglienza e nelle zone di arrivo (in particolare sulle isole) è sempre più problematica anche dal punto di vista sanitario e per questo chiederò al ministro di fornirci risposte chiare su quali provvedimenti il governo abbia adottato o intenda adottare, per affrontare questa emergenza. È possibile seguire la seduta sulla WebTv della Camera al seguente link: webtv.camera.it/evento/16437“. Così Eugenio Zoffili, deputato e presidente del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Incendi, giornate di fuoco in Sardegna

SASSARI . Sono 18 gli incendi scoppiati ieri in Sardegna, dei quali cinque hanno richiesto l’intervento degli elicotteri del Corpo forestale e di un Canadair. In particolare, il primo vasto rogo è divampato in agro di Dolianova in località “Gruxi de Maidana”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Villasalto. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Dolianova coadiuvata dal personale eliportato, 3 squadre Forestas di Sinnai e Monastir e 1 squadra della Compagnia barracellare di Dolianova. L’incendio ha percorso una superficie di circa 2 ettari di pascolo e terreni incolti.

Altro incendio nel comune di Assemini in località “Marzallo”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Pula. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Uta coadiuvata dal personale elitrasportato, dal gruppo G.A.U.F, da 4 squadre di volontari di protezione civile provenienti rispettivamente da Assemini e Capoterra. L’incendio ha percorso una superficie non particolarmente estesa di aree agricole. Incendio in agro di Bonorva in località “Cant.ra Belvedere”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Anela. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Bonorva coadiuvata dal personale elitrasportato, 2 squadre Forestas di Bono e Bonorva. Le fiamme hanno interessato 2 ettari di zona collinare ricoperta da pascoli alberati e cespugliati.

Un altro rogo è scoppiato nel Comune di Luogosanto in località “Li Casareddi”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Limbara. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dalle Stazioni Forestali di Luogosanto e Olbia che, coadiuvate dal personale elitrasportato, hanno coordinato le attività di una squadra locale dell’Agenzia Forestas , di una squadra “Agosto 89” di volontari, dalla squadra di barracelli e dai vigili del fuoco arrivate da Arzachena. L’incendio ha percorso circa 1 ettaro e mezzo di superficie. Infine nel comune di Abbasanta, località “Cunzau nou”, sono intervenuti tre elicotteri provenienti dalle basi del Corpo forestale di Fenosu, Bosa e Sorgono oltre a un Canadair direttamente da Olbia.

Le operazioni di spegnimento sono dirette dal Corpo forestale della Stazione di Ghilarza . Sul posto ingente il dispiegamento di forze: 6 unità elitrasportate appartenenti al Corpo forestale,il gruppo G.A.U.F. (Gruppo del CFVA specializzato nell’uso di tecniche per l’estinzione degli incendi), 2 squadre Forestas Abbasanta, Paulilatino e Nughedu S. Vittoria, oltre ai Vigili del fuoco e i barracelli.

Da Chigago a Olbia con lsd, funghi, mdma e marijuana

OLBIA – Prosegue incessante l’azione di contrasto alla detenzione e al traffico di sostanze stupefacenti dei finanzieri del Comando Provinciale Sassari. I militari del Gruppo Olbia, con l’ausilio delle unità cinofile Daff e Betty, hanno fermato, per un normale controllo, un cittadino di nazionalità statunitense in arrivo presso l’aeroporto “Costa Smeralda” di Olbia. L’uomo, un insospettabile consulente finanziario cinquantasettenne, era partito da Chicago facendo scalo in vari aeroporti europei ed è giunto in Sardegna dichiarando di voler trascorrere un periodo nell’Isola per sfuggire dall’epidemia da COVID-19. I militari, non convinti dalle dichiarazioni del soggetto, hanno approfondito il controllo con l’ausilio dei cani antidroga scoprendo, tra i bagagli, 140 grammi di marijuana, 30 grammi di funghi allucinogeni, 1 grammo di M.D.M.A. (metanfetamina) e 30 “francobolli” L.S.D.

Singolare, per la tipologia poco diffusa in Europa, la sostanza stupefacente sequestrata che l’uomo ha dichiarato di possedere a scopo terapeutico e che ha portato in Sardegna attraversando numerosi varchi doganali europei ed eludendo i relativi controlli.

Il cittadino americano è stato tratto in arresto e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tempio Pausania. L’attività rientra in un più ampio dispositivo di controllo posto in essere dai militari del Comando Provinciale Sassari con l’avvio della stagione estiva e del numero sempre maggiore di passeggeri in arrivo e in partenza dall’Isola

Usurai sassaresi, arrestate tre persone

SASSARI – Nei giorni scorsi la Polizia di Stato della Questura di Sassari ha notificato l’avviso conclusione d’indagine, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Angelo Beccu, a carico di due fratelli ed una sorella sassaresi, rispettivamente di anni 59, 43 e 52, indagati per il reato di usura pluriaggravata in concorso tra di loro.

I malviventi prestavano alle vittime, in condizioni di difficoltà economica e finanziaria, del denaro, riavendolo indietro con dei tassi usurai. L’attività d’indagine, svolta dagli uomini della Squadra Mobile, è iniziata nei primi mesi del 2018, quanto la parte offesa, gravata dagli interessi usurai richiesti dai loro creditori, si era presentata negli Uffici della Questura per chiedere aiuto. Gli uomini della Squadra Mobile, sentita la versione dei fatti ed informata l’Autorità Giudiziaria, hanno avviato immediatamente le indagini.

Dall’attività investigativa posta in essere è emerso che le vittime si erano rivolte ad una nota famiglia sassarese per avere liquidità di denaro e poter far fronte ad alcuni debiti pregressi. I fratelli, dopo aver elargito un prestito di alcune migliaia di euro, chiedevano un interesse calcolato nell’ordine del 20% mensile. Per alcuni mesi, i debitori sono riusciti a pagare gli importi richiesti, ma in un secondo momento, non potendo più far fronte alle spese, chiedevano altra liquidità che li ha portati ad un ulteriore aggravio alla già difficile situazione economica, tanto da non riuscire più ad onorare il prestito. Infatti, nel mese di aprile 2018, alla vittima, è stata sottratta anche la propria autovettura, “trattenuta” come garanzia della “rata” in scadenza.

Le indagini hanno portato, sin da subito, a scoprire quei meccanismi nascosti dell’usura con tassi di interesse del 240% annuali avrebbero certamente indirizzato la vittima ad indebitarsi ulteriormente tanto da rischiare di perdere l’intero capitale costituito da attività commerciali e immobiliari. E’ emerso inoltre che gli aguzzini, in un’occasione, si erano serviti di una terza persona al fine di costringere al pagamento i debitori “insolventi”, anche attraverso minacce dirette quali l’incendio dell’attività commerciale e dell’abitazione. Conclusa l’indagine, gli investigatori hanno accertato che la parte offesa aveva accumulato un debito di circa 23.000 euro, corrispondenti ai soli interessi di una somma percepita di circa 18.200 euro, che allo stesso era stata corrisposta in diverse trance.

Bogamari illegale ad Alghero, 25 indagati

ALGHERO – La Guardia di Finanza fa sapere che dopo tredici mesi di complesse indagini coordinate dal Dott. Giovanni Porcheddu, Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Sassari, affidate ai Comandanti della Sezione Operativa Navale Guardia di Finanza Alghero e dell’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera Alghero, hanno portato alla luce una vera e propria associazione a delinquere avente come finalità quella di prelevare, trasformare e commercializzare illegalmente un’incalcolabile quantità di ricci di mare e della relativa polpa.
L’operazione, strutturata attraverso l’esecuzione di lunghi periodi di osservazione e appostamenti, grazie anche alla preziosa collaborazione della Compagnia Guardia di Finanza Alghero, di verifiche ed ispezioni condotte in mare, ai punti di sbarco, nonché presso i centri di certificazione e distribuzione del prodotto, ha permesso di accertare un’articolata rete asservita al traffico illegale di echinoidei causando, nel tempo, un rilevante danno alla risorsa ittica che, soprattutto negli ultimi anni, è al centro di accesi dibattiti tra i diversi operatori del settore e le Autorità locali.
Si calcola che, per ogni stagione, il mercato nero dei ricci di mare, esteso a livello nazionale, può aver prodotto un giro d’affari di diverse centinaia di migliaia di euro. In un solo mese di attività investigativa, per esempio, peraltro un periodo in cui notoriamente la resa dei ricci è minima, un pescatore professionale aveva la capacità di commercializzare oltre 270 Kg. di polpa (circa 75.000 ricci), per un ricavo che si aggirava intorno ai 40.000 euro. Nel mese di maggio 2019, secondo le indagini degli investigatori, sono stati lavorati illegalmente circa 600 Kg. di polpa (circa 200.000 ricci), che hanno fruttato ingenti guadagni e procurato danni incalcolabili all’ecosistema marino.

Nella rete degli uomini delle Fiamme Gialle e della Guardia Costiera sono finiti sei pescatori professionali ed altrettanti abusivi della zona algherese, oltre ai titolari di sei ristoranti della città del corallo nonché molteplici acquirenti provenienti anche da fuori Regione. Durante le indagini è stato accertato che due Centri di certificazione e spedizione, autorizzati e riconosciuti dal Dipartimento di Prevenzione della ASL e dal Servizio Prevenzione dell’Assessorato Regionale Igiene e Sanità e dall’Assistenza Sociale della Regione Autonoma della Sardegna, rilasciavano l’etichettatura comunitaria, per certificare la tracciabilità e l’idoneità al consumo umano di ricci di mare e polpa di riccio, senza i prodotti per i controlli previsti (rifinitura, lavaggio, pulitura, calibratura, trasformazione, confezionamento ed imballaggio).

La condotta era ancora più grave quando lo stesso Centro certificava, come legalmente prodotta presso il proprio stabilimento, la polpa di riccio che, nella gran parte dei casi, era invece ricavata da lavorazioni effettuate presso le abitazioni private o presso i casolari in aperta campagna, ovviamente con procedure non conformi alle più elementari norme igienico sanitarie.
Per rilasciare le certificazioni i Centri preposti ricevevano in cambio, previ accordi con la parte, un compenso pattuito per ogni cesta di 500 esemplari di riccio. Insomma, una vera e propria associazione a delinquere.

Solo per fare un esempio, in un arco temporale di circa 30 giorni, nel corso del quale i militari hanno ascoltato ore di intercettazioni e registrato video ed audio provenienti da uno dei due Centri di spedizione, non è transitato al suo interno nessun esemplare di riccio di mare, a fronte invece della cospicua quantità di prodotto destinato alla vendita, ad acquirenti consapevoli e non, con etichette riportanti informazioni diverse da quelle reali.

Gli investigatori sono riusciti ad accertare che il disonesto modus operandi coinvolgeva sistematicamente anche diversi ristoranti locali che, consci della procedura non conforme e dell’impalcatura criminosa, utilizzavano all’interno delle proprie cucine la polpa di riccio lavorata da soggetti non autorizzati e, come scoperto, certificata solo fittiziamente dallo stabilimento, contrariamente a quanto dichiarato nei documenti fiscali, nei quali veniva dichiarato l’acquisto degli esemplari integri.
Nel corso delle indagini sono stati anche intercettati e sequestrati oltre 70 kg. di polpa di riccio prodotta indebitamente e in dubbie condizioni igenico sanitarie. Tale intervento, fortunatamente, ne ha evitato la somministrazione al consumatore finale ignaro del fatto che, come accertato successivamente dai medici specialisti dell’A.T.S. di Sassari, il prodotto non era idoneo per il consumo umano.
Il filone dell’indagine, nel complesso, ha permesso di appurare come il mercato illegale del riccio di mare, in tutte le sue forme, interessasse molteplici ambienti, anche talvolta impensabili, ove il prodotto illegale giungeva comunque completo di etichettatura comunitaria a garanzia della tracciabilità e dell’idoneità al consumo umano.
Dalle oltre duecento pagine del fascicolo depositato dalla Guardia di Finanza e dal Comando marittimo algheresi, riassunto in più di cinquemila documenti analizzati, nonché dalle fonti di prova acquisite a seguito delle numerose perquisizioni personali e locali, l’Autorità Giudiziaria ha tratto elementi essenziali tali da concludere le indagini nei confronti dei 25 soggetti indagati a vario titolo perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, in concorso fra loro e previo accordo, si sono associati allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di corruzione e di frode nell’esercizio del commercio.

Sei i ristoranti coinvolti nella vicenda e ritenuti responsabili, anche amministrativamente, per aver omesso di attuare una corretta gestione dell’attività nonché di prevenire le anzidette forme di reato alimentare traendo, dalla condotta delittuosa dei titolari, un ingiusto profitto per il solo fine legato al risparmio economico derivante dalla mancata esecuzione delle onerose operazioni di trasformazione del prodotto, previste dalle normativa vigente. La condotta criminosa ha oggettivamente alterato negli anni gli equilibri del mercato a discapito di tutta filiera della pesca del riccio di mare.
L’attività smascherata è il frutto del quotidiano impegno delle Forze dell’Ordine, che sovente operano in forma congiunta, a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori onesti nonché per la salvaguardia del delicato ecosistema ambientale marino della Regione Sardegna.

Incidente ad Alghero, scontro Jeep-motocarrozzella

ALGHERO – Incidente questa mattina ad Alghero. In via Matteotti, l’arteria che collega le vie Valverde e Giovanni XXIII, è stata teatro di uno scontro piuttosto irruento tra una motocarrozzella e una Jeep. Il forte botto ha causato il ribaltamento del veicolo della Piaggio, mentre il suv ha riportato alcuni danni alla fiancata. Anche un’auto parcheggiata ha riportato dei danni. L’indicente è stato causato dall’uscita azzardata dal parcheggio da parte dell’Ape Piaggio ed a riportare le contusioni maggiori sono state proprio le due persone a bordo del piccolo mezzo su tre ruote. Sul posto oltre la polizia anche i vigili del fuoco che si sono impegnati per liberare la carreggiata.

Nella foto di Ivan Catalano l’incidente di questa mattina

S.I.

Trovato pacco in mare con 40 kg di hashish

ALGHERO – Nel corso della mattina del 14 giugno 2020, una motovedetta della Guardia Costiera di Alghero, impegnata in attività di pattugliamento delle acque marittime di giurisdizione, ha scorto un voluminoso pacco affiorante dalla superficie del mare ad una distanza di circa 1 miglio nautico dalla costa.

L’equipaggio del mezzo nautico impegnato nell’attività di controllo del litorale, attività coordinata dal Capitano di Fregata Gianluca Olivetti, Capo del Compartimento Marittimo di Porto di Porto Torres, e dal Comandante della Guardia Costiera di Alghero, Tenente di Vascello Pierclaudio Mosxogiuri, ha dovuto effettuare un’azione di recupero non semplice a causa del peso del pacco rinvenuto oramai intriso d’acqua ed esternamente logoro a seguito della permanenza in mare.

Effettuati gli accertamenti di rito sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, si è scoperto, a seguito di analisi su campione, che la confezione, magistralmente compartimentata per evitare eccessive infiltrazioni d’acqua all’interno che potessero danneggiarne il contenuto, conteneva 128 panetti di hashish sigillati, dal peso di circa 315 g. cadauno per un totale complessivo approssimativo di 40 kg. di sostanza stupefacente.
Si stima che, qualora immessa sul mercato, la sostanza avrebbe avuto un valore di circa 200.000 €.
La merce rinvenuta è stata posta sotto sequestro dagli uomini della Guardia Costiera di Alghero per l’espletamento di ulteriori attività d’indagine coordinate dall’Autorità Giudiziaria.

Forte pioggia, Lungomare allagato

ALGHERO – È bastata una forte pioggia di 15 minuti per far allagare diverse arterie di Alghero. In particolare l’annoso problema del lungomare Barcellona con l’acqua che esce dalle caditoie e rende via Garibaldi impraticabili. Una questione che caratterizza da anni in maniera negativa la Riviera del Corallo che deve essere affrontata e possibilmente risolta

Lavori in spiaggia, interrogazione

ALGHERO – Dito puntato contro dei lavori in spiaggia. I consiglieri comunali dei gruppi di Centro Sinistra, Futuro Comune, Sinistra in Comune, X Alghero e PD hanno presentato “un’interrogazione in merito ai lavori che sono stati effettuati in questi giorni dalla Società Baia dei Venti, titolare di una concessione marittima nella omonima località”.

Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Mario Bruno, Beniamino Pirisi, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras e Valdo Di Nolfo chiedono “al Sindaco e all’assessore all’Ambiente di sapere se tutti i lavori effettuati dalla Societa “La Baia dei Venti S.a.s.” di Monti Riccardo risultino provvisti delle regolari autorizzazioni”. Inoltre che “venga fornita copia ai sottoscritti consiglieri di tutti gli atti autorizzativi, eventualmente esistenti. Che venga fornita copia degli idonei grafici esplicativi dell’intervento corredati da relazione tecnica, i dati dell’impresa individuata, le misure di sicurezza adottate ed ogni ulteriore elemento che si ritenesse opportuno per descrivere e precisare gli interventi richiesti nella medesima ordinanza alla società Baia dei venti”.

Nella foto i lavori in spiaggia

S.I.

INTERROGAZIONE
(art. 36 del regolamento del consiglio comunale)
I sottoscritti consiglieri comunali
VISTA l’Ordinanza sindacale n. 16 del 27/05/2020 avente ad oggetto:
“Ordinanza ex art. 54 t.u.e.l. per la messa in sicurezza di porzione di struttura di difficile rimozione annessa
alla concessione demaniale marittima n. 90/dss/2004 (rep. n. 59/2004) intestata alla soc. La Baia dei Venti
S.a.s. di Monti Riccardo.”
Con la quale si Ordinava al Sig. Monti Riccardo, in qualità di legale rappresentante della Società “La Baia dei
Venti S.a.s”, con sede ad Alghero in Via Valverde n° 15, titolare della concessione demaniale marittima n.
90/DSS/2004 (Rep. n. 59/2004);
di provvedere

  • all’immediata interdizione di tutta l’area interessata dal crollo, mediante apposizione di idonee opere
    provvisionali, di cartellonistica di pericolo ed interdizione, di ogni idoneo sistema di segnaletica occorrente;
  • alla messa in sicurezza dell’area mediante rimozione della pavimentazione crollata, posizionamento di massi
    frangiflutto sul paramento esterno della muratura crollata, con masse inerziali sovrapposte e semplicemente
    poggiate al suolo, idonee a garantire la tenuta del terrapieno e l’assorbimento dell’energia dei flutti, il
    riempimento con idonei materiali del volume dilavato a monte della muratura, già in area di sedime oggetto di
    concessione, fino a riportarsi al livello della pavimentazione esistente per il riposizionamento a regola d’arte
    del piano di calpestìo, entro e non oltre 7 (sette) giorni dalla notifica della presente ordinanza;
  • a trasmettere tempestivamente al Comune idonei grafici esplicativi dell’intervento corredati da relazione
    tecnica, i dati dell’impresa individuata, le misure di sicurezza adottate ed ogni ulteriore elemento che si
    ritenesse opportuno per descrivere e precisare gli interventi;
  • a non operare al di fuori delle aree di sedime del muro e delle immediate vicinanze del medesimo, senza
    pregiudizio per la muratura esistente e senza interferire con ulteriori aree di sedime;
  • a sospendere ogni attività nel caso di rinvenimento di elementi di valenza archeologica o comunque
    culturale, dandone avviso al Comune di Alghero ed alla competente Soprintendenza;
    VISTO anche che nelle premesse della suddetta ordinanza era scritto:
    Preso atto che
  • che la RAS, D.G. EE.LL. e Finanze – Servizio Demanio e patrimonio Autonomie Locali di Sassari e OlbiaTempio, destinataria anch’essa dell’istanza del concessionario, ha comunicato – con nota prot. n. 16574 del
    24.02.2020 (prot. RAS n. 6085 del 21.02.2020) – che “non si rinvengono in capo allo scrivente Servizio
    competenze in merito alle criticità rappresentate” stante la titolarità dei beni del demanio marittimo in capo
    ll’Amministrazione finanziaria e per essa all’Agenzia del Demanio;
  • che la Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, presso il MiBACT, Anch’essa destinataria
    dell’istanza del concessionario, ha comunicato – con nota prot. n. 22738 del 16.03.2020 – che: la località
    Cuguttu-Maria Pia conserva resti di interesse archeologico sia sulla terraferma che sui fondali marini, anche a
    breve distanza dalla costa e che lungo la barriera di contenimento dell’ospedale marino verso il mare è stata
    notata la presenza di un elemento in bronzo, probabilmente una femminella di timone, di epoca postmedievale, incastrato sotto la massicciata con frammenti di legno anch’essi coperti dai massi. Ed inoltre che:
    gli interventi che saranno definiti per la soluzione del danneggiamento segnalato potranno essere eseguiti
    unicamente con la costante assistenza archeologica e, in caso di ritrovamenti di interesse archeologico, previa
    realizzazione di indagini di scavo archeologico con la relativa documentazione, a cura di una ditta
    specializzata e di archeologi professionisti con formazione ed esperienza nel campo dell’archeologia
    subacquea, con risorse a ciò dedicate a carico dell’intervento e sotto il controllo
    CONSIDERATO che da numerosi immagini e video sembrerebbe evidente che i lavori di ripristino del muretto
    abbiano interessato altre aree di sedime con un’evidente alterazione dello stato dei luoghi.
    CHIEDONO
     Di interrogare il Sindaco e l’assessore all’Ambiente per sapere se tutti i lavori effettuati dalla Societa
    “La Baia dei Venti S.a.s.” di Monti Riccardo risultino provvisti delle regolari autorizzazioni.
     Che venga fornita copia ai sottoscritti consiglieri di tutti gli atti autorizzativi, eventualmente esistenti.
     Che venga fornita copia degli idonei grafici esplicativi dell’intervento corredati da relazione tecnica, i
    dati dell’impresa individuata, le misure di sicurezza adottate ed ogni ulteriore elemento che si
    ritenesse opportuno per descrivere e precisare gli interventi richiesti nella medesima ordinanza alla
    società Baia dei venti
    Alghero 10 giugno 2020
    Gabriella Esposito
    Pietro Sartore
    Mario Bruno
    Raimondo Cacciotto
    Ornella Piras
    Mimmo Pirisi
    Valdo Di Nolfo

Coppia nigeriana tenta di uccidere badante nuorese

OLBIA – Nella tarda mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Olbia, nel corso di servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione dei reati in genere, hanno arrestato in flagranza di reato due coniugi di nazionalità nigeriana per il reato di tentato omicidio. 

L’uomo e la donna, disoccupati ed incensurati, per futili motivi aggredivano una badante nuorese quarantenne che domicilia in quella stessa casa di Olbia, colpendola ripetutamente con pugni, calci e con l’utilizzo di un bastone in legno, cercando poi di strangolarla a mani nude. Le resistenze della donna non arrestavano i propositi violenti dei nigeriani, che soltanto il successivo intervento del proprietario dell’immobile e di un suo amico riuscivano invece a interrompere, evitando che l’azione venisse portata a più gravi conseguenze. La vittima infatti, sotto la morsa al collo praticata dalla donna nigeriana che le era balzata addosso, aveva già perso i sensi e rischiava di soccombere se non fossero intervenuti i due uomini in sua difesa.

I militari dell’Arma, sopraggiunti in pochissimi minuti dalla chiamata al Numero Unico di Emergenza 112, traevano in arresto gli aggressori e sequestravano il bastone in legno, traducendoli presso la Casa Circondariale di Sassari – Bancali, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, in attesa dell’udienza di convalida. La vittima, soccorsa dal personale del 118, è stata trasportata presso il locale Pronto Soccorso, dove i medici rilevavano varie contusioni al capo con evidenti segni di strangolamento e contusioni multiple, giudicandola comunque – e fortunatamente – guaribile in una decina di giorni.