Cap d’Any: danza, video e suono alla Torre di San Giovanni

ALGHERO – A FestivAlguer diventano protagoniste la voce e la sua dimensione fisica. La diciassettesima edizione del Festival internazionale di arti performative, che ha aperto i battenti dal 5 dicembre e andrà avanti sino al 14 dicembre, continua la sua esplorazione intorno a Un mondo, nessuno, centomila– come recita la trama scritta per ExPopTeatro dalla direttrice artistica Valeria Ciabattoni– in compagnia di Monica Serra. Attrice, vocalist e performer sarda, protagonista di numerose produzioni, progetti teatrali e performance di teatro e suono con diverse compagnie e gruppi teatrali, dall’11 al 13 dicembre l’artista nativa di Lunamatrona sarà protagonista assoluta nella Torre di San Giovanni di tre sorprendenti appuntamenti tra danza, video e suono.

L’11 e il12 dicembre dalle15 alle18 andrà in scenaLingua artificiale, laboratorio e residenza di teatro su corpo e voce, a cura di Micro Fratture Teatro. È parte integrante di Rizoma, progetto di pratica teatrale nato per creare una piattaforma stabile di confronto e divulgazione delle differenti pratiche artistiche, per ripensare il teatro come fucina di creazione artistica basata sull’incontro, sulla relazione e sul dialogo. Il laboratorio è un percorso di studio indirizzato alla ricerca e alla sperimentazione sulla fisicità della voce nell’atto recitativo. Il workshop intensivo prevede due incontri di tre ore ciascuno e si rivolge a chi è interessato alla pratica dell’arte teatrale e alle ricadute performative della recitazione, purché over 16. Il percorso si conclude con l’esito scenico della residenza: l’appuntamento è fissato per il 12 dicembrealle 20.30nella Torre di San Giovanni. Sarà un’azione performativacorale, aperta al pubblico e gratuita, un momento di condivisione finale dei materiali scenici prodotti nel workshop.

Monica Serra sarà ancora in scena per FestivAlguer il13 dicembre alle19.30 nellaTorre di San Giovanni con Oralità Pastorale n°2 – Perfomance rituale, di cui è autrice. Partendo dall’esigenza di studiare il linguaggio verbale in ambito artistico, il progetto articola la sua proposta attraverso la raccolta di materiali audio sul paesaggio sonoro riguardanti la vocalizzazione utilizzata dall’uomo-pastore con le greggi come conseguenza di una ricerca teatrale che mira alla scarnificazione verbale: fonemi, fischi, schiocchi di richiamo del bestiame, all’interno di una comunicazione primaria ed essenziale nella sua complessità, scandita da sonorità e ritmi, lunghi silenzi e pause e poi gli spostamenti durante la transumanza. Nato nel 2013 come progetto itinerante, è il frutto di tre registrazioni in Sardegna – in tre territori differenti fra loro per specifiche morfologiche – e una nel Parco nazionale d’Abruzzo. Il risultato è una performance inusuale, che ha incantato contesti differenti, tra festival di teatro e di performing arts, e si è svolta in piazze, cortili privati, siti archeologici, spazi al chiuso convenzionali e non.L’ingressoè libero.