“Un errore materiale? No, un caos amministrativo annunciato. Siamo all’ennesimo pasticcio sul campo boe di Alghero. Dopo una prima ordinanza, a meno di una settimana di distanza arriva una rettifica che cambia completamente la disciplina delle modalità di ormeggio, spacciando per refuso quello che in realtà è un grave errore gestionale. Altro che svista: qui si stravolge l’intero sistema delle regole. Una modifica sostanziale che alimenta solo confusione e incertezza. A questo punto ci aspettiamo la prossima rettifica a stretto giro. Non sanno cosa fare, e lo fanno pure male”. Così Michele Pais, consigliere comunale a capo della protesta contro il campo boe, attacca duramente la nuova ordinanza emanata dall’Azienda speciale Parco di Porto Conte.
“Non solo vengono modificati interi passaggi dell’ordinanza originale – prosegue Pais – ma lo si fa introducendo ulteriori complicazioni burocratiche che renderanno l’utilizzo delle boe ancora più difficile. La prenotazione obbligatoria, anche per chi ha diritto alla gratuità, porterà al caos, con il fenomeno del cosiddetto ‘booking selvaggio’: trattandosi di ormeggi gratuiti, molti si affretteranno a prenotare anche senza poi utilizzare la boa, impedendo ad altri di attraccare. Si creerà una corsa all’accaparramento e un mare di boe vuote ma indisponibili. Il risultato? Caos totale e possibili parapiglia tra chi naviga”.
Pais denuncia anche la totale assenza di chiarezza sulle attività consentite in mare: “Nella nuova ordinanza non si fa alcun cenno alla balneazione, al nuoto, alle immersioni o ad altre attività acquatiche. Diportisti, operatori turistici e professionisti della nautica vengono lasciati nel buio più assoluto, esponendoli a violazioni e sanzioni. E nel frattempo si scaricano le responsabilità sull’Autorità marittima, costretta a far rispettare disposizioni confuse e fumose. A chi giova tutto questo?”.
Il consigliere non usa mezzi termini nel definire questa gestione una “prepotenza burocratica”: “Questa ordinanza è l’ennesimo tentativo di imporre un progetto inutile e dannoso, in contrasto con il buon senso dei cittadini, che da sempre rispettano l’ambiente e le regole. Non avevano certo bisogno di subire ulteriori angherie amministrative. Mentre a Olbia corre e si regolamenta l’ormeggio di yacht da 150 metri che producono economia e posti di lavoro, qui si rovina la vita a chi esce anche col canotto. Una follia senza senso”.
“La nostra battaglia contro questo campo boe – conclude Pais – è oggi più che mai rafforzata da atti così assurdi. Chiediamo che si prenda atto del fallimento del progetto e si proceda con una sua totale rivisitazione. A volte riconoscere un errore non è un segno di debolezza, ma di forza e buon senso. Stop al campo boe, più che mai”.