Bruno nel baratro: silenzi e sentenze

ALGHERO – Una delle prime regole del giornalismo, ogni qualvolta accadono dei fatti gravi, soprattutto se legati alla politica, è quella di registrare dei commenti per poi divulgarli nei vari media. Ciò per determinare subito il termometro di quanto sta accadendo e non connettere troppo alle opinioni di colui che scrive il giudizio sugli avvenimenti. E poi è utile anche per dare voce alle diverse sensibilità oltre che offrire, giustamente, un ventaglio di valutazioni su cui il pubblico, in questo caso il lettore, può costruirsi una propria idea.

Ma, nonostante quello che stia accadendo ad Alghero, non è mai successo in tutta la storia del suo Comune, si registra una strana volontà a non esporsi a non esprimere alcun concetto sulla “pagina più nera” dell’ente pubblico locale. A partire dai consiglieri comunali (maggioranza in primis) fino ai movimenti politici ad arrivare alle rappresentanze di categoria. In uno scenario del genere, vista la solerzia nell’inviare note e comunicati per ogni minima iniziativa, ci si sarebbe aspettati, soprattutto da chi è stato nominato per guidare settore produttivi della città, uno scatto d’orgoglio. Uno o più passi avanti per provare e aiutare la città a superare questo drammatico momento e farla uscire da questo torbido pantano.

E invece, quasi tutti zitti. Un silenzio assordante, come si usa dire, che qualifica il disfacimento sociale, politico e purtroppo anche umano che stra travolgendo il centro catalano che, forse come anticorpo ed esausto da quando sta accadendo oramai da diversi anni, preferisce in molti casi tacere o comunque non esporsi troppo. Una scelta, forse, comprensibile, ma non accettabile visto che riguarda coloro che hanno scelto di rappresentare la nostra comunità. Certamente incide la paura per un futuro che pare sempre più grigio e cupo, ma è giunta l’ora di rialzare la testa, guardarsi intorno e comprendere che Alghero può ritornare a brillare e soprattutto ad essere quel faro del territorio, soprattutto in ambito turistico, che è stato per oltre mezzo secolo.

Ma, per raggiungere questo obiettivo, bisognerebbe finirla col piccolo cabotaggio, uscire da dietro il muretto a secco, non accontentarsi delle briciole e soprattutto ritornare a pensare in grande e ancora di più veramente al bene comune e non solo al proprio entourage che, come abbiamo visto, ha prodotto delle vicende sinistre su cui l’ultima parola, ovviamente, spetta alla Magistratura. Ma, se il processo farà il suo corso, a livello politico, viste anche le intercettazioni, l’assenza di assessori strategici (come quello al Turismo e Urbanistica) e soprattutto la quasi totalità di mancanza di risposte in questi tre anni, oltre alle altre questioni giudiziarie in corso, la sentenza è stata già scritta e non può che essere di totale condanna per la peggiore amministrazione di sempre.

Nella foto la Giunta Bruno con anche ex-assessori e prossimi rientri

S.I.