Appello di Cadau: serve penicillina non aspirina

ALGHERO – “Crisi del Florovivaismo, settore considerato strategico dalla Coldiretti e colonna del comparto agricolo, in profonda crisi: serviva la “penicillina” di Fleming non “un’aspirina”. Riguardo al decreto “Cura Italia” e in generale agli interventi pubblici a sostegno delle imprese, vorrei senza polemica e in forma estremamente costruttiva, rilevare che serviva e serviranno misure ed interventi straordinari e draconiani che vadano oltre al “potenziamento” o riproposta di interventi economici “ordinari” e “convenzionali”. Cosi l’imprenditore Vittorio Cadau che, vista la disastrosa condizione economica a seguito dell’attuale Pandemia, evidenzia come le misure nazionali siano totalmente insufficienti. Urge, anche, che tutte quelle pubbliche, regionali e comunali, siano veramente utilizzabili nell’immediato (ad es. fondi a sportello) dalle aziende e famiglie come quando si è davanti ad una “calamita naturale”. E così è, se non peggio.

Provo ad applicare il decreto alla nostra azienda con le persone che vi lavorano: la nostra e’ un’azienda famigliare non è prevista la cassa integrazione in deroga, i 600 euro mensili, ammesso che vadano ad ognuno, (siamo in otto) 4 dei quali a totale carico dell’attività’, l’aumento dal 50 al 70% degli anticipi PAC non sono utilizzabili dalle aziende come la mia in quanto sono fuori da ogni intervento di sostegno europeo, fondo per la copertura degli interessi passivi sui finanziamenti! E dunque: dovremmo chiedere dei finanziamenti o mutui per pagare scorte e prodotti che non venderò più perché impossibili da vendere? Rinegoziazione del debito per far fronte alla liquidità, ma solo per aziende ritenute affidabili dal sistema bancario? Facilitazione per l’erogazione di garanzie per chiedere mutui per pagare prodotti che manderò in discarica?”

“Sospensione” di IVA, contributi ecc per Marzo e Aprile, ma se non posso incassare perché si è buttato il prodotto a Maggio come si può pagare? I POS che lo stato mi ha fatto adottare (ne abbiamo 3) continuano a macinare canoni di “utilizzo” e tutte le operazioni colturali per mantenere in vita le piante vanno comunque eseguite con utilizzo di energia, gasolio, normali costi di produzione, manodopera ecc. (come li paghiamo?)  Credo, in questo modo che ho rappresentato, con questo accorato scritto, di interpretare il sentimento è la preoccupazione di molte aziende. E in conclusione credo che tutta questa vicenda richieda interventi e decisioni coraggiose e assolutamente non convenzionali.