Alghero stupenda deve fare cassa

ALGHERO – Pieni 8 hotel su 36, c’è da esultare? Ovviamente siamo davanti ad una domanda retorica. Brindare perchè Alghero, luogo tra i primi in Italia in cui è nato il turismo che ha avuto dei periodi di massimo richiamo, pure internazionale, ha neanche un terzo degli alberghi “sold out” per due giorni o massimo tre del fine settimana di Capodanno (come da booking) è, oggettivamente, un po’ poco, per non dire quasi niente. Tutto questo considerando la spesa per gli eventi del mese di dicembre e soprattutto la necessità, oramai quasi in apparenza utopica, vista l’incapacità diffusa in capo alla Regione anche di attivare il bando sulle tratte aeree, di allungare questa benedetta stagione.

Ma, la verità sta, anche in questo caso nel mezzo, nel senso che questo è il trend degli ultimi anni. E ciò per diversi motivi che si potrebbero racchiudere in alcuni temi già noti ai più ovvero, come detto, l’assenza di voli, la chiusura di quasi tutti gli hotel e un offerta di manifestazioni e spettacoli che, seppur di valore, dovrebbe essere più mirata, efficace e soprattutto promossa e programmata per tempo.

Anche perchè, da parte del Comune e Fondazione, di risorse ne vengono spese, sempre di più. L’anno scorso quasi 300mila euro e quest’anno all’incirca la stessa cifra. Difficile mettere in dubbio la qualità degli spettacoli e artisti scelti, infatti, anche quest’anno, soprattutto con la Fura dels Baus si è raggiunto un livello che non si toccava da tempo nel senso di un’offerta completa per i diversi gusti con anche la dance commerciale del Deejay Time oltre che i classici fuochi d’artificio e le tante realizzazioni (alcune ottime, altre evitabili) di artisti locali. Forse, quello che è assodato che manca, è una maggiore qualità in alcuni appuntamenti musicali, ma in generale Alghero, anche a fine anno, resta un luogo ammaliante e di forte richiamo. E questo nonostante, o meglio in considera, anche della forte concorrenza che, in alcuni aspetti, soprattutto in alta stagione, ha perfino superato la riviera catalana d’Italia.

Quello che conta per creare economie e dunque posti di lavoro e arginare emigrazione e problemi sociali, anche gravi, è che tutta questa bellezza, tali energie e pure queste esose spese pubbliche siano finalizzate ad aver un rilevante e tangibile ritorno. Qualcosa da rivedere c’è ed è evidente. L’obiettivo primario è allungare la permanenza dei turisti, anche regionali. E per questo che si ritorna a monte: aumentare i collegamenti anche in bassa stagione, programmare e promozionare per tempo, tenere (magari a rotazione) molti più hotel (a parte le altre strutture che registrano comunque buoni numeri) e, perchè no, creare qualche format originale e magari non ripetere diverse cose troppe volte e ammassandole negli stessi giorni e poi, dulcis in fundo, attrezzare una struttura al chiuso per ospitare eventi quando il clima non lo permette.

In questo panorama, nonostante qualche critica pregiudiziale (a prescindere dai costi la cui valutazione spetta ai consiglieri comunali), il Luna Park con pista di ghiaccio in zona portuale, a dicembre, sembra ci stia proprio bene e aumenti l’offerta non sufficiente di attrazioni, mentre l’estate (vista la maggiore operatività del porto), come già detto, sarebbe forse il caso che sia posizionato in altre zone.

Nel frattempo, come detto, Alghero è e resta unica e stupenda, però potrebbe fare molto di più anche per rendere meno difficile la vita agli algheresi che messe da parte “lustrine e pailettes” fra pochissimi giorni dovranno ancora fare i conti con bollette, tasse e i soliti problemi quotidiani. Per chiudere in bellezza, ovviamente non è da perdere lo spettacolo di stasera degli straordinari Fura dels Baus che, tra l’altro, fu già in procinto di giungere ad Alghero qualche anno fa grazie all’iniziativa di qualche avveduto operatore culturale. Meglio tardi che mai. Anche se questo tempo perso, forse, oggi lo paghiamo, pure troppo. Tant’è.

Nella foto i fuochi d’artificio ad Alghero per capodanno

S.I.