Alghero ritorni a guardare in alto

Eccoci qui. Pronti per una nuova avventura. Chiusa una porta, si apre un portone, si dice. Non saprei. Non perchè le nuove avventure siano meno interessanti e importanti di quelle già affrontate, ma perchè ogni percorso, se affrontato nella giusta maniera, ha i suoi lati positivi e allo stesso tempo negativi. Sta a noi avere insita la volontà di andare avanti, imparare e crescere. Essere curiosi. Il periodo che stiamo attraversando è uno dei più bui dell’intera storia del mondo occidentale. Dal dopo guerra in poi non si era vissuta un’era cosi complicata e ricca di problematiche ed eventi anche rivoluzionari che, di fatto, cambieranno l’aspetto dei nostri territori. Basta vedere l’attuale esodo dal Nord-Africa. Hard Times, direbbe Charles Dickens. E’ proprio in questi momenti che si viene messi alla prova. Anche se non è facile, non ci resta che reagire. Nessuno può biasimare i 7000 sardi che ogni anno lasciano l’Isola per sbarcare il lunario nelle capitali europee, ma è altrettanto giusto provare a non arrendersi a un medioevo culturale ed economico che sta annientando il tessuto sociale. Difficile, se non impossibile, infatti, assistere in una rinomata località turistica, a delle occupazioni di stabili da parte di persone rimaste senza casa, lavoro e con figli a carico. Un piccolo grande esempio che fotografa al meglio la condizione in cui ci troviamo. Sono sempre meno le realtà virtuose, da quelle familiari a quelle imprenditoriali, in un territorio in cui il benessere avrebbe dovuto essere diffuso su quasi tutta l’intera comunità. Invece la povertà cresce, sempre di più. E non è certo un’estate con numeri positivi in termini di presenze turistiche che può farci ritornare a sorridere. Non può perchè quello che i “nuovi” visitatori hanno potuto assistere, o in certi casi subire, è un armamentario di vecchi e nuovi problemi non certo assimilabili ad una rinomata località turistica, già Porta d’Oro del turismo isolano. E’ inutile che, in questo caso, facciamo un remind di quanto accaduto. Tutti lo sanno. Ma bastano un paio di esempi: chiusura dei locali più frequentati ad agosto, divieti di balneazione (flash) lungo tutto il lido e sporcizia e mancanza di decoro record. Ma attenzione, fermiamo subito i novelli ultras, ex-paladini della libertà d’opinione: le colpe non sono da attribuire a chi governa attualmente Alghero. Almeno non tutte. E’ evidente che molti di questi gravi disagi siano da riferire a scelte, lontane anche diversi lustri. Ma questa non può essere una scusante. Chi si candida, da sempre, a ruolo di consigliere (e dunque sindaco o assessore) sa benissimo a cosa va incontro. In più nell’era dell’informazione totale (a parte le sordine, ma ne parleremo più avanti), di facebook, internet, siti, tv, giornali, etc è impossibile non conoscere la condizione del territorio in cui si vive. E anche se non si è aficionados dei nuovi e vecchi media ci sono sempre bar e piazze. Insomma chi si candida oggi sa benissimo a cosa va incontro. E allora perchè tutto questo stupirsi della condizione, ad esempio, in cui versa il sistema idrico fognario? Il sindaco, com’è raccontato ad ogni piè sospinto, sta concentrando tutte le sue energie per risolvere il problema. E fa bene. Ma ciò che stupisce è la pletora di chi continua ad echeggiare responsabilità del passato. Sappiate che non c’è bisogno, lo sanno tutti che chi oggi governa non ha ideato o creato le vasche di prima pioggia, la rete idrica e tanto meno il depuratore di San Marco, ma, ripetiamo, si sapeva benissimo qual era la situazione in cui versa Alghero. Niente di trascendentale, ma questioni ad oggi irrisolte. Giusto anche andare a fondo su eventuali responsabilità e chiarire i vari aspetti, ma, come diceva una nota presentatrice “le chiacchiere stanno a zero”. Gli algheresi vogliono vedere dei risultati tangibili, su tutto. Del resto dopo la caduta di Marco Tedde, i nefasti periodi commissariali e il periodo, diremmo, inedito targato Lubrano , oggi non ci sono più scuse. Ma questo, a nostro avviso, non vuole dire che il nostro unico agire amministrativo sia legato a topi, blatte e decibel, anzi. Il ritorno dei turisti (principalmente per il caos nel Nord-Africa) avrebbe dovuto rappresentare un’occasione, ma cosi non è stato. E’ palese che ci siamo fatti trovare impreparati. Ma mentre porzioni amministrative sono a testa bassa, oberate di lavoro alla ricerca della soluzione di ataviche problematiche, dov’è la Politica? Qualcuno potrebbe domandarsi. Ciò in relazione alle vere tematiche su cui si sta giocando la partita del nostro territorio e il benessere, o meno, dei nostri figli. Ai soliti noti, queste tematiche poco importano. L’importante è non creare baccano, fastidio. Lasciare lo status quo. Intanto il posto al sole, familiari compresi, è già conquistato. Ma chi vuole (veramente) bene, e non solo a parole, a questo territorio e dunque alle sue tradizioni, cultura, lingua e altro, non può permettere, ad esempio, che Alghero abbia un livello di disoccupazione tremendamente alto. Stesso discorso per il numero di emigrati e di nuovi poveri. Dunque, giusto, adoperarsi per risolvere i problemi contingenti ma quanto accaduto di recente, con i gravissimi episodi di cronaca, legati ad una latente “guerra fra poveri”, almeno cosi si dice, non può non far fare uno scatto d’orgoglio alla classe politica, dirigenziale e imprenditoriale locale. Taluni, sempre meno, possono bearsi della loro posizione al sole, talvolta ereditata dal passato, ma il territorio è sempre più arido. Una desertificazione crescente che fa male e mette a rischio la nostra comunità. Dati ufficiali parlano, confermati dal sindaco, dicono che nel 2050 Alghero sarà ridotta a soli 20.000 abitanti. Un dramma. Tutto questo, mentre tutti riconoscono che Alghero abbia tutte le carte in regole per spiccare il volo. E, anche se la discussione non trova spazio nelle massime assisi cittadine, qualcosa sta accadendo. Lo diciamo noi, ci prendiamo questa responsabilità: la Sardegna è ritornata ad essere la regione con maggiore attenzione degli investitori europei e non solo. Questo per tutta una serie di circostanze spesso casuali. Ma di fatto l’Isola può essere oggetto di una sua nuova rinascita. E in quest’ottica la zona del Nord- Ovest è un’area d’eccellenza pronta, potenzialmente, ad accogliere un rinnovato e moderno sviluppo legato principalmente alla valorizzazione delle sue tipicità. ma per far questo occorrono le infrastrutture, tema su cui da sempre la Sardegna è rimasta indietro. Aeroporto, porto, collegamenti viari, servizi, programmazione di eventi e soprattutto decoro. Alcune questioni imprescindibili per far rinascere la Riviera del Corallo. Per far questo, in primis, bisogna alzare lo sguardo. Guardare, a testa bassa, la punta delle scarpe era tipico dei musicisti inglesi del genere “shoegaze” (intimisti, dark, etc), ma una classe politica (intesa in maniera generale, dagli amministratori alle associazioni di categoria passando per gli imprenditori e operatori culturali) non può oggi non avere una visione. Alghero e gli algheresi hanno bisogno di (ritornare a) guardare in alto, di sognare e, perché no, essere felici.

 

Stefano Idili