Alghero in mano ai marziani

ALGHERO – Essere marziani. Un’accusa apparentemente goliardica, leggera, ironica. E di fatto lo è. Ma come ogni fattore della vita tutto va contestualizzato. Ciò significa che in un momento di estrema difficoltà e crisi globale assistere al passaggio di testimone della guida di una città, dalle enormi e inespresse potenzialità, ai cosi detti “marziani” non può che essere considerata una vera onta. Non un giudizio aprioristico, però, ma ciò in considerazione di quanto accaduto dal 2012 ad oggi.

“Ci informano siano sbarcati i marziani su Alghero. Eppure siamo convinti essi fossero tra di noi già fa qualche tempo. Camminano tra la folla (sempre più rada), ed oggi sono più facilmente riconoscibili perché paiono sorridere anche davanti alle serrande calate, agli ingialliti cartelli “affittasi”. E’ del dottore agronomo e, non a caso, rappresentante del “Circolo Terrestri” Ferdinando Manconi, il commento sui social relativo proprio a questo “modus vivendi” che è approdato ad Alghero, ma non solo, a seguito della conquista dei posti di comando di alcune aree politiche e porzioni sociali, a detta di tutti minoritarie, ma che si sono trovate alla guida della città.

“Definiscono questa Alghero come “viva” e “frizzante” ma sembrerebbe un problema riconducibile al proprio traduttore simultaneo (made in Plutone. Che equivarrebbe al nostrano made in China) più che all’insanità delle proprie menti. Seppur non pericolosi per i singoli cittadini risultano letali per le pubbliche amministrazioni in cui riescono ad inserirsi: le scompligliano con modifiche prive di alcun senso, le rendono inefficienti e poi le abbandonano. Dei Re Mida al contrario, insomma”.

Nella foto i bastioni di Alghero

S.I.