Adèu Diada: catalanitat daspagada

ALGHERO – Il sindaco (social) di Alghero, pur avendo “bloccato” (ovvero reso invisibile ai suoi occhi) una lunga serie di cittadini che osavano criticare il suo operato, continua ad usare facebook per questioni importanti per la nostra comunità oltre che per giustificare sue mancanze e lacune. E’ l’esempio della polemica scoppiata [Leggi] all’indomani della mancata celebrazione della “Diada” ovvero il giorno della festa nazionale della Catalogna. Per quella comunità, e per chi si sente di farne parte ed è legato ad essa da profondi motivi storici dunque culturali e soprattutto linguistici, com’è Alghero, è una giornata molto importante. La più importante della catalanità e per chi è o si sente catalano.

Ma come quasi ogni manifestazione, spettacolo e appuntamento di un Comune ad organizzarlo non è mai il sindaco. In ogni amministrazione, infatti, esistono le deleghe ovvero i vari settori in capo ai rispettivi assessori che devono occuparsene durante il loro mandato. Il Primo Cittadino, direttamente, non organizza niente, ma, ovviamente, deve fare in modo che vengano rispettate quelle celebrazioni che caratterizzano e hanno significato per la comunità che lui stesso governa. Ma invece, come detto, per la prima volta, dal 2009 ad oggi, la “Diada” ad Alghero non è stata festeggiata e ciò non poteva non sollevare delle polemiche.

E’ logico che l’organizzazione è in capo alla sede della Generalitat presente in città, guidata dal direttore dell’Espai Llull, Joan Adell. D’altra parte, come detto, è compito di un assessore alla Cultura verificare che tali tipi di manifestazioni vengano messa in atto, inserite in un programma (ogni anno figurava all’interno delle celebrazioni di San Michele) per dare continuità e soprattutto, aspetto fondamentale, dare seguito e tenere vivo il legame con la Catalogna. Ma il punto è proprio questo: il rapporto tra le due sponde catalane del Mediterraneo.

Con l’apertura della sede diplomatica a Roma, quella di Alghero sembra perdere importanza. Anche qui, non c’è un responsabile, colpevole e nessuna caccia ad esso, ma questa è la sensazione, anzi più di più. Giungono voci, non confermate, di una sede locale sempre meno considerata e soprattutto non più posta al centro di processi utili a creare quei rapporti virtuosi per cui tale iniziativa fu accolta e voluta dal sindaco Marco Tedde [Leggi] e portata avanti dal suo successore Stefano Lubrano col supporto di alcune associazioni locali come l’Omnium Cultural. Entrambi i Primi Cittadini, in particolare Tedde, nonostante diverse difficoltà, cercarono di attivare fattive relazioni commerciali e culturali finalizzati a dare impulso all’economia algherese. Dunque non solo scambi legati al folklore o poco altro, ma solide connessioni che potrebbero veramente garantire nuovi fonti di sviluppo anche alla Riviera del Corallo. Del resto la Catalogna è una delle regioni più ricche dell’Europa.

Ma, invece, anche in questo settore ci si ferma alla polemica spicciola. Ed è proprio l’amministrazione a voler, come spesso accade, spostare l’attenzione verso gli aspetti meno sostanziali, si potrebbe dire più banali e marginali, rispetto ad un ulteriore campo da cui Alghero potrebbe attingere acqua fresca per abbeverarsi in un periodo di povertà economica e culturale. L’inedito, oramai terrificante, periodo che stiamo vivendo, dove oramai la bussola punta sempre più verso il basso, contempla anche questo ovvero una festa dei colori in spiaggia frequentata dagli amministratori, mentre la Diada catalana finita nel dimenticatoio. Ed entrambe, per essere chiari, non le organizza il sindaco.

Nella foto del 30 maggio 2009 l’apertura dell’Espai LLull, sede del Governo Catalano, alla presenza del vice-presidente del Governo della Catalogna Josep-Lluís Carod-Rovira, del sindaco di Alghero Marco Tedde e vice sindaco Mario Conoci che vollero la nascita di questo spazio “per sviluppare i rapporti istituzionali e economici”

S.I.