Accise, un diritto dei sardi

ALGHERO – “L’iniziativa dei Riformatori Sardi sul riconoscimento dello Stato a favore della Regione Autonoma della Sardegna della compartecipazione sulle accise gravanti su tutti i prodotti petroliferi fabbricati in Sardegna , nasce nella XIII legislatura regionale, nel lontano mese di agosto del 2008, con la presentazione della proposta di legge nazionale n.9 , poi reiterata nella successiva XIV legislatura in data 01.09.2009”. Cosi il coordinatore regionale dei Riformatori Sardi Pietrino Fois che continua “una iniziativa storica con la quale si mette in mora lo Stato Italiano per rivendicare un credito che la Sardegna vanta nei suoi confronti e la cui entità è di oltre tre miliardi/annui di euro, originato dall’attuazione di quanto disposto dalla lettera d) del comma 1 e del comma 2 dell’articolo 8 dello Statuto della Sardegna ( così come modificato e integrato dal comma 834 articolo1 della Legge 296/2006).

“Con l’articolo 1 della Finanziaria Regionale 2014, grazie anche alla spinta derivante dalla mobilitazione popolare, che ha permesso di raccogliere oltre 102 mila firme di sostegno, il Consiglio Regionale approva all’unanimità l’iscrizione in Bilancio di una entrata straordinaria annua di 1 miliardo di euro, riferita proprio alla compartecipazione sulle accise maturate nell’ambito regionale e che affluiscono in attuazione di disposizioni legislative ad Uffici Finanziari una misura forfettaria. Il 28 gennaio 2014 i Riformatori Sardi manifestano a Roma di fronte alla sede del Governo e una delegazione guidata dal deputato dei Riformatori Sardi Pierpaolo Vargiu, viene ricevuta dal Governo presso il Ministero dell’Economia”.

“Il Presidente del Consiglio dei Ministri in data 27 marzo 2014 ha proposto ricorso alla Corte Costituzionale contro la Regione Sardegna per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’articolo 1 comma 1 della LR n7 del 21.01.2014 (Finanziaria Regionale 2014), ma La Regione Sardegna, incomprensibilmente , decide di non stare in giudizio a tutela dei diritti di tutti i sardi e in difesa di una iniziativa politica unanime espressa da tutto il Consiglio Regionale”.

“I Consiglieri Regionali On.Michele Cossa e On.le Attilio Dedoni del Gruppo dei Riformatori Sardi in data 30 maggio 2014 hanno tentato di sopperire a questo tradimento della Giunta Regionale assumendo l’iniziativa di costituirsi in giudizio presso la Corte Costituzionale richiedendo l’inammissibilità della questione di legittimità costituzionale sollevata dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione Sardegna. La Corte Costituzionale ha ritenuto invece inammissibile il ricorso presentato dai due consiglieri regionali dei Riformatori Sardi”.

“Ma la vicenda più vergognosa, che suona come una beffa e che fotografa la totale inefficienza della Giunta Regionale, la si registra con la entrata in vigore del DLvo 9 giugno 2016 n.114, relativo alle norme di attuazione dell’articolo 8 del nostro Statuto Speciale in materia di entrate erariali regionali, nel quale, col comma 1 dell’articolo 8 , contraddicendo quanto previsto dal nuovo articolo 8 dello Statuto della Sardegna e con un vero giogo di prestigio viene sancito che “le accise spettanti alla Regione sono determinate sulla base dei prodotti immessi in consumo nel territorio regionale”.

“Infine in data 5 marzo 2017 i Consiglieri Regionali dei Riformatori Sardi On.Michele Cossa e On. Attilio Dedoni hanno assunto due ulteriori iniziative proponendo un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ed una petizione al Parlamento Europeo, richiedendo la condanna dello Stato Italiano perché risarcisca la Regione Sardegna di tutti i danni morali e patrimoniali per aver palesemente violato l’articolo 6, comma 1, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, nel momento in cui il loro ricorso avanzato alla Corte Costituzionale il 30 maggio 2014 è stato dichiarato inammissibile”.

Nella foto Pietrino Fois

S.I.