ALGHERO – “Basta limitarsi all’ordinario, bisogna cambiare passo e creare economie”. Un mantra che ripetiamo da anni e che oggi, purtroppo, è sempre più rappresentativo di una realtà che, se non subisse degli scossoni dalle consultazioni elettorali, più o meno previste o più o meno dirette e democratiche, potrebbe cristallizzarsi in eterno.
Ha ragione il segretario regionale della Cisl a stimolare la Regione. Medesimo pungolo sarebbe utile anche a livello locale e territoriale da parte delle sigle sindacali e rappresentative che, però, paiono anche loro essere avvolte dal flusso di ordinaria amministrazione che, come una comodo plaid, mette al caldo dai freddi invernali.
Per fortuna (almeno nella sfera democratica del globo), come già accennato, esistono ancora i momenti elettorali: occasioni che, come una scrollata data a un albero carico di foglie secche, ne mettono a nudo la vera struttura, facendo emergere sia i frutti maturi sia i difetti nascosti. E così è accaduto anche per l’elezione del primo “Consiglio Metropolitano” della storia. A parte la pessima e anti-democratica scelta del voto di “secondo livello”, atto ad allontanare il popolo dal Palazzo, già piuttosto marginalizzato e sempre meno ascoltato, anche in questo caso sono emerse delle verità.
Da troppo tempo la Politica, ancora di più quella partitica, è quasi inesistente. Tutto ruota attorno ad un paio di bar e qualche telefonata o poco di più. Per questo chi, nei vari schieramenti, attua anche un’anticchia dell’arte di governare riesce a raggiungere, solitamente, gli obiettivi prefissati. Del resto fare politica e amministrare dovrebbero andare di pari passo, ma, da tempo, pare non essere più così e i risultati sono evidenti.
In tutta questa situazione, volenti o nolenti, almeno per lo scrutinio tra consiglieri comunali e sindaci, si è rivista una Forza Italia in buona salute che (appunto), grazie all’azione dei suoi leader di tessere rapporti, è riuscita nell’intento, assolutamente non previsto, di eleggere l’unico consigliere comunale di Alghero: Nina Ansini.
Di questo passaggio, fino all’odissea della opere pubbliche nel centro catalano, che sembrano essere vittima di una maledizione o forse della caratteristica “llua”, ad arrivare al “caso decadenza” della Todde, del Centrodestra d degli asset principali del territorio, ne abbiamo parlato col consigliere nazionale e comunale, già sindaco, Marco Tedde.