Dramma spopolamento, azioni urgenti

CAGLIARI – La Regione deve urgentemente farsi carico del dramma territoriale derivante dallo spopolamento, affrontandolo con iniziative incisive un fenomeno che rischia di snaturare l’identità della Sardegna, procurando danni irreversibili, perfino impossibili da stimare, all’economia dell’Isola e al nostro tessuto sociale. Parte da questa constatazione la proposta di legge che porta la firma dei Riformatori, presentata questa mattina. 

Lo scenario è chiaro e i dati vanno purtroppo a conforto di un fenomeno sempre più difficile da arrestare. Un fenomeno che – ed è questa la leva che ha spinto i Riformatori a elaborare la proposta di legge sul tema – deve essere arginato con ogni mezzo. Il danno che deriverebbe dall’estinzione dei piccoli comuni dell’interno, sia in termini di cancellazione delle straordinarie e diverse identità socio-culturali e socio-economiche e sia in termini di costo sociale, per via dei processi di migrazione interna verso i poli di maggiore attrazione demografica (le coste) sarebbe enorme. Difficile da sostenere. Da qui la necessità di formulare una serie di linee guida, tradotte in azioni concrete, oggi inserite in una proposta di legge articolata in 14 punti a favore delle zone interne, che oggi è stata illustrata alla stampa dal capogruppo Michele Cossa, Franco Meloni e Sergio Pisano del Centro studi dei Riformatori, Silvia Cadeddu e Rosalba Deiana, sindache rispettivamente di Birori ed Elini. Ha concluso Aldo Salaris, coordinatore regionale dei Riformatori.

Tra le principali azioni introdotte c’è senza dubbio l’incremento delle risorse del fondo unico per gli enti locali di una quota pari a 20.000.000 per destinarla ai comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti che abbiano registrato un decremento demografico nell’ultimo decennio in misura superiore al 3 per cento. 

Non solo. Per favorire il ripopolamento dei centri minori la proposta di legge impone l’utilizzo introduce dell’addizionale IRPEF pagata dai cittadini residenti nei Comuni sotto i 5000 abitanti per una serie di attività economiche e la riduzione dell’IRAP nella misura del 90 per cento per le imprese aventi sede operativa con almeno 5 dipendenti nel territorio di un comune della Sardegna con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti che abbia registrato un decremento demografico.

Sono previsti anche finanziamenti regionali per la realizzazione dei programmi di e-government e inerenti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, mentre sul fronte dell’assistenza sanitaria si prevede che venga assicurata la continuità assistenziale e la presenza delle farmacie nelle aree rurali e montane.

Per quanto attiene hai servizi sanitari, si prevede che venga assicurata la continuità assistenziale e della presenza delle farmacie nelle aree rurali e montane tenendo conto del contesto di dispersione territoriale della popolazione, della sua composizione per classi di età, nonché della rete delle strutture ospedaliere e dei servizi distrettuali presenti nel territorio.

Altri capitolo importa è l’istruzione: su questo fronte si demanda alla Giunta regionale l’elaborazione di un disegno di legge, che dovrà provvedere entro 90 giorni, con misure straordinarie finalizzate a rendere effettivo il diritto costituzionale all’apprendimento, i principi di uguaglianza e giustizia sociali e garantire i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e la formazione.

Tra le altre azioni contro lo spopolamento, l’articolo 10 favorisce interventi finalizzati al recupero, alla tutela e alla riqualificazione dei centri storici, dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e delle unioni di comuni costituite prevalentemente da comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti. Proprio a questo proposito è stato istituito il fondo per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei centri storici, con una dotazione finanziaria annua di euro 1.000.000.

Non manca, nella previsione dello sviluppo economico futuro, una misura relativa al comparto turistico. La proposta di legge prevede infatti la promozione di un’offerta turistica identitaria integrata con le produzioni locali e la valorizzazione del territorio attraverso la predisposizione, da parte della Giunta regionale, di un programma di finanziamento a favore dei comuni per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nei borghi antichi o ai centri storici abbandonati o parzialmente spopolati.

Nella foto la conferenza stampa dei Riformatori Sardi

S.I.