Unesco: nessun oblio, sinistra ideologizzata

L’ultima nuova polemica della sinistra si basa sul solito rapporto discutibile che ha con il denaro pubblico.

Parlano della scelta di non candidare Alghero come città creativa Unesco, rivendicando la passata candidatura. Quella candidatura tuttavia non portò a nulla, anche a dispetto dell’enorme dispendio di risorse pubbliche. La gestione oculata del denaro dei cittadini è da sempre stata una nostra battaglia e dopo due anni di spese eccezionali, lo è ancora di più.

In effetti l’unico elemento di forza di quella candidatura fu quello costituito dall’apporto personale dei cittadini che contribuirono volontariamente e con entusiasmo per al buon esito dell’iniziativa.

Parliamo insomma di un bando estremamente oneroso, per nulla proficuo come raccontato. Anche i 5 milioni di cui si parla nel comunicato dell’opposizione, a conti fatti sarebbero moltissimi meno, poiché suddivisi tra tante città. L’elemento che evidenzia l’opposizione intellettualmente troppo condizionata dal suo ruolo è che i suoi consiglieri sono talmente concentrati ad attaccare l’Amministrazione in carica da ignorare i progetti importanti, rimanendo in ambito Unesco, cui Alghero sta lavorando, coi i primi significativi risultati.

Infatti Alghero, nel ruolo di capofila, nel 2021 ha candidato al riconoscimento nel patrimonio mondiale Unesco l’arte e l’architettura preistorica della Sardegna ( con 2 siti su 35: le necropoli preistoriche di Anghelu Ruiu e Santu Pedru) insieme ad altri 60 comuni. Tale candidatura, grazie al rilievo e al rigore scientifico della proposta, ha già rapidamente superato, nel mese di Aprile, dopo solo un mese dalla trasmissione della richiesta, l’esame della Direzione Generale Unesco presso il Ministero della Cultura, ottenendo l’iscrizione a Parigi nella Tentative list: un primo fondamentale traguardo per iscrivere il nostro patrimonio storico e archeologico nel novero del Patrimonio mondiale Unesco.

Nessun provincialismo e nessun oblio dunque, ma un’Amministrazione comunale sempre attenta ed attiva sul piano culturale che riesce ad attivare percorsi virtuosi anche valorizzando le reti di collaborazione, ma soprattutto che spende intelligentemente le limitate risorse finora disponibili, contrariamente a chi fece del denaro del contribuente il bancomat cui attingere senza risparmio.

Tutto il lavoro fatto in questi due anni per questo primo importante passo, infatti, non è costato ad Alghero un euro di soldi pubblici. L’unico oblio che possiamo riscontrare ad oggi é quello della memoria della sinistra che, passata la fase dei proclami e della comunicazione creativa che l’ha sempre caratterizzata, oggi, per sopravvivere politicamente si caratterizza come opposizione intellettualmente troppo condizionata dal ruolo.

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