Tavolini by Lampis: privati infuriati

ALGHERO – Già all’indomani della sua approvazione, il regolamento dei suoli pubblici targato Bruno-Lampis, non ha fatto altro che creare polemiche: difficoltà nell’applicazione delle regole, norme troppo restrittive e impossibilità nel renderle valide in un tessuto sociale già molto sfibrato e devastato dalla crisi degli ultimi anni. Un assessore (Lelle Salvatore si è dimesso), un dirigente (Alberto Marrone) ha lasciato l’incarico. Insomma un percorso ad ostacoli che però pareva meno in salita da quando è entrato in giunta Gavino Tanchis. Da subito aveva garantito, in accordo con la Confcommercio, che avrebbe modificato il regolamento.

Sono trascorse settimane, mesi e quelle normative sono sempre valide e siamo già a giugno 2016, ma non solo, infatti stanno continuando a mietere “vittime” e soprattutto sollevare un mare di polemiche e parere contrari. E non stiamo parlando di “gufi, tifosi al contrario, ultras”, ma dei principali attori del comparto: i commercianti. Rabbia che ovviamente, com’è tipico dei giorni nostri e ancora di più dell’agire ozioso degli algheresi, trova spazio nella piazza virtuale (oramai reale) di facebook.

I titolari di un attività ubicata davanti la Cattedrale di Santa Maria, un elegante locale per aperitivi e vineria, hanno deciso di pubblicare con un collage di foto il negativo evolversi della situazione a loro danno rispetto al posizionamento di arredi, tavolini e sedie in una lingua molto stretta fuori dal loro bar. Immagini che non hanno bisogno di commenti e che sembrano palesare un pazzesco disegno finalizzato cancellare un settore che, vista la morte di altri comparti per Alghero primari, come ad esempio l’edilizia, rappresenta uno ancora dei pochi vitali della Riviera del Corallo.

Strade come via Sant’Erasmo considerate a doppio senso e per questo non è attraversabile per concedere dei tavolini nella piazzetta adiacente. Bastioni visti troppo distanti per rilasciare il suolo pubblico. Piazzette lasciate a sporcizia ed erbacce pur di non assegnarne la concessione ad un privato. “Se avessi potuto mettere già i tavolini lungo il bastione, come è accaduto in passato, avrei giù potuto iniziare a fare cassa, pagare le spese e soprattutto assumere due lavoratori in più”, lamenta un imprenditore. Un coro unanime quello degli esercenti che si vede privato della possibilità di garantire occupazione e soprattutto un servizio in una località che dovrebbe (o forse oramai doveva) vivere di turismo.

Nelle foto via Sant’Erasmo e la protesta col le immagini del locale davanti alla Cattedrale

S.I.