Senza luce e tavolini: disperazione

ALGHERO – Sono riusciti a far arrabbiare anche il più british dei ristoratori. Eoghain O’Neill, cuoco di fama internazionale, Masterchef alla guida del ristorante O’ Neil in via Sant’Erasmo, nella piccola e stretta del centro storico che conduce alla Cattedrale, in qualsiasi località turistica sarebbe osannato, messo in rete e sostenuto, al pari dei suoi colleghi imprenditori, al fine di garantire la sua presenza per maggior tempo possibile. Questo al netto di preferenze di gusto e scelte personalistiche, ma perchè in una fase di devastante crisi come quella attuale ogni connessione oltre le mura, e ancora di più globale in questo caso, sarebbe da accogliere a braccia aperte.

Invece, nonostante la caparbia di volere vivere, fare figli, investire e restare ad Alghero, anche per imprenditori del genere, è sempre più difficile. Oramai gli sfoghi su piazze reali e virtuali della categoria non ci contano più. Vediamo gestori di attività a cui viene cancellato il suolo pubblico, altri costretti a ripulirsi la zona da erbacce e sporcizia (non creata dall’attività) e ancora molti subire sanzioni inenarrabili che ammazzerebbero qualsiasi esercente. E così via, questa è anche Alghero oggi, uno scandalo vero e proprio che la Riviera del Corallo debba subire questo affronto in una delle (poche) categorie che ancora riesce a produrre promozione, occupazione e servizi (anche di alto livello) in questa città.

“Il Comune di Alghero, che barzelletta! Ci dicono che non possiamo mettere i tavoli oltre questa strada (via Sant’Erasmo) perchè considerata a doppio senso, e questo dopo che diamo lavoro a 18 persone, serviamo decine e decine di persone che apprezzano il nostro lavoro, eppure ci troviamo impossibilitati a poter dare ancora più lavoro per degli aspetti assurdi, a questo si aggiunge che ieri notte, per la dodicesima volta in un mese, il centro storico è rimasto per oltre 10 ore al buio“. A questo va aggiunto che lungo il bastione c’è un invasione di erbacce e insetti perchè gli alberi non vengono potati. “Abbiamo chiesto di poterlo fare noi, ci hanno detto che non era possibile, pazzesco”. Alla fine ci si trova davanti ad un piazzetta abbandonata, non utilizzata e senza decoro. Viene molto complicato considerare ancora questa città come turistica. Ma se la politica e le sue espressioni amministrative sono di passaggio, chi vive, produce, opera e fa impresa, se resiste, ci sarà ancora.

Nella foto Piazza Sant’Erasmo vuota e senza tavolini a differenza di quanto avvenuto in passato

S.I.