ALGHERO – “Legittimamente Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, invita a disertare le urne, non condividendo i quattro quesiti sul lavoro e quello sulla cittadinanza. Le aspre critiche della Todde verso gli esponenti politici che invitano al non voto sul referendum sono prive di fondamento politico e giuridico. L’invito a disertare i seggi per i referendum dell’8-9 giugno è una scelta politica aderente al dettato della nostra Costituzione e fisiologica. Il non voto è uno strumento legittimo per difendere le leggi che una parte politica chiede di abrogare. Si può non condividere, ma non può essere definito una scelta illegittima o immorale. Alla Todde sfugge che l’astensionismo lo promoveva proprio il leader referendario Pannella, che lo riteneva uno strumento politico del tutto legittimo. Lo promosse nelle politiche del 1983 e sul referendum del 1985 sulla scala mobile, quando invitò al non voto. La Todde dimentica pure, o non sa, che fra coloro che hanno propugnato l’astensionismo vi sono il cardinale Camillo Ruini e Giorgio Napolitano. E, dulcis in fundo, che non troppo tempo fa, più precisamente nel 2016, il PD e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi promossero l’astensione sul referendum per le trivelle. Il quorum è stato ovviamente introdotto in Costituzione dai Costituenti, allo scopo di tutelare il Parlamento da eventuali assalti referendari. E la regola è ancora prevista in Costituzione. Alla luce di ciò spetta ai referendari portare alle urne metà degli elettori più uno alle urne. E’ un diritto di chi non condivide i quesiti referendari invitare all’astensione. D’altronde, ci troviamo in una situazione bizzarra in cui il PD di Elly Schlein vuole abrogare le norme sul Jobs act del 2016 introdotte dall’ex segretario del PD Matteo Renzi. Una sfida tutta interna alla sinistra. Comprensibile che il centro destra voglia stare alla finestra di questo strano congresso del Partito democratico. Se ne faccia una ragione la Presidente Todde. E pensi a governare la Sardegna accantonando le fin troppo facili ma poco utili demagogie”.
Marco Tedde, consigliere nazionale di Forza Italia