Politiche: voto 11 giugno? Accordi

ALGHERO – La deadline è fine marzo. Mentre la data cruciale è fra pochi giorni: il 24 gennaio. La prima scadenza mette in paletti oltre cui non si può andare per indire elezioni anticipate entro l’estate, la seconda vedrà la Consulta decidere sulla legge elettorale. Nelle ultime ore, come anche anticipato da Algheronews [Leggi], prende sempre più sostanza la possibilità di andare al voto a giugno. Si parla già di una data: 11 giugno.

L’accelerata deriva dal fatto che Renzi, già da tempo contrario ad arrivare alla scadenza naturale del mandato, per capitalizzare l’assenza di una concorrenza interna al Pd, dove fra poco di sarà il congresso, e forse anche quella esterna, ha, pare, convinto Berlusconi. Quest’ultimo, in attesa anche della sentenza di Strasburgo che gli potrebbe permettere di ritornare a fare politica in primo piano e dunque anche ricandidarsi, pareva intenzionato a “fare melina”. Ma il profumo di proporzionale emerso nelle ultime settimane e ancora di più in queste ore dal conciliabolo dei vertici dei dem vicini all’ex-sindaco di Firenze avrebbe convinto il Cavaliere ad andare alle urne in primavera.

C’è, però, come detto, il passaggio della Consulta. I ragionamenti di Renzi e dei suoi, e dunque delle interlocuzioni con gli azzurri Brunetta e Romani, è legato al fatto che i giudici andranno a bocciare il ballottaggio e cancellare (o diminuire) il premio di maggioranza così da palesare due sistemi simili tra Camera e Senato. A quel punto occorrerebbe una leggina per definire candidati e sbarramenti e poi la palla passerebbe a Mattarella che, a quel punto, non avrebbe più scuse. Infatti anche i 5 Stelle, cosi come Salvini e Fratelli d’Italia, apprezzerebbero il fatto che si vada a votare subito. Unica variabile, come sempre in questi ultimi mesi, quella interna proprio al Partito Democratico. Renzi potrebbe trovare maggiori resistenze proprio all’interno del suo stesso partito. L’elezione del nuovo segretario dovrebbe fare chiarezza e, ancora una volta, le sorti dell’Italia saranno legate al “congresso permanente” del Pd. Ma almeno, dopo troppi anni, il popolo sarà chiamato a scegliere il proprio governo nazionale.

Nella foto Berlusconi e Renzi

S.I.