ALGHERO – “Oggi si è votato per eleggere i presidenti e i consigli delle Province in Sardegna. Per la nostra regione è la prima volta, ultima regione in Italia a svolgere queste elezioni da quando esiste la legge e dopo un decennio di commissariamenti.
In questo momento sono in corso gli spogli, ma a prescindere dai risultati:
Ai presidenti e a tutti i consiglieri che verranno eletti i miei più grandi auguri di buon lavoro.
È stato un voto di secondo livello, che coinvolge solo sindaci e consiglieri comunali. È un meccanismo fragile, odioso, che rende difficile persino costruire le liste e che allontana i cittadini da un’istituzione che dovrebbe invece appartenergli pienamente. È un meccanismo che a seconda di dove abiti vali di più o di meno.
Credo che questo sia il vero limite: la rappresentanza si indebolisce quando viene ridotta a una somma di equilibri, senza la partecipazione diretta delle comunità.
Eppure, io continuo a credere che le Province possano e debbano avere un ruolo decisivo. Sono l’ente intermedio che può tenere insieme territori, bisogni e servizi: dalle scuole alle strade, dalla pianificazione al sostegno alle aree interne, e con nuove funzioni che spero vengano finalmente trasferite dalla Regione.
Non ho mai definito né mai definirò le istituzioni dei carrozzoni né tantomeno luoghi di spreco o mangiatoie. Anzi, man mano che gli spazi democratici ed elettivi stanno diminuendo (negli anni sono stati ridotti gli eletti nei consigli comunali, in parlamento, in consiglio regionale) i cittadini vanno meno a votare e si fidano meno delle istituzioni. E i costi non sono diminuiti. Quindi: meno scatolette di tonno, meno leggi Delrio e più democrazia.
Per questo mi auguro che si torni presto al voto dei cittadini, perché senza democrazia non c’è forza né legittimazione.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di democrazia di prossimità, di istituzioni vicine alle comunità, capaci di contrastare i nuovi centralismi di Cagliari e di Roma e di dare voce ai territori che rischiano di restare ai margini.
Le Province possono essere questo: uno spazio di rappresentanza, di coesione e di sviluppo condiviso.
A patto che tornino ad essere davvero dei cittadini”.
Daniela Falconi, presidente ANCI Sardegna