“Info point e non centro d’ascolto”

ALGHERO – “Apprezziamo molto la straordinaria sollecitudine con la quale l’Assessore Cavazzuti ha provveduto a dare risposta scritta all’interrogazione del 13/11/2018 prot. 87382 relativa all’imminente apertura di un Centro di Ascolto ad Alghero (allega doc interrogazione), solerte velocità inconsueta per questa Amministrazione”. Cosi i consiglieri di centrodestra riguardo il Centro di Ascolto dedicato alle violenze di genere.

“Il Documento chiarisce molto bene quale tipo di servizio verrà inaugurato in data 25 novembre 2018: un info point, niente più di questo. Chi si era illuso di poter finalmente usufruire di un Centro di Ascolto per donne vittime di soprusi , cioè un Centro Antiviolenza (i Centri di Ascolto non dedicati sono servizi gestiti dalla Caritas che si occupano di qualsiasi forma di disagio, e Alghero ne ha uno operativo da molti anni, gestito dal Dott. Totino Cocco), dovrà ricredersi e attendere ancora a lungo”.

“Come precisato nella risposta dell’Assessore, questo servizio funzionerà come mero centro informazione e smistamento, svolto da operatrici delle quali, come da risposta non è possibile conoscere l’identità perché i loro dati vanno tutelati dalla privacy; che accoglieranno le donne che si rivolgeranno allo sportello, chiedendo loro esclusivamente i dati anagrafici, quale sarebbe il tipo di necessità, cioè se hanno bisogno di una consulenza legale, di uno psicologo, di una assistente sociale, di un membro delle forze dell’ordine. Raccolti questi dati, che invece per l’Assessore Cavazzuti non sono soggetti ad alcuna tutela e, in quanto tali, possono essere divulgati in una qualsiasi conversazione conviviale senza alcuna sanzione, le operatrici “senza nome” e delle quali non ci è dato conoscere il curriculum, “smisteranno” le donne vittime di violenza presso gli enti e gli operatori abilitati ad erogare gli interventi successivi”.

“Uno sportello che è sicuramente un unicum nel nostro territorio, un gesto di buona volontà da parte di una Associazione che, come indica la risposta dell’Assessore, non dispone al momento di personale qualificato e adeguatamente formato per poter garantire l’apertura di un Centro Antiviolenza, che deve rispondere ai requisiti contenuti nell’Art. 1 della Gazzetta Ufficiale n° 40 del 18/02/2015, dove sono riportati i requisiti strutturali ed organizzativi, quali competenze devono essere possedute dalle operatrici e quali devono essere i servizi minimi garantiti”.

“Seguendo le indicazioni di questa risposta, consigliamo a tutte le donne che si rivolgeranno a questo sportello di informazione, di non rilasciare confidenze personali, limitandosi a chiedere il contatto con le figure professionali di cui hanno bisogno e che, per obbligo deontologico, sono tenute al segreto professionale. Dal canto nostro, come consiglieri firmatari della interrogazione, insieme a tutte quelle persone della società civile sensibili al problema, vigileremo perché lo sportello svolga il compito a cui è preposto senza sforare in attività che non gli sono proprie”.

S.I.