Il giornalista Dessole candidato alle Regionali: “Impegno per la ripartenza di una generazione”

SASSARI – «Mi candido perché la politica è occuparsi di cose tutti i giorni, non una missione per supereroi». Giovanni Dessole, giornalista professionista, 47 anni appena compiuti e alla prima esperienza assoluta in una competizione elettorale, annuncia così il suo impegno per le Regionali sarde del prossimo 25 febbraio. Svestendo i panni di John McSun, suo ironico alter ego sui social, getta la maschera e si candida a consigliere con i Progressisti, a sostegno di Alessandra Todde, «perché abbiamo le stesse idee, la stessa visione di Sardegna. Quell’isola in cui vivo da sempre e che per lavoro percorro da nord a sud – spiega Dessole – lungo quelle strade che ormai conosco bene, facendo lo slalom fra buche e deviazioni, e su cui è necessario intervenire». Originario di Nulvi, ha seguito da vicino la lunga gestazione che ha portato all’apertura della Statale 200, la “Strada dell’Anglona”, «ma conosco bene anche i disagi che i sardi devono affrontare, inspiegabilmente da sempre, per potersi connettere al resto del mondo, con una continuità territoriale insufficiente e in balia del mercato delle low cost», racconta. Come tutti coloro che vivono le realtà profonde della Sardegna, Giovanni Dessole osserva da vicino l’invecchiamento della popolazione, spesso senza l’aiuto necessario: «Quotidianamente vivo sulla pelle le complessità legate all’assistenza agli anziani e la problematica Alzheimer – ammette, con la consapevolezza di chi conosce il tema – perché vorrei avere la certezza di una sanità pubblica capace di tutelare mio padre e mia madre e me stesso che corro verso i 50».

«Sono nato e cresciuto in paese, ho studiato e lavorato in città e nell’Isola, viaggiato la Sardegna, la penisola e l’Europa vivendo a fondo ogni esperienza e ogni angolo della realtà paesana, cittadina e continentale, affamato di incontri e conoscenza con lo sguardo fisso all’orizzonte», dice, sintetizzando il suo passato. Il suo futuro può essere al Consiglio regionale «perché mi piacerebbe essere solo il primo di una lunga lista, sbloccare una generazione intera di professionisti e attirarli nella rete della politica raccontando loro che si può fare, che anche noi possiamo partecipare e bisogna essere tanti, motivati e curiosi, per essere davvero un nuovo punto di partenza di troppi disamorati della politica. E per questo serve arrivare là dove conta, là dove si decide».

Scrittore da 28 anni, giornalista da 17 e professionista dal 2016, ha collaborato con importanti testate locali e nazionali, scrivendo soprattutto di cultura e sport, le sue grandi passioni. Già addetto stampa della Dinamo Basket Sassari, oggi gestisce la comunicazione della Torres Calcio, ma in passato ha difeso – professionalmente – anche i colori del Latte Dolce e del Basket Nulvi. «In ognuna di queste esperienze ho potuto apprezzare la grande ricchezza dello sport isolano, ricco di talenti ma ancora troppo povero di strutture degne di questo nome». E ancora la cultura, vissuta da cronista ma anche da animatore, lavorando dietro le quinte di festival che hanno portato in Sardegna nomi di prima grandezza della musica, dell’editoria, del teatro. Ma anche un grande lavoro con i giovani per tanti progetti formativi. Una laurea in Scienze politiche in tasca, un’esperienza da mettere a disposizione dei sardi «per essere un’anomalia del sistema, come il Neo di Matrix – non a caso, l’Eletto – perché sono una persona qualunque, perché ho aspettato anche troppo per farlo, perché nessuno me l’ha chiesto e nessuno me l’ha imposto. E perché è giusto che tutti, oggi, ci impegniamo un po’ di più».