L’arte di governare (oggi) non è per tutti

ALGHERO – “La politica rischia di fare più danni della pandemia”. Bonomi, leader di Confindustria, ha sintetizzato con queste parole il sentimento diffuso di queste settimane di totale delirio e confusione. Un caos indegno e imputabile solo alla totale incapacità di parte di alcuni governanti che non sapendo che “pesci prendere” hanno imposti divieti eccessivi e senza senso con norme confuse e annunciate pure senza copertura. E in questo tricarne finisce anche il “passaporto sanitario”, misura in principio corretta e doverosa, diventata, però, quasi uno sberleffo. Troppe le carenze organizzative e soprattutto comunicative per supportare un progetto del genere.

Forse manca la contezza della realtà, una volta che si varcano le porte dei palazzi del potere. Però i tempi della politica, e soprattutto della burocrazia, non sono quelli della vita quotidiana. Tutto è molto più rapido. Un anno di oggi equivale a tre anni di un lustro fa. Invece si traccheggia, si fanno incontri, tavoli, commissioni, etc, etc. quando l’elettore, nel segreto dell’urna, ha già delegato chi per lui deve decidere e agire. E pure subito, viste le emergenze epocali.

Certo, governare in questa fase è di una difficoltà enorme, ma proprio per questo, come ha detto Crozza nella sua ultima puntata: “In momenti normale di ministri come Boccia, Azzolina, Bonafede, Di Maio, forse neanche ci si accorgerebbe, ma in questo periodo, la loro figura, si sgretola, davanti agli accadimenti”. Sono messi a nudo nella loro totale improvvisazione e non solo loro.

Nessuno dice che sia facile, ma nessun’altro dice, nemmeno, che lo debbano fare per forza. Ricoprire certe deleghe oggi, a livello locale, è come essere in trincea in guerra e non si può sbagliare nulla. Figuriamoci se a ricoprire certi ruoli sono persone che di quei settori nella vita non si sono mai occupati. Non hanno studi adatti. Non sono portati per forma mentis e ancora altro. La già difficile situazione, diventa disastrosa e irrecuperabile.

Purtroppo non è il momento dell’improvvisazione e degli improvvisati. Se uno non è grado di farcela da solo, si fa aiutare. Non c’è nessun arretramento in questo, anzi. E’ segno di intelligenza e maturità, e tra l’altro lo insegnano tutti i big e in tutti i campi Queste settimane, questi mesi sono e saranno cruciali come forse non mai dal dopo-guerra ad oggi. Chiunque abbia dei ruoli di governo e istituzionali si faccia un’esame di coscienza e comprenda se è all’altezza o meno, altrimenti agisca di conseguenza. Per il bene suo e soprattutto della comunità che rappresenta e che lo ha delegato.

S.I.