Gentiloni premier. Legge e poi voto

CAGLIARI – Il presidente della Repubblica Mattarella ha affidato l’incarico al ministro uscente Paolo Gentiloni che ha accettato con riserva (è un passaggio tecnico). E’ lui, di fatto, il nuovo Presidente del Consiglio. Adesso ci sarà la creazione del nuovo governo che pare vedrà molte conferme rispetto all’esecutivo guidato da Renzi. A quanto pare si tratta di un “governo di scopo”. In particolare, come noto, la nuova legge elettorale. Obiettivo andare al voto fra pochi mesi, ma non è detto che, visti anche gli impegni internazionali di questi mesi che vedrà l’Italia ospitare anche il G7, si vada anche oltre.

E’ probabile che le elezioni slittino a ottobre oppure addirittura a febbraio 2018 ovvero la scadenza naturale. Ma questa ipotesi è quella meno credibile. Una volta arrivata la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum (fissata per fine gennaio) quasi certamente verranno subito fissate le elezioni. Certamente, come detto dallo stesso neo-premier, le maggiori forze di opposizione (Forza Italia, 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia) non faranno parte del suo governo. Ciò significa che, a parte la legge elettorale, su cui ci sarà una collaborazione, restano distanti le posizioni in vista di una imminente campagna elettorale che vedrà ritornare in auge una legge proporzionale.

Sardegna. Tutto questo, come già detto, avrà sicuramente dei riflessi anche a livello locale e dunque regionale, come già sta avvenendo in Sardegna in seno alla maggioranza e Giunta guidate da Pigliaru. Ma non solo. Infatti, quanto accaduto a Roma, cambia in maniera decisiva anche gli equilibri interni al Partito Democratico con la corrente renziana (nell’Isola facente capo al consigliere regionale Gavino Manca e anche, più di recente, ai soriani) che perde sicuramente punti a favore di altre componenti e in particolare di quelle condotte da Cabras, Lai, Spissu e Fadda. Dunque gli ex-Ds e Margherita ovvero, quest’ultimo, proprio l’ex-partito del Presidente Gentiloni.

Nella foto Gentiloni

S.I.