Emergenza Verde: parla Pulina |video

ALGHERO – Sabato, nella sede di via Mazzini, il Partito Democratico ha organizzato un nuovo incontro. Il Caffè del Pd ha visto protagonisti l’entemologo Gavino Delrio e l’amministratore unico dell’agenzia regionale Forestas il professore Giuseppe Pulina. Un appuntamento molto interessante, alla presenza del segretario provinciale Gianpiero COrdedda, quello cittadino Mario Salis e dei consiglieri Enrico Daga e Mimmo Prisi, oltre che della dirigenza locale, visto soprattutto l’attualità del tema a seguito dell’emergenza ad Alghero in considerazione del verde. Ciò riguardo, in particolare, le palme presenti in città, periferia e borgate. Il punteruolo rosso ha devastato l’intero sistema di alberate andando a cambiare per sempre lo skyline della Riviera del Corallo e ciò è un fatto estremamente grave per una località turistica. D’altra parte l’amministrazione comunale si è adoperata per sostituire le piante e mantenere quelle sane, certamente oramai il danno è fatto e, come detto dallo stesso Pulina, poteva essere evitato.

“Se avessero ascoltato i consigli dei tecnici e continuato a mantenere attiva la task-force creata nel recente passato si sarebbero potute salvare molte più palme”, ha detto Pulina che poi ha evidenziato un fatto piuttosto sorprendentemente negativo “inoltre noi abbiamo offerto i nostri servizi al Comune attraverso un accordo tra Regione e Forestas, l’unica cosa che chiedevamo era una pattuglia della Polizia Municipale per salvaguardare i lavoratori e seguire i lavori, ma no ci è stata fornita ed abbiamo dovuto sospendere gli interventi”. In un periodo di carenza di personale, questo è un qualcosa di assurdo. “Del resto il nostro aiuto, ad esempio, per salvare la pineta di Maria Pia è stato fondamentale, visti i problemi alle dune e la presenza di parassiti, e anche in quel caso nessuno si è ricordato di ringraziare l’ente da me amministrato”, ha chiuso Pulina. Pure Delrio ha sottolineato il fatto che le palme si sarebbero potute salvare “ovviamente attuando interventi per tempo e soprattutto non lasciando accatastate per mesi le parti potate delle alberate” come invece avvenuto nel centro di Galboneddu dove il punteruolo ha trovato casa nei residui delle essenze arboree per almeno sei mesi”. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Nella foto Giuseppe Pulina

S.I.