Centrosinistra nervoso: Pigliaru rischia

CAGLIARI – “Quanto accaduto domenica scorsa al referendum evidentemente non è servito, ancora una volta non si riesce a cogliere ciò che sta avvenendo fuori dai palazzi della politica”. Cosi Roberto Desini consigliere regionale del Partito dei Sardi. Forza politica che esprime l’assessore Paolo Maninchedda e che già da mesi non nasconde la propria insoddisfazione per le mancate risposte della Giunta Regionale ai tanti problemi dell’Isola.

“Per questo motivo, il Partito dei Sardi non ha partecipato al voto per il rinnovo degli Uffici di Presidenza delle Commissioni permanenti del Consiglio regionale. Lo ha fatto perché non condivide il modo di procedere della maggioranza”, e ancora Desini “le Commissioni sono scadute a settembre, da allora abbiamo chiesto inutilmente la convocazione di un vertice di coalizione per individuare un percorso condiviso che portasse alla definizione dei nuovi assetti degli organismi consiliari. Così non è stato. Siamo contrari alla scelta di conservare lo status quo e, di fatto, di congelare il rinnovo delle commissioni con la conferma dei precedenti Uffici di presidenza”.

Ma per qualcuno non c’è solo questo motivo dietro le proteste del Partito dei Sardi, ma anche la richiesta dell’assessorato all’Agricolura che, da oggi, ha perso la sua guida nella persona di Elisabetta Falchi [Leggi]. Pds composto da 5 consiglieri. Di fatto Pigliaru sta entrando in uno dei momenti più difficili del suo mandato che potrebbe nascondere brutte sorprese, del resto anche la batosta referendaria palesa la volontà popolare che boccia la Giunta Regionale e in generale la guida del centro-sinistra in relazione alle tante emergenze della Sardegna.

Nella foto il gruppo consigliare del Partito dei Sardi

S.I.