Virus, ad oggi 825 casi. A Sassari solo +19

CAGLIARI – Sono 825 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 6.478 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 146, di cui 24 in terapia intensiva (dato stabile rispetto all’aggiornamento precedente), mentre 598 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 26 pazienti guariti, più altri 14 guariti clinicamente. Salgono a 41 i decessi.

Sul territorio, dei 825 casi positivi complessivamente accertati, 134 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+8 rispetto al dato precedente), 63 (+1) nel Sud Sardegna, 19 (+1) a Oristano, 62 (+2) a Nuoro, 547 (+19) a Sassari

Diffusione dati, solo prudenza

ALGHRO – “Voglio chiarire la mia posizione sulla diffusione di dati che alcuni concittadini, per la verità non tantissimi, chiedono, presumo per trarre informazioni circa la diffusione del contagio nella nostra città. Su un tema così delicato penso sia necessaria tutta la prudenza e tutta la serietà che il tema richiede. Gli elenchi che riceviamo dalla Protezione Civile riguardano persone verso le quali il comune deve svolgere assistenza, per consegna farmaci, generi di prima necessità o per altre esigenze della normale vita di tutti i giorni. Sono dati senza alcun significato ai fini statistici. Non sono, quindi, indicativi di nulla che possa avere una qualche utilità a fini pubblici, né tantomeno dell’evoluzione del contagio in città”. Così il sindaco Mario Conoci ha parlato oggi, nel corso della conferenza stampa incentrata sul bilancio, sull’evolversi  della situazione emergenziale ad Alghero. “La curiosità è un fattore umano, ma in una situazione di crisi come questa è meglio lasciarla da parte e concentrarsi per comunicare cose utili – ha detto – piuttosto che diffondere dati che rischiano di indurre comportamenti contrari a quelli da assumere. Il numero dei tamponi eseguiti ad Alghero, come nel resto della Sardegna, non è utile per indirizzare i comportamenti che tutti noi dobbiamo tenere e la trasmissione dei dati conseguenti potrebbe, ripeto, generare un messaggio di un disimpegno che, invece, è da evitare assolutamente. Diffondere dati tanto per diffonderli è sbagliato, tanto più se inducono a  fare apparire quasi irrilevante in termini percentuali la presenza del virus in città, e noi non vogliamo dare un messaggio così “fuorviante”, che potrebbe fare abbassare la guardia. Non è volontà di nascondere informazioni, è semplice prudenza”. Il compito del sindaco è quello di preservare la salute dei cittadini “e noi – spiega – lo stiamo facendo con ogni mezzo e con ogni strumento a nostra disposizione. Non pensiamo che i dati in nostro possesso siano, nell’ambito della gestione della crisi, un fattore  rilevante, ed inoltre non è stato attribuito al Comune il compito di divulgarli. È rilevante semmai mettere in campo tutte le competenze e le responsabilità necessarie per proteggere la salute della nostra comunità. Il compito del Sindaco non è quello di diffondere dati, quindi, questo è un compito della Protezione Civile. Possiamo essere d’accordo o meno, ma non è il momento di mettersi a discutere su questi aspetti. Ognuno deve svolgere il proprio compito e noi lo stiamo facendo. Ho detto che simo in guerra, qualcuno ha strumentalizzato questo parallelo, ma la verità che quella che si sta combattendo è proprio una guerra di tutti noi contro il virus. Per vincerla è necessario attenersi ognuno al proprio ruolo e svolgerlo con la massima disciplina e responsabilità possibile. Certo, ciò non significa che non siamo al fianco delle istituzioni sanitarie, con le quali mi rapporto più volte quotidianamente. Ho chiesto che vengano fatti più tamponi, ho ribadito la necessità che  vengano processati ad Alghero invece che a Sassari, per avere risposte più celeri possibili. Vogliamo l’apertura delle terapia intensiva, e su questo stiamo pressando quotidianamente. Ma concentriamoci sull’emergenza, su quanto è necessario fare per i nostri concittadini in difficoltà, sul rispetto delle prescrizioni. Questa battaglia la vinciamo tutti insieme ma tutti abbiamo un compito da svolgere con sacrificio e rigore per ritornare prima possibile alla normalità”.

Virus, dati 2 aprile: 794 casi in Sardegna. +31 nel Sassarese

ALGHERO – Sono 794 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 5.970 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 141, di cui 24 in terapia intensiva, mentre 577 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 23 pazienti guariti, più altri 13 guariti clinicamente. Salgono a 40 i decessi. Sul territorio, dei 794 casi positivi complessivamente accertati, 126 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+10 rispetto al dato precedente), 62 (+4) nel Sud Sardegna, 18 (+3) a Oristano, 60 (+1) a Nuoro, 528 (+31) a Sassari.

Anziano smemorato vaga sulla 131, fermato

SASSARI – Si intensificano i controlli da parte della Polizia di Stato in questo periodo di emergenza epidemiologica e, nonostante i divieti imposti si riscontra ancora un’eccessiva presenza di persone sulle strade, ognuno con le proprie giustificazioni. Escludendo chi veramente si muove per lavoro o stato di reale necessità, non mancano i furbetti che adottano motivazioni non proprio “veritiere”.

Cessato il fenomeno dell’animale di pelouche da portare a spasso, adesso si diventa animalisti diretti in campagne inesistenti come gli stessi animali che si và a dar da mangiare. Si diventa super eroi andando a trovare la fidanzata perché inconsolabile data la lontananza. Ci si scopre maniaci del pulito diretti negli autolavaggi per dedicarsi alla cura della propria vettura. Oppure senza necessariamente dare spiegazioni e privi di autocertificazione ci si sposta e basta.

E’ il caso di un signore trovato alla guida del proprio veicolo, in palese stato di ebbrezza alcolica, risultato positivo alla prova etilometrica, resasi indispensabile date le condizioni psico-fisiche dello stesso conducente con un tasso alcolemico superiore di ben quattro volte tanto il limite legale.

A bordo del proprio mezzo, senza copertura assicurativa da qualche mese, si spostava di parecchi chilometri dalla propria abitazione senza fornire alcuna motivazione valida. Per tale motivo è stato sanzionato ai sensi del D.L. 25 marzo 2020 n.19 per un importo pari ad euro 533, oltre  alle sanzioni previste per la guida in stato di  ebbrezza, con relativo ritiro della patente di guida, e mancanza dell’assicurazione obbligatoria con sequestro del mezzo.

Gli agenti della Polizia Stradale inoltre, nei giorni scorsi si sono imbattuti in un anziano che intorno alle 12:00 vagava spaesato in piena corsia di sorpasso sulla ex S.S. 131, in prossimità dell’Agenzia delle Entrate. 

Gli operatori, a seguito delle numerose segnalazioni di automobilisti, hanno raggiunto l’uomo di circa 79 anni che, in evidente stato confusionale, non è riuscito a dare spiegazioni né tantomeno indicare chi fosse e dove abitasse. Risultato affetto da evidenti disturbi della memoria, l’uomo, dopo essere stato convinto a salire immediatamente in auto, ha mostrato di non aver in nessun modo percepito l’enorme pericolo che aveva corso.  Dopo una serie di verifiche, gli operatori sono riusciti ad identificare i familiari residenti a Sassari che non si erano ancora resi conto dell’allontanamento.

Rsa Matilda e Villa Gli Ulivi, nessun contagiato

SASSARI – La guerra in atto in tutta Italia contro il Coronavirus amplifica le preoccupazioni e le ansie di quanti hanno un familiare ospite in una casa di riposo. Per fortuna nessuno degli attuali 86 ospiti nelle strutture sarde del gruppo “Sereni Orizzonti” (RSA “Matida” a Sassari e RSA “Villa Gli Ulivi” a Silanus) è finora risultato positivo al Covid-19.

L’isolamento forzato nel quale si trovano da ormai un mese queste persone, anziane e molto spesso non autosufficienti, rischia peraltro di incidere negativamente sul loro umore così come su quello dei parenti che non possono più andarli a visitare. Alla primaria tutela sanitaria si deve pertanto unire un’attenzione particolare all’equilibrio emotivo e psicologico degli ospiti, rendendo la vita dentro la struttura comunque gradevole, arricchita di attività ad hoc che rendano confortante la quotidianità.

Proprio per questo gli operatori di “Sereni Orizzonti” delle RSA a Sassari e a Silanus hanno da tempo contattato tutti i familiari degli ospiti, in particolare di quelli allettati, al fine di poter programmare videochiamate WhatsApp quotidiane e in determinate fasce orarie. Una soluzione che sta riscuotendo un grande successo tra i nonni, molti dei quali non sono abituati all’uso delle nuove tecnologie: poter vedere i volti dei propri cari e poter scherzare e conversare con loro è una medicina preziosa che stempera la tensione e risolleva immediatamente il morale di ciascuno, suscitando forti emozioni positive. Le lacrime di gioia e i sorrisi pieni di felicità di queste persone ricompensano infermieri e operatori socio-sanitari che in questi giorni si stanno sforzando di regalare serenità ai loro assistiti.

Virus nel sassarese, allarme contagi nelle”case di riposo”

SASSARI – L’emergenza a causa dei contagi dagli Ospedali del Sassarese (Sassari, Alghero, Olbia e Tempo) si è trasferita alle “case di riposo”. E’ difficile descrivere tale condizione di allarme che poteva essere prevedibile e proabilmentedoveva essere monitorata da settimane al fine di evitare contagi e purtroppo anche decessi.

Il segretario della Cisl Pf Armando Ruzzetto ha scritto una lettera al Prefetto e ai vertici sanitari locali e regionali. “Si comunica e si informano le SS.LL. sull’estrema necessità di intervento presso la RSA “San Nicola” Loc. Piandanna, Sassari, nella quale sono stati sottoposti al “tampone” solo una parte dei dipendenti e pochi ospiti/degenti; il risultato è che sono positivi oltre 22 dipendenti e alcuni pazienti (4/5 pazienti su pochi campioni effettuati);  ai quali parrebbe poi aggiungersi un elenco lunghissimo di degenti con la febbre e diversi decessi”.

“Ciò premesso, si chiede di disporre la sorveglianza sanitaria presso la sopra richiamata RSA al fine di evitare ulteriori rischi di contagio e di sottoporre a tampone il restante personale e i pazienti per i quali tale accertamento non è stato ancora effettuato.  Si coglie l’occasione per chiedere che si dispongano, con estrema urgenza, i necessari controlli”.

Casa Serena, 63 casi: situazione monitorata

SASSARI – È di 63 positivi al Covid-19 il riscontro sui 162 tamponi eseguiti dai medici dell’Esercito sugli ospiti e il personale della residenza per anziani Casa Serena, a Sassari, e analizzati dal Policlinico Militare Celio di Roma. Il dato è stato appena validato dai competenti uffici di igiene pubblica regionale e per questo non era tra i dati della conferenza stampa giornaliera con il Presidente della Regione. Sarà trasmesso anche all’Istituto superiore di sanità nella giornata di domani ed entrerà a dar parte dei dati ufficiali sui contagi. “Il Dipartimento di prevenzione dell’Ats – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – sta intervenendo per attuare tutte le misure necessarie per contenere la catena di contagio. Le persone risultate positive sono già state poste in isolamento e la situazione è ora monitorata con la massima attenzione”.

“Affrontiamo un nemico subdolo – precisa l’esponente della Giunta Solinas –, l’intervento del personale sanitario dell’Esercito richiesto dalla Regione ci ha consentito di procedere con maggiore rapidità al monitoraggio e di attivarci per arginare la diffusione del contagio. Un risultato reso possibile dal lavoro congiunto delle istituzioni in un momento difficile per la Sardegna e l’Italia. Dalla Difesa un segnale importante di vicinanza al nostro territorio, ai nostri operatori sanitari e ai cittadini. La nostra l’attenzione resta massima: la salute degli anziani, fra le persone più a rischio in questa battaglia, è una priorità così come la tutela degli operatori”.

Virus in Sardegna, 530 casi. Calo a Sassari

CAGLIARI – Sono 530 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 3.801 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 112, di cui 19 in terapia intensiva, mentre 384 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 8 pazienti guariti, più altri 5 guariti clinicamente. Salgono a ventuno i decessi. Sul territorio, dei 530 casi positivi complessivamente accertati, 83 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 50 (+29) nel Sud Sardegna, 9 (+2) a Oristano, 52 a Nuoro, 336 (+5) a Sassari.

Protezione Civile sarda, esempio nazionale

CAGLIARI – “La macchina organizzativa messa in campo dalla Regione per contrastare l’emergenza Covid-19 sta funzionando a pieno regime e rappresenta un modello di riferimento a livello nazionale, esempio di una gestione efficace ed efficiente degli interventi sul territorio”. Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, esprimendo grande apprezzamento per il lavoro fin qui svolto dalla Protezione civile regionale.

“Lo schema adottato dalla Sardegna”, aggiunge il presidente Solinas, “cioè quello di dare poteri speciali di coordinamento al direttore generale della Protezione civile, ha ricevuto consensi dalla Commissione speciale, che si è riunita ieri in nel corso della 118esima videoconferenza, e dallo stesso capo dipartimento della Protezione civile, che ha invitato tutte le Regioni a seguire il nostro modello organizzativo, perché è uno strumento snello per la gestione dell’emergenza a supporto del sistema sanitario, con tempi di reazione molto più veloci rispetto ad altre realtà”.

Coronavirus, personale pulizie a rischio

SASSARI – «In mezzo alla tempesta generata dal Covid 19 mi chiedo: siamo tutti nella stessa barca? Pare proprio di no. E mi riferisco nello specifico a tutto il personale che opera nel settore delle pulizie e sanificazione di ospedali, presidi sanitari e uffici o aziende che devono garantire i servizi essenziali ai cittadini».

Così il segretario UilTrasporti Antonio Sias: «La situazione è grave. Si tratta di persone che hanno famiglia e parenti da tutelare e salvaguardare. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che operano in spazi e locali, in primis quelli dei nostri presidi ospedalieri, che sono già stati contaminati. Si tratta di persone che fanno quanto devono con protezioni minime, talvolta assenti, frutto del fai da te o recuperate spesso grazie alla solidarietà dimostrata da soggetti terzi».

Una riflessione che parte dalla necessaria tutela da riservare a chi lavora sul campo: «Nella maggioranza dei casi i datori di lavoro si sono volatilizzati. Oppure ancora peggio, per provare a recuperare terreno rispetto alle disposizioni messe in campo dagli ultimi decreti, ammassano i lavoratori in una stanza, cosa assolutamente vietata, per svolgere un affrettato corso di formazione in video conferenza sull’emergenza». 

Tutela del lavoro, quindi. E necessaria tutela della salute: «Ancora di più sono poi gli operatori che da giorni entrano ed escono da questi luoghi senza che nessuno, nonostante le ripetute richieste, li sottoponga ad un tampone di controllo. Ribadisco il concetto: si tratta di persone che quotidianamente vanno a lavorare con l’ansia del contagio. Con la paura di essere contagiati e soprattutto di poter contagiare i loro affetti, persone che responsabilmente si sono autodenunciate alle autorità sanitarie non senza far presente e segnalare agli organi di vigilanza quanto sta loro accadendo». 

Ma l’arringa del segretario UilTrasporti non si arresta: «In alcuni casi si arriva a sfiorare il paradosso. Nella casa di riposo di “Casa Serena” su un totale di 10 operatori attivi 5 si sono messi volontariamente in quarantena su consiglio dei loro medici. Rispetto agli altri, su 5  tamponi effettuati alle lavoratrici addette alle pulizie 3 sono risultati positivi. Immediata  è stata la decisione del loro datore di lavoro che, correttamente, ha anteposto la tutela della salute dei suoi dipendenti alle ragioni contrattuali. La conseguenza? Purtroppo è nota a tutti: revoca immediata dell’appalto con conseguente rischio per tutte le operatrici di perdere il posto di lavoro».

La Uiltrasporti ha inviato all’attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri una nota accorata, sottolineando la gravità della situazione sopra descritta e le difficili condizioni in cui si trovano ad operare lavoratrici e lavoratori del comparto pulizie e sanificazioni. «Non è certo il momento di fare polemica o ancor meno di abbandonare la barca – chiude Sias -. Noi e le nostre iscritte continueremo a garantire il massimo impegno su ogni fronte, a condizione che vengano rispettate tutte le disposizioni precedenti ed attuali in merito alla tutela della salute, alla tutela dei posti di lavoro e alle garanzie di sicurezza dei lavoratori».