1,5 kg di droga: arresto ad Alghero

ALGHERO – Nella serata di martedi i Carabinieri del Nucleo Operativo Aliquota Operativa di Alghero, impegnati nel contrasto dello spaccio di droga, hanno arrestato un algherese di 44 anni per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I militari guidati dal comandante Daniele Girgenti hanno intensificato i servizi per il controllo del territorio e, nel corso di un’attività finalizzata alla repressione dei reati sulla diffusione della droga hanno rinvenuto nell’abitazione di un uomo, sita nella Riviera del Corallo, 3 confezioni di cellophane dal peso di circa 500 grammi contenenti marijuana. Tutto all’interno di una busta di colore bianco per un peso totale di circa 1.5 Kg. I militari hanno deciso di approfondire i controlli anche in un locale notturno, nelle disponibilità dell’uomo, e hanno rinvenuto due altre piccole dosi di marijuana e una di cocaina. Lo stupefacente è stato sequestrato mentre per il 44enne è stata convalidata la condanna, anche se resterà in libertà in attesa di ulteriore giudizio.

P.S.

Indagine Urp: Finanza in Comune

ALGHERO – La Guardia di Finanza bussa di nuovo in Comune. Non è la prima volta, in questi ultimi tempi, che le Fiamme Gialle fanno capolino nelle sedi dell’Ente Locale. Questa volta a finire sotto le lenti della Magistratura sarebbe l’assegnazione dello svolgimento del servizio Urp ovvero Ufficio Relazioni con il Pubblico da parte della Fondazione Meta. Passaggio che, come quasi ogni atto facente capo all’amministrazione Bruno, aveva scatenato già diverse polemiche.

A partire da uno dei tanti annunci (per adesso disattesi) che vedeva l’ubicazione dell’ufficio nella ex-Casa del Caffè, scelta comunicata e difesa dal segretario generale Luca Canessa [Leggi]. Ma non solo la scelta del luogo. Infatti anche il contenuto della delibera con la famigerata “scelta a gradimento” del personale aveva sollevato un polverone con l’intervento, tra gli altri, anche di Andrea Delog di Forza Italia-Alghero [Leggi].

E proprio il partito di opposizione, pare in collaborazione con qualche altra realtà associativa e cittadino, aveva presentato una formale denuncia all’Anac, l’anticorruzione di Roma guidata da Cantone. E, come detto, l’azione della Finanza pare sia legata a questa richiesta di chiarimenti. Dunque, dopo l’intervento del Tribunale di Sassari per l’antenna di Sant’Agostino [Leggi], a seguito di una denuncia dei cittadini residenti nel Quartiere, adesso nuova visita delle Fiamme Gialle tra le carte prodotte dagli uffici e propaggini facenti capo all’amministrazione Bruno. Da non dimenticare, infatti, l’indagine che presto produrrà alcune comunicazioni ufficiali riguardo il bando e successivi risvolti del bando sull’igiene urbana, poi sempre per la stessa Meta è ancora sotto indagine il concorso per la figura del direttore e anche quella, sempre indirizzata anche all’Anac, oltre che alla Procura, sulla gestione dell’ex-Caserma di via Simon.

Nella foto gli uffici che hanno ospitato la Meta e oggi sede del sindaco Bruno

S.I.

Antenna Sant’Agostino sequestrata

ALGHERO – “Si sospendono i lavori, ma dobbiamo trovare in venti giorni una soluzione condivisa, Cittadini, Società di telefonia, Consiglio Comunale”. Cosi il sindaco Mario Bruno il 21 novembre 2014. Ma poi, anche se i residenti non furono per niente d’accordo, la stazione radio per telefonia dentro il quartiere di Sant’Agostino fu lasciata e attivata con gli eventuali e anche comprovati pericoli per salute pubblica visto l’inquinamento creato dalle onde elettromagnetiche.

Oggi, dopo due anni e mezzo, arrivo l’intervento della Magistratura. Questa mattina, infatti, il personale incaricato dal Tribunale di Sassari, a seguito di diverse denunce e segnalazioni, tramite l’intervento dei carabinieri, ha posto sotto sequestro (dunque disattivato) l’antenna della Vodafone. Un nuovo problema per l’amministrazione Bruno che adesso dovrà rispondere rispetto ad un responsabilità oggettiva di non aver bloccato l’installazione di tale antenna. Pare siano già arrivato alcuni avvisi di garanzia con indirizzo Sant’Anna.

Nella foto

Centauri-banditi: fuga e denunce

OLBIA – Nel tardo pomeriggio di ieri, mentre le pattuglie erano impegnate a prestare ausilio ai Vigili del Fuoco per l’incendio che si era sviluppato a sud di Olbia, i motociclisti della Sezione Radiomobile hanno notato due moto che si divertivano a gareggiare tra loro, impennando nel traffico della SS 125, all’altezza delle saline. Alla vista dei Carabinieri che hanno cercato di intimare loro l’alt, le due moto hanno fatto inversione e si sono date alla fuga. L’inseguimento dei Motociclisti dei Carabinieri ha consentito di fermare immediatamente una delle due moto, una Kawasaki Z750 a cui sono state contestate alcune infrazioni al Codice della Strada, mentre l’altra moto è stata inseguita a lungo e individuata solo successivamente. Il conducente della seconda moto, A. P., 26enne di Olbia, è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Tempio Pausania per resistenza essendo fuggito alle pattuglie dei Carabinieri e gli sono state contestate diverse violazioni al Codice della Strada, per un totale di oltre 4000 euro e 98 punti della patente.

La cosa singolare che ha colpito i militari impegnati nel pericoloso inseguimento è stato scoprire che entrambi i motociclisti, a bordo di due moto che erano già state segnalate per essere fuggite a diversi posti di controllo di Carabinieri, Polizia e Polizia Locale di Olbia, hanno perso i rispettivi fratelli in due incidenti stradali, in moto, accaduti uno a novembre 2013 e l’altro nel mese di ottobre 2015. Evidentemente l’esperienza di vita che i due, per ragioni diverse, ma in condizioni simili, hanno attraversato, non è stata sufficiente a imporre loro una riflessione sui pericoli e sui rischi che comporta una guida imprudente e pericolosa.

Nella foto i carabinieri

S.I.

Auto bruciate, Tellini: ora basta

PORTO TORRES – La città sta attraversando un periodo oscurantistico”. Così il consigliere d’opposizione del Psd’Az Davide Tellini sulla preoccupante condizione in cui si trova il centro turritano dove la crisi sta creando l’humus anche per diffuse azioni che sfociano nella cronaca in particolare le auto bruciate. Ultima in ordine di tempo, una Smart totalmente incendiata a pochi metri dalle abitazioni.

“Mai come oggi si sta vivendo una situazione dove i cittadini assistono inermi ad atti di vandalismo che inquietano la popolazione. Ancora non vede genesi il progetto già finanziato della videosorveglianza in città che darebbe una possibile in più per individuare questi delinquenti. Purtroppo sul progetto è calato il silenzio, così come non si trova traccia di solidarietà da parte di chi rappresenta la città nei confronti di chi ha subito questi atti vandalici. Abbiamo la massima fiducia nelle forze dell’ordine che sicuramente stanno lavorando per poter individuare chi si fregia di tanto disonore”.

Nella foto l’ultima auto bruciata a Porto Torres

S.

Fluorsid di Giulini: 7 arresti

CAGLIARI – Sette gli arresti – cinque con la misura del carcere e due ai domiciliari – nell’operazione compiuta oggi alla Fluorsid di Cagliari dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna per i reati di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di plurimi delitti ambientali, e inquinamento e disastro ambientale. Il Servizio ispettorato di Cagliari ha eseguito infatti l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Maria Cristina Ornano, su richiesta del pubblico ministero Marco Cocco, per l’applicazione della misura cautelare personale in carcere nei confronti del direttore dello Stabilimento Fluorsid, del responsabile della sicurezza e Ambiente dell’azienda, del responsabile della produzione Fluorsid, di un dipendente e di un ex dipendente della società Ineco. Arresti domiciliari invece per il titolare della Ineco e altre società di servizi operanti nello stabilimento Fluorsid e di un funzionario tecnico dipendente Fluorsid.

Disposto il sequestro preventivo di due aree di proprietà Fluorsid: la prima area nello stabilimento di Macchiareddu, della Superficie di circa tre ettari di cumuli di materiali stoccati all’aperto, la seconda di cinque ettari in località Terrasili, nella periferia di Assemini, per stoccaggio di materiali vari.
ATTIVITÀ DI INDAGINE. L’attività investigativa è partita su segnalazione del servizio veterinario di sintomi di flurosi nei capi ovini che pascolavano nella zona di Macchiareddu, una patologia che determina gravi danni all’apparato dentario e osseo e impedisce agli animali di alimentarsi. Le indagini si sono sviluppate attraverso la raccolta di dichiarazioni testimoniali, querele, sopralluoghi, acquisizioni documentali, servizi di pedinamento e controllo, rilievi descrittivi, analisi chimiche da parte dei laboratori universitari incaricati ed inoltre attraverso attività di intercettazione di conversazioni. L’attività di intercettazione rivela che tutte le attività illecite sono l’esito di una precisa e organizzata metodologia di lavoro nella quale dai vertici aziendali venivano sistematicamente ordinate tutte le attività illecite riscontrate.

La raccolta dei dati analitici ha permesso di accertare e documentare che dalle lavorazioni dello stabilimento della Fluorsid si sviluppano ingenti quantità di polveri anche sottili (PM10) rilevate dalle centraline Arpas posizionate nell’area dello stabilimento che hanno registrato negli ultimi sei anni il superamento dei valori di legge. Successivi approfondimenti hanno permesso di rivelare sia sugli strati superficiali del suolo che sull’erba da pascolo, concentrazioni elevatissime di fluoro, attraverso rilievi analitici eseguiti dal Dipartimento di Chimica Università di Cagliari. L’andamento di progressivo peggioramento dei valori di inquinamento, definiti veramente sconcertati nell’ordinanza, è stato messo in correlazione con plurimi e sistematici illeciti ambientali quali occultamento e interramento si fanghi acidi al suolo fatti questi ampiamente documentati e accertati nel corso della indagine. Il dispositivo del GIP che si articola in 168 pagine e descrive come attraverso una complessa attività di indagine eseguita dal Nucleo Investigativo (NIPAF) del Servizio Ispettorato di Cagliari dal 2015 al 2017 si è accertata esistenza di una associazione criminale che attraverso lo stoccaggio all’aperto, la movimentazione, le lavorazioni di materie prime e sottoprodotti e omettendo qualsiasi intervento di mitigazione ambientale cagionava i reati contestati. L’ordinanza contesta testualmente: Una grave contaminazione dell’aria, per effetto della dispersione delle polveri nocive, altamente concentrate, provenienti dallo stabilimento Fluorsid dal cantiere di Terrasili. Una grave contaminazione dei suolo, ascrivibile anzitutto alla diffusione delle polveri, e dimostrata dalle analisi dei campioni di suolo e di vegetali (di specie pabulari), prelevati da aree prossime allo stabilimento (…); Contaminazione delle falde acquifere di metalli pesanti e composti inorganici, (…) (solfati, fluoruri e allumina idrata).

Contaminazione da fluoro degli allevamenti a Macchiareddu. In particolare, è acclarato che alcuni capi ovini allevati a Macchiareddu in zone raggiunte dalle polveri emesse da Fluorsid e interessata da illeciti sversamenti di rifiuti analoghi a quelli di cui si è fin qui parlato, avevano contratto la Fluorosi, una grave malattia (…). (NdR: le persone abitanti le zone periferiche dell’abitato di Assemini) (…) lamentavano che, specie quando spirava il vento, le polveri si infilavano in casa anche attraverso gli infissi, creando dappertutto una densa patina biancastra; tutti avevano lamentato bruciori agli occhi ed alle vie respiratorie, avevano riferito dell’odore acre e acido delle polveri. Alcuni avevano notato effetti nocivi sui figli minori, e altri li avevano paventi. L’interramento e sversamento di rifiuti pericolosi quali: Fluorsilicati, fanghi acidi, amianto, olii, rifiuti di varia natura, nonché la lavorazione all’aperto di sostanze velenose all’ingestione come la criolite, lo sversamento di cloruro, hanno certamente determinato una contaminazione delle matrici ambientali in misura che va ancora esattamente quantificata, ma che è in atto ed è grave come è dimostrato dalle patologie su descritte e dalla pressoché totale scomparsa della vegetazione nelle aree adibite a discarica.

Da ultimo va ricordato che lo sversamento di fanghi acidi nella laguna di Santa Gilla è un fatto che si è accertato reiterato e non occasionale. I fatti elencati hanno determinato il deterioramento significativo e misurabile dell’aria del suolo e delle acque integrando il disastro ambientale con pericolo dell’incolumità pubblica. Le qualifiche di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria del Corpo forestale regionale sono rimaste esattamente le stesse all’indomani della Legge Madia, che ha riguardato il Corpo forestale dello Stato ma non i Corpi forestali delle Regioni a Statuto Speciale e le Province Autonome, grazie a una specifica clausola di salvaguardia per i anche con riferimento alle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria. Gli effetti della riforma non hanno quindi intaccato l’ambito di competenza regionale.

Nella foto il blitz della Finanza alla Fuorsind

S.I.

Alghero: armato di coltello, arrestato

ALGHERO – I Carabinieri della Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Alghero hanno denunciato in stato di libertà per porto illegale di armi e oggetti atti ad offendere, M.C., un 36enne residente in città già noto alle forze dell’ordine. I militari, nel corso di un servizio di controllo del territorio in via Sassari, hanno fermato M.C. presso un bar della Riviera del Corallo e, sottoposto ad accertamenti, lo hanno trovato in possesso di un coltello a serramanico tipo arburesa, riposto in una tasca dei pantaloni. L’uomo è stato immediatamente denunciato e l’arma bianca è stata sequestrata.

Nella foto la caserma dei carabinieri

S.I.

Inchiesta Fondi: altri 6 rinvii a giudizio

ALGHERO – Nuovi rinvii a giudizio dell’inchiesta sui “Fondi ai Gruppi”. Sei politici, eletti in Consiglio Regionale nella tredicesima legislatura, quella che vide presidente Renato Soru con l’exploit della sua lista Progetto Sardegna, andranno a processo con l’accusa di uso illecito di soldi pubblici ovvero peculato. Sono Giuseppe Fadda di Sinistra Autonomista, Ignazio Artizzu, Antonello Liori, Matteo Sanna e Giovanni Moro tutti ex-Alleanza Nazionale. Dovranno presentarsi il 22 giugno davanti al Giudice delle Indagini Preliminari Emermengrada Ferrarese. Il pubblico ministero Marco Cocco contesta l’uso non conferme alle leggi vigenti rispettivamente di 390mila euro per Fadda, 186mila euro per Artizzu, 143mila per Diana, 165mila per Moro e 120mila per Sanna. Visti i tempi imposti dal Tribunale di Cagliari coloro che vedranno fissata la prima udienza entro l’estate, dovrebbero riuscire ad andare a sentenza, almeno di primo grado, entro il 2017.

Dunque, continua l’approfondimento del cosi detto “secondo filone” già iniziato col Psd’Az, oggi prosegue col centrodestra e a giorni vedrà sotto i riflettori all’alleanza e i consiglieri che sostennero Soru e poi il Pd. Intanto, buone notizie invece per Marco Meloni. Consigliere regionale del Pd, oggi parlamentare, ha visto archiviare la sua posizione perchè il denaro era andato ad un’associazione che svolgeva unicamente attività legate al gruppo consigliare, dunque nessun acquisto di immobili, consulenze, spazi sui media o altro che potesse non essere riconducibile anche ai suoi colleghi di partito in seno alla massima assise regionale.

Nella foto un’udienza sui Fondi ai Gruppi

S.I.

Furto ad Alghero: due denunce

ALGHERO – I Carabinieri della Stazione di Alghero hanno denunciato due giovani sassaresi, A.V. e G.P., per furto aggravato e ricettazione. I militari, dopo aver accertato che G.P., 20enne già noto alle forze dell’ordine, si era introdotto con una scusa nell’abitazione di una vicina di casa di Alghero e, approfittando della familiarità e della disattenzione di quest’ultima, si era impossessato di tre vassoi d’argento del valore di circa 1.000 euro, hanno svolto mirate indagini presso i negozi “Compro Oro” cittadini rinvenendo in due diversi esercizi commerciali la refurtiva che era stata consegnata da A.V., 19enne incensurato. I due giovani sono stati quindi deferiti in stato di libertà e la refurtiva è stata restituita all’avente diritto.

Nella foto una pattuglia dei carabinieri

S.I.

Sassari, cede condotta: allarme |foto

SASSARI – Il barbacane di piazza Castello resterà chiuso sino al ripristino delle condizioni di sicurezza. La decisione è stata presa questa sera a causa dell’ennesimo allagamento, provocato da un cedimento della condotta dell’acqua su via Politeama. I sotterranei dell’antico castello, infatti, in breve tempo sono stati sommersi dall’acqua a causa di una grossa perdita da un tubo che attraversa la via adiacente il sito storico. I tecnici di Abbanoa sono intervenuti assieme alle squadre dei vigili del fuoco di Sassari che hanno pompato l’acqua all’esterno della struttura museale. A seguito di questo evento, e in considerazione della rapidità con la quale il sito è stato sommerso dall’acqua, la dirigente del settore Cultura ne ha disposto la chiusura per garantire la sicurezza dei lavoratori e l’incolumità dei visitatori.

Nelle foto l’allagamento e l’intervento dei vigili del fuoco

S.I.