Fare cassa senza sviluppo: pazzesco

ALGHERO – “Leggete in filigrana le mosse di questi primi anni: istituzione della Tassa di soggiorno, inasprimento delle sanzioni (multe a non finire), chiusura di Secal e affidamento della riscossione ai privati, nella speranza di aumentare le performances di escussione. Tradotto: facciamo cassa, non avendo un’idea per lo sviluppo, aumentiamo le tasse nella speranza di gonfiare le bisacce di danaro pubblico, e prepariamoci alla fine del mandato per realizzare un paio di opere pubbliche (qualche marciapiede, un po’ di asfalto), e contestualmente mettiamo un po’ di soldi in più ai servizi sociali per pagare qualche bolletta”.

Una fotografia, quella fatta dal consigliere comunale e dirigente del Partito Democratico Enrico Daga, che calza a pennello rispetto a quelle che sono le linee guida dell’attuale amministrazione Udc più sinistra. Un’evidente mancanza di visione e di lungimiranza che produce politiche utili per navigare a vista senza però creare nessun percorso virtuoso finalizzato a creare importanti occasioni per intercettare investimenti e progetti utili a far uscire dal tunnel la Riviera del Corallo. In quel modo si potrebbe veramente “allargare la base imponibile”. Del resto cosa ci si può aspettare quando il suolo pubblico non viene dato a delle attività, anche rinomate e di livello internazionale, lasciando parte dei bastioni in mano al nulla o peggio ai commercianti illegali e abusivi.

E Daga denuncia questo agire che, di fatto, sta condannando l’economia e dunque la sopravvivenza di Alghero. “Devono aver pensato in aggiunta: “con un paio di petunie nelle fioriere ci rivotano sicuro”. Chi s’importa dello sviluppo, se le imprese e le famiglie annaspano (quelli più soffrono e meno vanno a votare), quello che serve sono i voti degli amici. Bentornati nella prima Repubblica”. Questo il commento finale. Come dicono tutti, sarebbe più facile aprire agli imprenditori (locali e non) che applicare queste politiche restrittive fuori dal tempo e senza alcun senso se non quello di “accontentare” alcune porzioni politiche da sempre minoritarie per non dire inesistenti nel tessuto sociale algherese.

Nella foto Enrico Daga

S.I.