Caso Calabona: un colle di polemiche

ALGHERO – Una montagna, anzi visto il caso in esame, un colle di polemiche. Nello specifico quello di Calabona. Un tratto di litorale di estremo pregio proprio sul mare. Porzione di costa che solo pochi anni fa le associazioni ambientaliste legate alla sinistra locale avevano proposto come patrimonio dell’Unesco. Ma, come emerso in questi giorni, su un lotto specifico esisteva da anni una “pendenza”. Mancate scelte (legate alle necessità di approvare il Puc), già da metà anni ’90, che hanno visto adesso un voto del Consiglio (la sola maggioranza) su un’interpretazione del Piano Regolatore risalente al 1984. Per alcuni è stata fatta finalmente chiarezza, per altri, quelli contrari, era giusto, visti gli annunci dell’attuale amministrazione e la contrarietà di agire su temi urbanistici in assenza di una programmazione generale, attendere l’approvazione del Puc. [Leggi].

Tralasciando gli aspetti puramente tecnici, che adesso dovrebbero vedere la predisposizione di una variante urbanistica che deve essere votata dal Consiglio, anche su questo tema si crea una trasversalità nelle critiche che evidenzia l’assenza di una visione da parte dell’attuale compagine governativa che, oramai, pare andare avanti per risposte legate alle contingenze. Quasi fosse, come detto già dal principio del mandato, “una gestione commissariale salvo però, secondo alcuni, definire solo questioni “vicine” che la legano a doppio filo alle amministrazioni di diversi decenni fa. Un pericoloso ritorno al passato”, commentano dalle opposizioni. Da ricordare che Scognamillo, l’imprenditore che ha chiesto e ottenuto il passaggio in consiglio della delibera, è stato candidato a sostegno del sindaco Mario Bruno nella lista Upc/Cd che ha fatto eleggere proprio la Oggiano (oltre che Nasone passato all’opposizione e Cherchi assessore dimissionato) che giovedi è giunta da Roma per mantenere il numero legale (vista l’assenza di Curedda).

E visto il tema importante abbiamo raccolto le testimonianza di alcuni esponenti politici e anche tecnici. “Parafrasando il grande scrittore horror Stephen King “A volte ritornano”. Ritornano i fantasmi del passato. E nel modo peggiore e più sbrigativo. Una vicenda torbida, quella della lottizzazione Calabona, che ha contribuito a scrivere le pagine peggiori della politica algherese”, cosi il consigliere regionale Marco Tedde che continua “con consiglieri comunali che sono passati dal centrodestra al centrosinistra con la promessa di ottenere sostegno per la realizzazione del progetto (il riferimento è a metà anni ’90 ndr). Con famiglie che hanno perso la casa. Una vicenda infarcita di cinismo e opportunismo che oggi si inserisce in accordi politici e clientelari oscuri ma non troppo. Meglio sarebbe stato inserire l’intervento all’interno del Puc, in modo cristallino e ineccepibile sotto il profilo della tutela del pubblico interesse. Oggi il principio costituzionale di buon andamento, che impone alla P.A. di operare in modo chiaro e lineare, tale da fornire ai cittadini regole di condotte certe e sicure, soprattutto quando da esse possano derivare conseguenze negative, appare del tutto frustrato. Credo che ne sentiremo parlare ancora”.

“Quello che è accaduto giovedi in consiglio ha dell’incredibile”, commenta Enrico Daga, consigliere e dirigente del Partito Democartico “mentre il presidente della commissione urbanistica, sulla pratica più importante da quando svolge la sua funzione in questa legislatura si è trovato di “meglio da fare” che presentarsi in aula, rappresentando plasticamente il suo disaccordo, e hanno dovuto aspettare l’avvento della consigliera Oggiano da oltre mare, si lei, quella dell’Upc che è all’opposizione (con relativo marameo al suo leader Cherchi), hanno aperto una nuova fase di cementificazione della nostra costa che, ahimè, da vecchio Prg, ricade in zona urbana. Nel merito si sta spacciando la predisposizione di una mega variante urbanistica che vale migliaia di metri cubi di edilizia residenziale a sud della città, a Calabona, come se fosse un atto dovuto, in assenza del Puc. Dunque, ricapitolando, per Maria Pia si aspetta il Puc, mentre a Calabona, fronte mare, si procede con varianti urbanistiche”.

“Vi ricordate le battaglie del centro sinistra contro le giunte che si sono succedute perché anziché predisporre il Puc, procedevano a colpi di varianti? Dov’è finito quello spirito? Cosa ne è di quel bravo ragazzo che tutti noi avevamo sostenuto quando timidamente si ri-affacciava alla politica e che ci aveva garantito di rompere col passato, coi vecchi vizi, di colui che doveva aprire allo sviluppo democratico, al bello, all’ambiente, alla partecipazione, alle regole uguali per tutti, alla partecipazione? Dove sono finiti i “duri e puri” della sinistra, gli intellettuali di architettura, gli ambientalisti? Sono senza parole”, chiude Daga.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’agronomo, urbanista e rappresentante del Circolo Terrestri Ferdinando Manconi. “Una scelta anacronistica quella compiuta giovedi dalla maggioranza che sostiene Bruno in Consiglio Comunale di Alghero, che ha visto protagonista, ancora una volta, il vetusto ed obsoleto Piano Regolatore cittadino in luogo di una discussione strutturale e programmatica circa il nuovo, tanto atteso e tanto sbandierato prossimo (?) Piano Urbanistico Comunale”. Per Manconi infatti “non si capisce, infatti, come e perché, nell’emergenza generale riguardante molteplici settori produttivi della città, l’Amministrazione cittadina abbia prediletto rimestare vecchie, e poco urgenti, vertenze piuttosto che dedicarsi alla risoluzione di tutti quei problemi, anche di carattere urbanistico, che da tempo, oramai, attanagliano, prevalentemente, i comparti agricoli e turistici della nostra città. E’ stato un po’ come se, a voler parafrasare la vicenda, il comandante del Titanic si fosse preoccupato di lucidare i mancorrenti in luogo di evitare l’impatto con l’iceberg”.

Nella foto il terreno oggetto della delibera e polemiche sul colle di Calabona

S.I.