“Bruno ha fallito, riparta da zero”

ALGHERO – La politica, si sa, può tutto. Ed è cosi che, inaspettatamente si registra un avvicianamento tra il sindaco Mario Bruno e il Partito Democratico. La sua ex-casa, oggi nell’unica sede via Mazzini, ha riaperto le porte nella serata di domenica. A ricevere il Primo Cittadino è stato il segretario Mario Salis. Ad una specifica richiesta, i democratici algheresi non potevano dire di no. Del resto fino poco tempo fa, anche se con divisioni di vedute che si sono sempre più acuite fino alla nota diaspora, entrambi i raggruppamenti (quello oggi al governo e gli oppositori) facevano parte della stessa casa.

Una casa, però, adesso molto rinnovata. Non tanto, o non solo, negli uomini e nelle donne al suo interno, ma nel suo dna. Ad incidere maggiormente in questo cambiamento sono stati gli eventi esterni. In particolare a livello regionale il ritorno in auge di Giacomo Spissu e soprattutto la leadership nazionale di Matteo Renzi il quale ha spostato l’asse del Pd molto più al centro rispetto al passato con tematiche e sentimenti più vicini all’area “socialista” che della “falce e martello”. Alcuni dicono anche quasi nel campo del centrodestra. Ed infatti molte questioni possono essere relegate in quell’area fino poco tempo fa avversa. Ma è cosi, con l’ex-sindaco di Firenze la “ragione sociale” del Partito Democratico è notevolmente cambiata.

Come al solito, in Sardegna questi effetti tardano ad arrivare. Questo per legami ancora a idealismi e soprattutto a personaggi oramai sotto naftalina, non per l’età sia chiaro, ma per i loro propositi legati ad un modo passato. Oggi chi governa deve avere una visione strategica. Avere delle idee, azzardare e rischiare. Sono finiti i tempi dei divieti, del “partito del no”, del mantenimento dello status quo: o si cambia o si muore. C’è poco da fare. Per questo il nuovo avvicinamento tra i due “mondi” del Pd algherese non deve essere visto in un ottica di “scambi, poltrone e soprattutto del mantenimento in vita dell’attuale amministrazione e maggioranza.

“Il progetto di Bruno è al palo, c’è un chiaro fallimento”. Lo raccontano gli accadimenti, non le interpretazioni: il maggiore alleato è uscito, uno dei più votati si dimesso, la giunta è quasi dimezzata, i consigli sono poco produttivi e spesso senza numero legale. Senza considerare le grandi partite da cui amministrazione e maggioranza paiono lontani anni luce. Ma, come detto, la politica può tutto. Dunque, non essendo Mario Bruno certamente un novizio in politica, ne conosce bene le dinamiche. E sa benissimo che per andare avanti deve rinunciare a qualcosa. Un qualcosa ufficializzato ieri sera dalla riunione della segreteria del Partito Democratico: azzeramento della giunta, inteso come tutti i ruoli apicali dell’amministrazione, presidenza del consiglio compresa. Azzeramento dello staff del sindaco e stesso discorso per gli enti, dunque Meta, Parco e Secal. Insomma ripartire, come forse avrebbe dovuto, dall’indomani del voto. Vedremo se Bruno accetterà di cospargersi il capo di cenere e ripartire da zero. Per adesso il consiglio è bloccato, la giunta a mezzo servizio e Alghero, da quattro anni, più vicina a marte che alla terra.

Nella foto Pirisi, Salis e Daga del Pd di Alghero

S.I.