Bogamarì, addio sagra? Grave danno

ALGHERO – “Dal Comune di Alghero arriva la notizia che quasi certamente la Saga del Bogamarì 2017 non verrà effettuata a causa, sembra, di notevoli difficoltà di carattere organizzativo legate soprattutto alla poca disponibilità da parte degli operatori del settore della ristorazione”. E’ l’ex-assessore e oggi componente del direttivo di Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale Alghero Gianfranco Langella ad intervenire su un’altra grave questione che vede Alghero al palo nonostante possa rappresentare un forte attrattore per i flussi turistici in bassa stagione: il riccio di mare.

“Se fosse esatta la notizia nasconderebbe , a nostro avviso, un errore di fondo legato al ruolo del comparto della ristorazione nella manifestazione. La sagra del riccio infatti è sempre stata giustamente incentrata nell’offerta al visitatore del riccio di mare, da consumarsi presso i punti di vendita, o comunque da portare via per essere consumato altrove, cosa che avviene regolarmente da anni a Cagliari, piuttosto che a Cabras o a Buggerru.
La presenza della ristorazione, con offerta di piatti a base di polpa di riccio, è soltanto un corollario, importante, ma pur sempre un corollario alla manifestazione vera e propria. La massa dei visitatori infatti si riversa in Città per gustare il bogamarì, e non il crostino o la pasta alla polpa di riccio. Dopo, eventualmente, l’ospite fa visita al ristorante per completare la giornata. A proposito del consumo della polpa in cucina necessita infatti ricordare che i vasetti contenenti le gustose gonadi, possono essere reperibili dai privati anche nei supermercati e sono di provenienza regionale, (Porto Torres o Cabras e Marceddì) o addirittura estera (Spagna e Marocco)”.

“I nostri amministratori dovrebbero ricordare che Alghero, proprio per le sue peculiarità nel consumo del riccio, seguendo la tradizione secolare, che prevedeva il l’utilizzo del gustoso echinoderma come tale, accompagnato da pane casereccio, la famosa “cocca”, e un buon bicchiere di vino rosso locale, può fregiarsi del titolo di Città Italiana del Riccio di Mare, brevetto che fra l’altro dovrebbe essere rinnovato, pena la decadenza dal titolo, forse entro questo anno.

“Vogliamo infine ricordare che l’Amministrazione dispone di un adeguato numero di strutture, idonee alla vendita del riccio, come già fatto alcuni anni fa, che sostano inutilizzate, e per le quali viene pagato un canone ad un privato per la loro custodia. Deve infine farci riflettere che Bugerru abbia organizzato quest’anno, per la seconda volta, la Sagra del riccio di mare che lo scorso anno ha portato nel paesino del Sulcis qualcosa come 16.000 visitatori”.

Nella foto dei Ricci di Mare di Alghero

S.I.