Antenne, manca un monitoraggio

ALGHERO – E’ nato ad Alghero il comito “No-elettrosmog”. Carmelo Spada, Paola Correddu e Salvatore Costantino hanno presentato, sabato mattina, il neonato organismo. Un problema, quello dell’inquinamento derivante dalle onde elettromagnetiche delle antenne telefoniche, sempre più diffuso a seguito anche numero crescente di strutture impiantante anche nel territorio comunale algherese. Da ricordare le forti polemiche di qualche mese fa riguardo il posizionamento dell’antenna nella piazza centrale e storica del quartiere di Sant’Angostino. A pochi metri da abitazioni, scuole e altre residenze molto frequentate dai cittadini era stato confermato il via libera alla sistemazione del punto vodafone. Tra le proteste dei cittadini, l’amministrazione Bruno, seguito di un pronunciamento del Consiglio, decise di andare avanti.

Da quel momento è cresciuta maggiormente la volontà da parte dei cittadini di vederci meglio ed è cosi che ha preso i primi passi il comitato. E collegato a quella vicenda lascia perplessi che non ci sia ancora alcun monitoraggio. Solo uno nel 2012, dove però si preso solo atto delle emissioni senza chiarire le reali dinamiche. Ma non solo Sant’Agostino, ovviamente. Non bisogna dimenticare le antenne presenti a due passi dall’ospedale civile, “doveva essere provvisoria, visto che la sua destinazione nella rotatoria all’ingresso della Due Mari, ma poi è diventata definitiva”, ha detto Spada, e poi alcune tra le più vecchie sopra l’Hotel Catalunya e anche in altre zone baricentriche della cità, come via De Gasperi.

“Ciò che però maggiormente preoccupa – ha ribadito il referente regionale del Wwf – è che, oltre a non avere dei dati sulle emissioni, c’è un solo un vecchio piano delle radiofrequenze risalente al 2002”. Questo ha spiegato ulteriormente Paola Correddu “fa si che vediamo spuntare sempre più antenne in maniere anche in terreni privati e senza un adeguato controllo”. Ma Costantino, noto medico radiologo, esperto della materie, ha subito precisato, “la nostra non è una battaglia contro le compagnie e nemmeno per ritornare a comunicare coi segnali di fumo, ma vogliamo, anzi pretendiamo chiarezza da parte delle Istituzioni”. Il limite previsto dalla legge è di 6 volt al metro. Ma senza un piano aggiornato c’è poco da fare, al contrario se ci fosse un documento in vigore, vista anche la recente sentenza della Cassazione di Macerata, le compagnie dovrebbero attenersi totalmente a quanto scritto”.

Ma si può andare oltre. “Come comitato potremmo anche commissariare il Comune se le scelte effettuate non rispettano la salute dei cittadini”. Questo è un passaggio fondamentale. “Per adesso siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione ma chiediamo chiarezza e chiediamo che finisca il rimpallo di responsabilità tra Comune e Arpas rispetto la verifica delle emissioni, dati indispensabili per comprendere la salubrità, o meno, delle antenne posizionate in città”. Quello che chiede il comitato è anche la creazione di un tavolo tecnico tra comune, compagnie e cittadinanza attiva al fine di avere maggiori garanzie per tutti. Questo anche all’interno delle normative previste dallo Iarc, l’istituto che studia i danni tumorali creati alle persone proprio da tali emissioni.

Nella foto la presentazione del comitato

S.I.