ALGHERO – “Alghero, città della pace. Non perché qui tutto funzioni alla perfezione, ma perché non si combatte. Non si protesta. Non si reagisce. E così, in pace, ci lasciamo scivolare tutto addosso.
Sì, forse è proprio questa la definizione giusta.
Non si lotta per il futuro dei giovani: si accetta che partano. Che vadano via in cerca di opportunità che qui non ci sono mai state.
Non si difende il territorio: l’eolico off shore? Ce lo impongono dall’alto. Nessuna protesta, nessuna voce. Subiamo, in silenzio.
Il campo boe? Lo hanno approvato quelli di prima. Quindi? Subiamo, in silenzio.
La città è sporca? Colpa degli incivili. Nessuno che metta in discussione un sistema di raccolta che in una città di seconde case non funziona. Intanto estendiamo il porta a porta all’agro, per dimostrare che funziona benissimo.
Rischio infiltrazioni mafiose? “Non è competenza nostra, ci pensano le Procure.”
E noi? Facciamo finta di niente. Tiriamo avanti. Anche qui, in pace.
E potrei continuare: sul turismo mordi e fuggi, sulle seconde case, sul centro storico svuotato, sulle promesse non mantenute.
Ma sarebbe inutile. Perché ad Alghero non si combatte. Non si discute. Non si pretende.
Si subisce.
Per questo — e per molto altro — siamo diventati la città della pace.
Non la pace vera, quella costruita con il dialogo e il coraggio.
Ma quella dell’apatia. Del silenzio. Dell’accettazione passiva.
La pace di chi ha smesso di crederci”
Francesco Sasso, presidente associazione culturale e politica “Iniziativa Alghero”