Algherese nelle scuole, è allarme: “Nessuna proposta in Regione, cosi sparisce”

ALGHERO –  “Un pericoloso declino per il Catalano di Alghero e per la sua preservazione e diffusione tra le nuove generazioni. Il percorso di recupero dell’algherese promosso dalla Legge Regionale n. 22/2018 sembra aver smarrito la strada e lo dimostra la totale assenza di richieste di finanziamento dei corsi da parte delle scuole algheresi. Nessuna scuola, dalla primaria alle superiori, ha presentato progetti per l’insegnamento per l’anno scolastico in corso 2023/2024. Le linee di intervento “Insulas” e “Frailes” sono andate deserte. Al bando pubblicato il 17 ottobre con scadenza 13 Novembre scorso da parte dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Sardegna, Alghero non risulta tra i soggetti richiedenti. Tra l’altro nemmeno nella linea dedicata ai laboratori didattici extracurriculari, Frailes, che coinvolge figure professionali, in gran parte operatori delle associazioni culturali locali, con cui gli istituti scolastici avrebbero dovuto stipulare gli accordi. L’Avviso, come noto, era articolato in due Linee di intervento:  INSULAS – INSegnamento Unico Lingue A Scuola: utilizzo e insegnamento della lingua in orario curriculare e nell’ambito del potenziamento dell’offerta formativa, e FRAILES – Fucine di Lingue sarde: Laboratori Didattici Extracurriculari. Le risorse totali previste ammontavano complessivamente a euro 390.000,00 di cui:  Euro 297.600,00 per la Linea INSULAS.  Euro 92.400,00 per la Linea FRAILES. Tutto questo nonostante tantissime famiglie algheresi abbiano scelto l’opzione del catalano di Alghero negli orari scolastici, così come prevede la Legge regionale che stabilisce l’obbligo di indicare questa opzione al momento dell’iscrizione. E tutto questo nonostante in città vi siano circa 30 operatori, la gran parte insegnanti, in possesso della “storica” certificazione della conoscenza del Catalano di Alghero di livello C1, rilasciata il 15 e 16 settembre 2022, così come previsto dalla suddetta Legge regionale. Si è trattato di un traguardo fondamentale per l’algherese, al quale si è arrivati dopo un lunga rincorsa sostenuta dalle Associazioni culturali locali, confluite nella Consulta Civica per le Politiche Linguistiche del Catalano di Alghero, che hanno visto concretizzarsi un primo e importante tassello verso la preservazione della lingua. Tutto questo non è bastato, sicuramente a causa della legge approvata nel 2018 in Regione che presenta molti passi avanti ma altrettante difficoltà che richiedono di essere superate. Tra queste, opzione di scelta della lingua al momento dell’iscrizione, che risulta inefficace se contestualmente non vi è una azione programmatoria da parte delle scuole, che dovrebbero presentare i progetti in Regione per dare corso alle richieste delle famiglie. Il paradosso algherese è questo : molti bambini e studenti che vogliono imparare l’algherese a scuola e nessun insegnante che può farlo e nessuna scuola che è in grado di farlo. Sono aspetti controversi contenuti sia nella Legge che nella deliberazione della Giunta Regionale n. 44/35 del 04/09/2020 con la quale sono state approvate dalla RAS le linee guida per l’insegnamento delle lingue delle minoranze storiche, ratificate nel protocollo d’intesa tra l’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione e l’Ufficio Scolastico regionale e con il quale sono stati definiti criteri e modalità di organizzazione e svolgimento delle attività d’insegnamento delle lingue delle minoranze storiche. Ma è una legge zoppa: sarebbe opportuna una ulteriore iniziativa da parte di tutti per sensibilizzare ancora le istituzioni Regionali affinché si arrivi ad una modifica della legge n. 22/2018 che consenta l’insegnamento dell’algherese con meno pastoie e più semplificazioni. Ne va della sopravvivenza della nostra lingua”.

Giovanni Chessa, giornalista
Presidente dell’Associazione Culturale Cabirol