Turismo e movida, stop caccia alle streghe

ALGHERO – Sono tanti i segnali che Alghero in questi ultimi anni è cambiata. In particolare riguardo il rispetto di chi fa impresa e attività legate al turismo e in particolare all’intrattenimento. “Mi ricordo quando la Riviera del Corallo esplodeva di gente e c’era tanta musica nei locali fino pure a tardi anche noi sentivamo voci e baccano, ma eravamo consci di dover sopportare questa situazione per qualche situazione per il bene della nostra città“, commenta un residente la cui casa si affaccia sulla passeggiata”.

E’ evidente, a chi conosce Alghero, che negli anni passati, forse, c’era anche troppo caos. In particolare nel centro storico. Ma si è passati, a quanto pare, da un eccesso all’altro. Prima, addirittura, vi erano locali che in piena “Alguer Vella” facevano suonare gruppi rock, punk, metal e selezionare musica ai dj senza che nessun vicino chiamasse subito la Polizia.

Da qualche anno il trend è cambiato. E su questo incide, ovviamente, la “regia pubblica” della città che ha voluto un modello di città che poi si è rivelato insoddisfacente per indigeni e turisti. Oltre la ristorazione e la classica cena, c’è poco o niente. Senza considerare la condizione, alquanto pessima, di parte dei litorali e in generale del decoro, si aggiunge anche la nota “caccia alle streghe” del volume. Che sia vociare o musica oramai la telefonata scatta immediatamente e pure il pronto intervento.

Chi conosce Alghero, perchè ci vive o la frequenta da tempo, sa che fino qualche anno fa non era così. C’era maggiore, potremmo dire, sopportazione. A porre questo problema è anche il ristoratore Raffaele della pizzeria e trattoria “Del Vicolo” che si rivolge direttamente al neo-sindaco Conoci. “So dei tuoi gravosi impegni e dei tuoi grattacapi, ti scrivo per dirti che la stagione turistica di Alghero  si è ridotta ormai a 40 giorni di lavoro o poco più, se a questa ristrettezza di tempi vogliamo aggiungere quelle persone che hanno trovato un nuovo passatempo e cioè chiamare la polizia o i carabinieri quando sentono solamente uno spostare di sedie,  beh,  ti dico caro Mario che così non puó andare assolutamente bene”. E continua il ristoratore algherese ricordando un concetto fondamentale: “Il riposo si può recuperare, il lavoro perso no”.

“Come si possono rimettere apposto i conti e dico metterli apposto,  non guadagnare, in soli 40 giorni di lavoro? Se vogliamo dare a questa città un’impronta turistica è necessaria un’inversione di tendenza diversamente andando avanti così i problemi si sommeranno e sarà sempre più difficile risorgere. Pensiamoci, siamo ancora in tempo”. Parole che inquadrano al meglio il cambiamento (non certo in meglio) di Alghero in questi anni.

Nella foto un ristorante del centro storico di Alghero

S.I.