Tassa sbarco: operatori contrari, politica favorevole

CAGLIARI – La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha concluso il primo ciclo di audizioni sulla proposta di legge di istituzione dell’imposta regionale di sbarco.  Il parlamentino presieduto da Piero Maieli (Psd’Az) ha sentito i rappresentanti delle compagnie marittime e delle società di gestione degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero. Alla seduta ha preso parte anche l’assessore al Turismo Gianni Chessa che ha ribadito l’orientamento della Giunta sull’iniziativa promossa dal consigliere del gruppo Udc-Cambiamo Antonello Peru: «Siamo d’accordo sulla introduzione di un contributo d’ingresso come avviene in tutto il mondo – ha detto Chessa – a condizione che non si sovrapponga ad altri balzelli già in vigore come la tassa di soggiorno. Il turista che viene in Sardegna deve pagare il giusto e trovare servizi efficienti».

Di diverso avviso i rappresentanti delle compagnie marittime e delle società di gestione degli aeroporti: «L’imposta di sbarco è, di fatto, un secondo balzello che si aggiunge alla tassa di soggiorno – ha detto Franco Del Giudice di Assoarmatori – la prima non può escludere la seconda. La tassa di soggiorno è infatti disciplinata da una legge nazionale. Non credo che i comuni costieri che oggi fanno cassa con la tassa di soggiorno siano disposti a rinunciarvi a cuor leggero. Un’imposta di sbarco avrebbe un impatto negativo sui turisti perché, soprattutto nei mesi di spalla, andrebbe ad incidere pesantemente sul prezzo dei biglietti delle navi». Giudizio condiviso dai rappresentati del Gruppo Grimaldi, l’amministratore delegato Eugenio Cossu e il Line Manager Giovanni Balletta: «Le compagnie marittime si trovano oggi in grande difficoltà per gli effetti prodotti dalle nuove direttive che hanno determinato un aumento importante del prezzo dei carburanti – hanno detto – aggiungere oggi un altro elemento come l’imposta di sbarco rischia di mettere in crisi sia il settore passeggeri che quello merci. L’introduzione di una nuova imposta avrebbe effetti disincentivanti sui flussi turistici diretti in Sardegna».

Sulla stessa linea il rappresentante del Gruppo Tirrenia Ivan Caddeo: «Le compagnie che operano sulle rotte interessate dagli oneri di servizio viaggiano in passivo durante i mesi invernali. La previsione di una tassa di sbarco di 5 euro avrebbe effetti fortemente impattanti sulla sensibilità dei passeggeri perché andrebbe a incidere sulla capacità di spesa delle famiglie e sui loro programmi di viaggio».

Forti perplessità anche dai rappresentanti della società aeroportuali preoccupati soprattutto per i disagi che un’imposta di sbarco potrebbe creare negli scali: «Questa misura rischia di creare ulteriori difficoltà a un sistema già provato dai problemi della continuità territoriale aerea – ha detto Renato Branca, direttore organizzativo della Sogaer – per riscuotere l’imposta occorrerebbe prevedere un controllo in ingresso per verificare le esenzioni riconosciute ai residenti e a chi viaggia per motivi di lavoro. Si creerebbe una situazione di caos difficile da risolvere dal punto di vista gestionale». Per Lucio Murru, direttore commerciale della Geasar, il progetto di legge «non è coerente con gli sforzi fatti dalla Regione e dalla società aeroportuali finalizzati a riposizionare la Sardegna nel Mediterraneo e contrastare la concorrenza di nazioni come Spagna, Francia, Grecia e i paesi del Nord Africa. Uno dei limiti della nostra Isola è che è considerata troppo cara. L’introduzione di una nuova imposta potrebbe rafforzare i nostri competitor». Contrario all’imposta di sbarco anche Alberto Perini, direttore generale di Sogeaal, secondo il quale: «un nuovo balzello andrebbe ad incidere sulle scelte dei vettori aerei. Le compagnie ragionano sul costo dei biglietti, per ogni passeggero c’è già una tassa addizionale comunale di 6,5 euro. Prevederne altri 5 avrebbe un impatto negativo sulle scelte dei vettori e degli stessi passeggeri».

Alle considerazioni dei rappresentanti degli armatori e delle società di gestione aeroportuali ha replicato Antonello Peru: «Non si tratta di una tassa ma di un contributo d’ingresso. La finalità della legge è quella di far pagare meno i turisti che vengono in Sardegna – ha sottolineato Peru – è una misura completamente diversa dalla tassa di soggiorno applicata oggi da pochi comuni della Sardegna. In questo caso, i turisti pagheranno una sola volta con la certezza di vedere i loro denari destinati al miglioramento dei servizi. Il nostro obiettivo è eliminare la tassa di soggiorno prevedendo compensazioni per i comuni costieri che attualmente la applicano». Di diverso avviso il consigliere d’opposizione Gianfranco Satta secondo il quale le argomentazioni degli armatori e delle società di gestione degli aeroporti non fanno che confermare le perplessità avanzate dall’opposizione sulla proposta di legge. «Prevedere una nuova imposta in un momento di forte difficoltà per il sistema turistico provocato dalle incertezze sulla continuità territoriale sarebbe devastante».

Il presidente della Commissione Piero Maieli, al termine della seduto ha annunciato ulteriori approfondimenti sulla proposta di legge: « La Commissione vuole arrivare a un testo condiviso, aperto ai contributi di tutti, che fornisca uno strumento utili per incentivare l’industria delle vacanze. Nessuno pensa a una sovrapposizione di imposte. Occorre ribaltare il concetto, il messaggio da veicolare è questo: in Sardegna si paga di meno e lo si fa una sola volta. E’ importante lavorare sulla comunicazione e spiegare a tutti gli operatori che questa proposta di legge mira allo sviluppo turistico dell’Isola. Il gettito previsto dall’imposta di sbarco, stimato in circa 40/50 milioni di euro, verrebbe infatti destinato agli investimenti per il settore».