Sport, palestre serrate: Muroni scrive alla Regione

ALGHERO – “A seguito dell’ipotesi ventilata dal sindacato dei dirigenti scolastici di chiusura delle palestre scolastiche ad attività extradidattiche, il Sindacato degli operatori Sportivi UGL a sostegno delle Associazioni Sportive della Regione Sardegna si è fatto portavoce delle Società attraverso una lettera rivolta ai vertici istituzionali della Regione Sardegna a sostegno di un intervento che scongiuri una simile prospettiva, estremamente dannosa per l’attività sportiva di base”, cosi il Segretario Regionale degli Operatori Sportivi UGL Antonello Muroni riguardo la questione delle strutture sportive.


“Egregio Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas
Egregio Assessore alla Pubblica istruzione, beni culturali, spettacolo e sport Andrea Biancareddu
Egregio Presidente VI Commissione Salute e politiche sociali Domenico Gallus
Egregio Commissario reggente: Antonio Pinna Comitato Regionale Coni Sardegna
Egregio Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Sardegna Francesco Feliziani

Gentile Signora e Gentili Signori,
A seguito dell’ipotesi ventilata dal sindacato dei dirigenti scolastici di chiusura delle palestre scolastiche ad attività extradidattiche, il Segretario Regionaledegli Operatori Sportivi UGL Antonello Muroni chiede di un intervento che scongiuri una simile prospettiva, estremamente dannosa per l’attività sportiva di base.
Il rifiuto di concedere le palestre delle scuole alle società sportive, ipotizzato da una componente sindacale dei dirigenti scolastici che propone la chiusura delle stesse al termine degli orari curriculari, rappresenta un serio pericolo per l’attività sportiva di base, soprattutto giovanile di tantissime associazioni sportive.
Anche se con un termine per ora indicato al 31 dicembre, e motivato dall’esonero di responsabilità e di impegni conseguenti ai rischi e alle procedure legati al Covid-19, l’iniziativa potrebbe coinvolgere – e sopratutto stravolgere – centinaia di piccole associazioni dilettantistiche che, prive di impianti propri e in mancanza di un piano di potenziamento strutturale per quanto riguarda l’impiantistica sportiva anche di base, tradizionalmente e inevitabilmente fanno uso delle palestre scolastiche, consentendone tra l’altro l’utilizzazione a tempo pieno, per garantire attività motoria e sportiva a migliaia di bambini e di giovani.
Nel portare a Vostra conoscenza il problema, che non è del solo basket ma è proprio anche delle altre discipline sportive, dal volley al calcetto, alla ginnastica, al karatè o al tennistavolo, che si praticano al coperto, sollecitiamo un deciso e rapido intervento presso gli organi competenti – governativi, amministrativi, sportivi, ma soprattutto presso i dirigenti scolastici degli Istituti comunali, delle nostre città ma dell’intera regione Sardegna– affinché vengano messe in atto tutte le iniziative necessarie per scongiurare una tale eventualità che, se concretizzata, condannerebbe all’inattività e alla quasi inevitabile scomparsa tra il 60 e il 70% delle nostre società di base, privando i nostri giovani della possibilità di fare sport con un enorme danno sociale e sanitario.
Sosteniamo con fermezza l’esigenza di un intervento immediato, al fine anche di consentire alle nostre società la possibilità di una corretta e tempestiva programmazione dell’attività: esistono infatti – come da protocolli redatti dalla Federazione Italiana Pallacanestro (e dalle altre Federazioni interessate) nel rispetto e nei margini delle indicazioni fornite dalle autorità governative e sanitarie – le procedure da seguire per la sanificazione degli ambienti e norme di comportamento tali da poter riavviare l’attività sportiva in piena sicurezza.
In assenza, la nostra Regione Sardegna, già duramente provata, potrebbe perdere gran parte delle sue Associazioni Sportive Dilettantistiche – o vederne gravemente ridimensionata la benemerita attività – e il Paese vedersi sgretolare un patrimonio non solo sportivo, ma anche e soprattutto sociale e culturale, da sempre punto di riferimento educativo e civico per i nostri giovani”.