Sardenya i Llibertat, scuola: far tesoro della lezione

ALGHERO – “Ogni Governo che si è succeduto nella storia repubblicana ha voluto lasciare la propria impronta sulla scuola o comunque, cosa legittima e doverosa, ha manifestato intenzioni di apportarvi dei cambiamenti. Ora che la pandemia di coronavirus pare abbia allentato i suoi effetti sanitari più drammatici, tra timore per le incognite che si addensano e prudenza, il Paese si avvia a programmare il proprio futuro cercando di definire le priorità e le possibili strategie d’intervento. L’augurio è che a tutti i livelli si voglia far tesoro della lezione del Covid-19.

La riforma del sistema sanitario  è sicuramente la priorità assoluta, considerata la grave disorganizzazione e impreparazione con cui si è dovuta fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dal Covid, aggravata dalla confusione normativa, dai profondi tagli alla spesa e dalle larghe privatizzazioni nel settore della sanità. Altri Paesi ben più attrezzati del nostro non hanno comunque saputo fare di meglio.

Il punto immediatamente successivo in ordine di priorità riteniamo sia costituito dalla scuola, ma correlate a questo sono le scelte in campo economico – non rinviabili le scelte fondamentali sul lavoro e la giustizia sociale -, su salvaguardia e sostenibilità ambientale.

La scuola, trascurata da troppo tempo e in un passato non troppo lontano fatta oggetto di profondi tagli alla spesa, è relegata in posizione marginale – la Sardegna peraltro ha il triste primato italiano per l’abbandono scolastico, specialmente nella secondaria superiore, inoltre evidenzia un forte divario negli apprendimenti con le regioni del Centro e del Nord – risulta in affanno non riuscendo ad assolvere pienamente al ruolo che le compete nella formazione dei nostri ragazzi, nella loro preparazione al mondo del lavoro e alle prospettive future. Tutto ciò nonostante gli sforzi inimmaginabili ma non riconosciuti degli insegnanti e di tutti gli operatori della scuola, assicurati anche in questo momento difficile di emergenza sanitaria.

Il Governo dopo una prima fase condotta con coraggio, nella quale la cittadinanza ha risposto con notevole senso di responsabilità, ora sembra manifestare incertezze e ripensamenti nell’elaborazione di un piano razionale di riorganizzazione in sicurezza della scuola italiana.

Ci auguriamo comunque che il suddetto piano, pur tra le comprensibili difficoltà, riesca a rispondere ai tanti problemi della scuola e dell’intera società, costituendo un vero e proprio investimento sul suo prezioso capitale umano, senza limitarsi ai soli aspettidella sicurezza sanitaria.

Fatte queste premesse, abbiamo individuato alcuni punti che riteniamo fondamentali:

  • modernizzazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici;
  • riduzione del numero degli alunni per classe;
  • ingresso scaglionato;
  • reclutamento di nuovi e giovani docenti;
  • realizzazione di moderni laboratori e aule speciali;
  • riorganizzazione delle mense e dei convitti;
  • reperimento di adeguati e funzionali spazi all’aperto;
  • programmazione di una scuola inclusiva, lotta all’abbandono scolastico e alle difficoltà di apprendimento, sostegno alle disabilità;
  • costruzione di un rapporto virtuoso con la città e il territorio;
  • valorizzazione della professionalità dei docenti;
  • modernizzazione e miglioramento della qualità della didattica.

Molti di questi obiettivi sono certamente di competenza del Governo ma il compito di garantire adeguati e funzionali edifici scolastici e la fruibilità dei relativi servizi spetta agli Enti locali. A tal fine è necessario che ogni comune predisponga un razionale piano scolastico per il miglior utilizzo di tutti gli edifici disponibili – il comune di Alghero gode fortunatamente di una situazione complessivamente positiva – e in grado di evidenziare le criticità, ma al contempo delineando le possibili scelte non più rinviabili relativamente a qualche edificio ormai divenuto inadeguato alla funzione scolastica.

Tra le criticità più evidenti segnaliamo la struttura dell’Istituto Alberghiero di piazza Sulis, che riteniamo non più adeguata e funzionale, in quanto priva dei requisiti fondamentali, nonostante gli interminabili interventi di ammodernamento e nonostante il completamento dei lavori nel plesso di via Carducci.Complicata la fruizione dei laboratori, in modo particolare delle cucine, la mancanza di una palestra per l’attività motoria, la mancanza di un auditorium, la mancanza totale di spazi esterni in cui svolgere la ricreazione in piena sicurezza, i continui spostamenti di studenti e insegnanti su ben tre sedi sono all’origine di ulteriori disagi. Meno grave ma altrettanto disagevole la situazione dello storico liceo Manno, da diversi anni penalizzato nella sua funzionalità per la mutilazione del suo unico spazio all’aperto. Infine l’edificio scolastico della scuola elementare del “Sacro Cuore”, les Escoles Velles, mortificato da una dissennata politica speculativa che ha voluto l’eliminazione della palestra e degli ampi spazi all’aperto, essenziali per la sua piena funzionalità. Continuando nell’elenco delle negatività, segnaliamo la cronica penuria di asili nido e di scuole materne.

Inutile piangere sul latte versato, perciò davanti alla drammatica urgenza di garantire la sicurezza e la funzionalità didattica nelle scuole cittadine per alunni e insegnanti è necessario elaborare un piano straordinario. Si predisponga quindi uno studio generale d’uso razionale di tutti gli edifici scolastici cittadini, ascoltando le esigenze e le proposte del mondo della scuola, interessando le diverse Istituzioni.

Le disponibilità derivanti da una significativa riduzione della popolazione scolastica e il frutto della lungimirante politica degli anni ’80, con il piano nazionale di edilizia scolastica elaborato dall’allora ministro della Pubblica Istruzione Franca Falcucci, rendono agevole il perseguimento dell’obiettivo di dare adeguata soddisfazione al fabbisogno scolastico cittadino. Pertanto potrebbe essere restituito alla sua funzione originaria l’edificio scolastico di via sant’Anna, attuale sede centrale del Comune – tali uffici potrebbero ritornare in Centro città, nella ex caserma dei Carabinieri opportunamente ristrutturata e adeguata.  

I tempi sono maturi per l’individuazione di un’area, meglio se prossima alle altre scuole d’istruzione superiore della città, e la costruzione di una moderna struttura per l’Istituto alberghiero, con annessi convitti femminile e maschile. L’area di reperimento potrebbe individuarsi tra il Liceo Scientifico e l’Istituto Tecnico Industriale. Alghero è stata pioniera in questo settore facendo scuola in Sardegna e l’Istituto alberghiero, per il prestigio che si è costruito fin dalle sue origini, è stato capace di richiamare studenti da tutta l’Isola. Alghero ha raggiunto alti livelli sia tra corpo docente che tra gli alunni, divenuti poi eccellenze riconosciute anche a livello internazionale, con una significativa ricaduta di immagine sulla città. A ciò pensavano i consiglieri regionali di Alghero Carlo Sechi, Mario Bruno e Pietro Fois quando presentarono un emendamento alla legge finanziaria regionale del 2012, approvato dal Consiglio regionale, con la previsione di vendita del vecchio Grand Hotel E.S.I.T. per un suo ritorno alla sua funzione originaria e nel contempo la costruzione di un nuovo plesso per l’Istituto alberghiero. Ora che si stanno mettendo le basi della fase 3 di questa terribile pandemia crediamo fortemente che la scuola vada riportata al centro del dibattito culturale e politico da tradurre in  progettualità istituzionale, al fine di riavviare il motore di un’autentica crescita culturale, fonte di formazione e di ricerca, indispensabile per i nostri giovani e quindi per guardare con maggior fiducia al futuro della nostra società”.

Sardenya i Llibertat il coordinamento

Carlo Sechi   Salvatore Scala   Luigi Addis   Sergio Floris