Aerei e turismo: imitare la Spagna

ALGHERO – In questi giorni, sul tema Ryanair, aeroporto e in generale trasporti, se ne sono sentite di tutti i colori. L’era dei social è anche questo. Un argomento talmente importante come quello dei trasporti ha visto una raffica di note, pareri, commenti, interviste, diverbi e tanto altro. La cronaca racconta che oggi ci sarà l’incontro del Cda e l’assemblea dei soci alla presenza anche del Presidente Pigliaru. Oggi scade il nuovo per termine per la vendita di Sogeaal. Sicura una nuova proroga in attesa del pronunciamento dell’Europa sugli aiuti di stato. E comunque i privati che arriveranno, si sappia, non hanno la bacchetta magica. Saranno dei gestori (finanziatori) che dovranno poi subito attivare tratte e varie azioni di marketing per risollevare lo scalo dallo stato precario in cui si trova.

In pochi, nonostante il continuo “al lupo, al lupo”, potevano credere che il baratro fosse veramente cosi vicino. Ma lo è. Ed è evidente che da quasi tutte le analisi manchi l’elemento cruciale su cui gira tutta la vicenda che si può racchiudere in una domanda: trattandosi di trasporti, perchè la gente viaggia? Per due ragioni: bisogni primari e, soprattutto vista la vocazione del nostro territorio, turismo. La prima voce è chiara. Dunque visite, lavoro, studio e altro. Quella successiva è altrettanto chiara e rappresenta un modello nato in europa nell’800 e decollato in Italia nel dopo-guerra, in particolare dalle fine degli anni ’50 in avanti. Tutti, o quasi, infatti dimenticano che stiamo parlando di trasporti. E, come una qualsiasi attività, se non esiste una sostenibilità economica, la stessa chiude. A meno che non ci siano dei sostegni “esterni” com’è accaduto col sistema low-cost e anche con la continuità territoriale da e per la Sardegna. Tra i tanti commenti c’è stato quello illuminante, e ovviamente interessato, del direttore commerciale di Ryanair David O’ Brein che centra il problema racchiuso in una parola: turismo.

“Con l’aumento della tassa municipale, che costerà complessivamente 165 milioni di euro ai passeggeri, l’Italia – sostiene O’Brien – perde un’occasione per crescere, mentre la Spagna, che ha cancellato tali balzelli fino al 2022, se la ride”. Facile, direbbe qualcuno, che il vettore spinga per un modello come quello iberico. Invece non è così. La Spagna, e in particolare la Catalogna, da anni hanno investito in maniera mostruosa sul turismo e in particolare sugli eventi che richiamo i visitatori. In questo modo quello che perdono con le imposte sui trasporti, lo recuperano con le vagonate di villeggianti che giungono nelle varie località. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che si tratta di trasporti e per esserci un ritorno adeguato gli aerei devono avere una sufficiente sostenibilità economica (load factor) e il territorio di riferimento un indice di fidelizzazione alto. Tutto il contrario di quello che da anni avviene su Alghero. Mentre il trend dei passeggeri che transitano nell’aeroporto è sempre (seppur lievemente) in crescita, l’indice di ritorno dei turisti è sotto lo zero (chi viene, non ritorna). E’ evidente che, al netto di battaglie nei cieli, scenari da film di spionaggio, lotte politiche e incapacità diffuse, questo non ha permesso alla compagnia di avere un ritorno economico utile per mantenere i voli. In sintesi: le Baleari fanno 40milioni di turisti all’anno, la Sardegna quasi 4. Questo dato, piuttosto noto, spiega tutto.

Se le persone che viaggiano sono poche, si tagliano i voli, chiedendo supporto agli enti pubblici, arrivano i ricorsi all’Europa, l’indecisione degli uffici e l’inerzia della politica. Risultato: addio Ryanair. Come mai la Spagna, dopo aver vissuto nel torpore, è diventata il faro del turismo mediterraneo (con la Croazia che sta crescendo e presto le potrebbe rubare lo scettro)? Creando attrattive. Ed a quelli che mal sopportano certi eventi, soddisfatti solo da qualche presentazione di libri, convegni scientifici e strimpellate per pochi intimi, segnaliamo che quest’anno Barcellona in solo un mese (giugno) proporrà tre festival musicali (Primavera Sound, Sonar e Metal festival) che da soli richiameranno (dati certi) quasi 300mila persone per un giro d’affari che supera i 150milioni di euro (tre volte il bilancio del Comune di Alghero, numeri ufficiali e senza considerare il “nero”). Amministrare, a qualsiasi livello, tassando e tartassando residenti e turisti è troppo facile. Avere una visione, idee, rischiare e creare delle attrattive è più complicato. Ma oggi chi governa deve avere queste caratteristiche, altrimenti l’uscita dal tunnel sarà impossibile. E in questo caso non devono sforzarsi neanche di inventare niente, basta imitare i nostri tanto decantati (spesso per motivi troppo futili) fratelli catalani.

Nella foto una serie di boeing Ryanair all’aeroporto di Ibiza

S.I.