Circolo Terrestri: buona la prima

ALGHERO – Un esordio coi fiocchi. La prima uscita pubblica del Circolo Terrestri è stata molto positiva. Non solo in termini di accoglienza della proposta realizzata, ma anche riguardo il tema proposto. Posidonia Oceanica: una risorsa chiamata problema. Un tema che, come un fiume carsico, appare e scompare dalle cronache quotidiane da troppi anni. Forse da sempre, visto che si tratta di una questione atavica, per alcuni studiosi anche legata al nome Alghero (da alghe). Pur avendo origini lontane ed essendoci da tempo idee, sturi, progetti e anche macchinari ad oggi non si è riusciti, ancora, ad affrontare nel migliore dei modi tale “problema”. Obiettivo del Circolo Terrestri (nomen omen) non è solo quello di discernere su tematiche, più o meno note, ma soprattutto trovare delle soluzioni pratiche per superare gli ostacoli e dare supporto alle Istituzioni affinchè si trovino delle soluzioni fattive e, se possibile, immediate.

In tal senso è stata decisa la scaletta degli interventi. Una panoramica a 360° sul tema oggetto del convegno. Accademici, studiosi, professori e soprattutto imprese del settore che hanno illustrato le varie tesi sull’utilizzo della posidonia al fine di riuscire a coniugare la salvaguardia dei litorali con la fruzione degli stessi da parte di indigeni e turisti. Ferdinando Manconi, alla presenza della comandante della Guardia Costiera Paola Piroddi e dei consiglieri regionali Luigi Lotto e Marco Tedde, oltre che di diversi consiglieri comunali, ha presentato il Circolo Terrestri. Realtà che, come detto, vorrà dare un contributo al dibattito pubblico cittadino e regionale toccando temi differenti nell’ottica di provare ad elevare la discussione con relazioni di qualità. E ieri, potremmo dire, buona la prima. Dopo Manconi, a seguire, anche per portare il saluto dell’amministrazione, l’assessore all’Ambiente Raniero Selva che, dopo aver ringraziato per l’invito ed esserci complimentato per l’iniziativa, ha ricordato gli impegni del governo cittadino nella pulizia degli arenili.

Subito dopo è stato il turno della professoressa Alessandra Casu che ha introdotto l’argomento a seguire. Una serie di personalità del settore come il professor Ginesu, Russino, De Luca, Pascucci hanno offerto diverse angolature utili a comprendere al meglio la materia trattata. Contributo anche da parte di una neo-laurenda. L’algherese Giulia Dessole, dottoressa in Pianificazione e Politiche della città, che ha illustrato la sua tesi sul tema oggetto del convegno. Mentre Mario Tocci, giurista, avvocato e docente di Beni Culturali, si è focalizzato sulla situazione normativa facendo emergere le contraddizioni delle leggi vigenti che devono obbligatoriamente vedere delle modifiche da parte della Regione Sardegna in connessione con le Capitanerie di Porto e gli uffici demaniali. Insomma urge un scatto in avanti.

Inutile ribadire l’importanza della pianta marina per la tutela delle coste, ma ciò si innesta con l’indispensabile frequentazione delle spiagge e soprattutto col riutilizzo, anche per fini agricoli, della stessa posidonia. Se ne parla oramai da troppo tempo. I nostri nonni e ancora prima veniva usata nei campi. E ieri, il Circolo Terrestri, ha dimostrato grazie all’intervento di due imprese sarde (Acathus e Shift) che questa è più di una possibilità ma una realtà da percorrere. La prima, con sede a due passi ad Alghero, nel Comune di Olmedo, ha brevettato un macchinario per ripulitura e utilizzo della posidonia come esposto da Elia Orrù, la seconda, che invece è di Cagliari (l’impianto è a Sanluri), ha dimostrato, con gli interventi di Nino Villa Santa e Andrea Alvito che grazie ad un particolare tipo di lavorazione si può creare dell’ottimo concime per le nostre campagne.

In chiusura, pur essendo già trascorse diverse ore, si è aperto un interessante dibattito col pubblico che ha visto un importante contributo di alcuni tra i presenti. Dai balneari fino a studiosi dell’ambiente marino sono emerse diversi spunti. L’obiettivo degli organizzatori è stato raggiunto: puntare i riflettori sulla posidonia (chiamata problema) ma evidenziare che è una risorsa (grazie a soluzioni fattive). E soprattutto questo convegno, cosi come quelli futuri, non si esauriranno nel solo, seppur interessante ed esaustivo incontro pubblico, ma la questione verrà seguita (con ulteriori appuntamenti) al fine di trovare delle soluzioni che possano dare un contributo reale al fine di risolvere le problematiche esistenti.

Nella foto (di Andrea Manca) l’incontro di ieri nel Dipartimento di Architettura

S.I.