Caso Selva: alghe, rottura e annunci

ALGHERO – Se in un primo momento poteva starci uno strappo legato a rapporti di gestione delle varie questioni tra sindaco e assessore, forse lo sbotto di ieri va ben oltre un picco di nervosismo evidenziato già nell’articolo di questa mattina [Leggi]. E’ evidente che una delle tematiche calde in questi ultimi anni, grazie soprattutto alla sollecitazioni dei cittadini, turisti, associazioni come Circolo Terrestri, opposizioni e parte della stampa, con in testa Algheronews, è l’ammasso di alghe, come quasi una discarica a cielo aperto, a San Giovanni, ma non solo. Infatti il problema riguarda tutto il litorale che, come ripetuto alla noia, deve vedere impegnati anche i privati nelle pulizie, ma sta ovviamente al Comune, dunque all’Amministrazione in carica, rendere fruibili, accessibili e decorose le spiagge almeno da aprile fino ottobre.

Invece, quest’anno, abbiamo battuto ogni record: a luglio era ancora presente sulla battigia del Lido, oltre che la montagna del potenziale splendido angolo cittadino a ridosso del molo di sottoflutto, la cosi detta “paglia marina”. Segnalazioni, articoli, commenti, foto e video, perfino dell’ex-deputato Mauro Pili [Leggi] che ha dichiarato, senza giri di parole, “siamo nelle mani di incapaci”.

Nessuno ha la bacchetta magica e questo problema si trascina da decenni, però, mai come questi ultimi anni ci sono stati annunci su eventuali interventi, come l’ultimo di oggi, dove si recita che “i competenti uffici del settore ambiente hanno pubblicato una manifestazione d’interesse tesa ad acquisire un elenco di operatori economici interessati al prelievo, trasporto e impiego, presso la propria azienda agricola, a titolo gratuito, della posidonia spiaggiata messa a disposizione dall’Amministrazione. Il bando è rivolto agli imprenditori agricoli professionali (ai sensi del D.Lgs. 99/04 e del D.Lgs. 101/05), coltivatori diretti (ai sensi della L. 604/54), agli operatori del settore zootecnico (allevamenti e maneggi) e imprenditori agricolo ai sensi dell’art. 2135 del codice civile”. Inoltre, molti Comuni, alcuni anche in Sardegna (basti vedere Villasimius [Leggi], hanno adottato soluzioni innovative e utili ad arginare tale fenomeno che pregiudica la principale economia del nostro territorio ovvero il turismo, nello specifico quello balneare.

Infine, come segnalato più volte anche dagli operatori culturali locali, è oramai imprescindibile che quella zona, dove da tempo si stoccano le alghe a San Giovanni, magari anche con degli interventi migliorativi sul deflusso in mare delle acque del canalone, diventi una sorta di arena estiva per manifestazioni e spettacoli, dallo sport alla musica compresi giochi per bambini e punti di ristoro. Idea pare già accolta dalla nuova presidenza della Fondazione Alghero/Meta. Insomma, tutto un altro aspetto riguardo al decadimento attuale. In questo modo, tema che dovrebbe essere caro agli ambientalisti, altro che “piante pioniere”, le strutture per fare gli eventi sarebbero meno impattanti e montate non in mezzo alla spiaggia, ma più a ridosso della città. Gli elementi così come i suggerimenti questa Amministrazione li ha tutti in mano e da tempo. O lo farà lei o la successiva, di sicuro quella zona così com’è adesso, non potrà durare oltre la prossima stagione estiva.

Nella foto la condizione del litorale nei pressi di San Giovanni

S.I.