Cap d’Any e la fissa perdente del “nome”

ALGHERO – Avere ragione spesso non è piacevole. Soprattutto quando si tratta di questioni delicate legate alla vita della propria città. Da tempo e da più parti riguardo il Capodanno sono state avanzate delle critiche sul modello ancora portato avanti negli ultimi dalle amministrazioni algheresi. Un modello che ha visto Alghero capostipite del settore ed ha raccolto, oltre 10 anni fa, ottimi risultati. Ma il tempo scorre, cambiano le condizioni e soprattutto il concerto in piazza non crea più l’indotto desiderato rispetto la spesa affrontata. Infatti c’è subito da evidenziare che, come anche i bambini sanno, il 31 dicembre gli artisti dalle balere ai live in paizza chiedono sempre il doppio del loro cachet Ciò vuole dire che, ad esempio, il costo produzione di Elio e le Storie Tese arriva a circa 100.000 euro. Una somma enorme, viste le evidenti difficoltà di cassa del comune.

Ma Alghero ha la Meta, qualcuno potrebbe dire e grazie ai proventi delle Grotte di Nettuno si potrebbero fare queste spese pazze per garantire uno spettacolo di forte richiamo. Niente incontrario a questo ragionamento salvo quello detto in principio: i tempi sono cambiati. Se a fine 90 e primi anni zero il concerto di San Silvestro era una novità, già pochi anni dopo (siamo intorno al 2004/6) gli allora amministratori, giustamente, avevano addrizzato il tiro creando un mese di piccoli eventi e allestimenti per tutto dicembre. Proposta che raccolse molti consensi tra turisti e indigine. E poi viste le tristissime e quasi assenti luminarie, appaiono come tempi lontani un secolo. Eppure ci voleva veramente poco per fare bene e andare oltre. Bastava, come insegna chi fa impresa (in questo caso del ramo culturale più in generale dell’intrattenimento), copiare o meglio prendere spunto dai più bravi.

Invece, cosa è accaduto, che i “meno bravi” ci hanno superato e pure di molto. Com’è potuto accadere? Facile, alla fine uno dei momenti di maggiore attrazione turistica e dunque economica per Alghero si è ridotto al toto-nome per il concerto del 31. Poche idee, poca inventiva. Un modello fermo a 20 anni. Ed è cosi che un appuntamento topico per il richiamo turistico per cui orde di turisti, cagliaritani su tutti, ad esempio, raggiungevano la Riviera del Corallo, si è ridotto ad una tenzone su chi fa il “nome” più grosso. E allora era normale che accadesse che, in un quadro avaro di inventiva, fantasia e conocenza, ci si ferma proprio al “nome”. Il cruccio è solo quello: il “nome”.

Dunque anche se ad Alghero si corre ad anticipare tutti col “nome” poi arriva Olbia è spara un “nome” ancora più grosso, Subsonica e Machet Crew. Un mega concerto per un pubblico certamente più giovane, ma cosa che sicuramente i nostri amministratori non sanno, verso il centro della Gallura si stanno muovendo flussi proprio dal sud Sardegna per farlo diventare il vero capodanno della Sardegna con anche un continuo sul notturno molto importante, insomma quello che tempo fa offriva Alghero e ora non più. Ma non solo. Poi arriva Castelsardo. Si Castelsardo che cosa fa? Un “nome” ancora più grosso: il mitico Francesco De Gregori. E qui casca l’asino: il pubblico di riferimento è praticamente lo stesso di Elio. Tutto questo in attesa di Sasari che, vabbè, ha voluto raggiungere picchi assoluti in senso negativo facendo un bando a 20 giorni dal Capodanno. Ma, ovviamente, anche il capoluogo turritano farà la sua proposta che, visto il bacino d’utenza, richiamarà a prescinde un numeroso pubblico.

Per non parlare di Cagliari. Esempio virtuoso che ha compreso come non si possa più vivere col cruccio del “nome” e propone un format che proprio Alghero proponeva già qualche anno indietro quando aveva deciso di “addrizzare il tiro”: un mese di piccoli eventi di qualità e un 31 dicembre con un’impronta musicale ben definita vicina allo ska, reagge e dub. Oltre che un mega evento privato di musica elettronica alla fiera con la superstar dj Ellen Allien che richiamerà milgiaia di giovani. Insomma, Alghero si dovrà scontrare con i comuni vicini dove però offriranno degli spettacoli il cui target è il medesimo del centro catalano e con anche proposte di maggiore livello. Questo nonostante la premura di presentare la manifestazione in largo anticipo. E poi, nel caso di De Gregori, la concorrenza è rappresentata da un’artista che rappresenta la storia della musica italiana.

Nella foto Francesco De Gregori che a Capodanno suonerà a Castelsardo

S.I.