Alghero non ha Pai: lotta continua

ALGHERO – “Il Comune di Alghero non ha il Pai. E ad oggi neanche l’area della bonifica storica di Alghero ha il PAI approvato. Lunedì 13 agosto l’aula di via Columbano, con i voti della maggioranza, l’appoggio del PD e del consigliere Nasone (anche lui ora PD), ha semplicemente ri-preso atto per la terza volta dello studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica per la sola area perimetrata dal Piano di Valorizzazione, ma non l’ha approvato”. Cosi Tiziana Lai, presidente del Comitato Zonale riguardo l’ultimo passaggio in Consiglio Comunale della delibera riguardante la variante urbanistica fatta per una parte dell’agro per cui è propedeutico il Pai, ancora ad oggi, da approvare.

“Il terzo passaggio in aula si è reso infatti obbligatorio dal punto di vista amministrativo per trasferire tutte le correzioni allo studio, richieste ai progettisti, dalle severe osservazioni che l’Autorità di Bacino ha posto già nel primo esame preliminare del lavoro presentato. Per avere il PAI dell’area della bonifica è necessario attendere l’approvazione dei competenti uffici regionali. Per avere invece il PAI di tutta Alghero è necessario attendere ancora la sua progettazione definitiva e il passaggio in aula per la presa d’atto. Quindi in definitiva lo studio della bonifica passa in aula per la terza volta ed è necessario sottolineare che potrebbe succedere di nuovo se venisse corretto o opposto ulteriormente”.

“Noi del Comitato Zonale Nurra abbiamo inviato all’Amministrazione Comunale e all’Autorità di Bacino, tramite il nostro legale, nella fase di istruttoria dello studio, una nota in cui comunichiamo di aver affidato ad un team di esperti l’incarico per uno studio dettaglio dell’area del Canale Orune. I nostri esperti ci hanno già anticipato alcune delle incongruenze riscontrate nello studio adottato e sulla base di queste, abbiamo richiesto di sospendere l’istruttoria per 60 giorni, in moda tale da permetterci di consegnare il nostro studio completo in ogni sua parte, uno studio che noi crediamo possa essere sicuramente di supporto all’amministrazione se volesse togliere il territorio dai guai”.

“L’amministrazione per tutta risposta ha convocato per lunedì 13 agosto scorso il Consiglio Comunale per la presa d’atto delle modifiche apportate senza prendere in considerazione la nostra istanza. Abbiamo convocato per il martedì e il giovedì precedenti alla seduta del consiglio, una riunione con tutte le forze politiche presenti, e non, in consiglio ed una assemblea pubblica con i cittadini, per spiegare le risultanze dello studio modificato da portare in consiglio, le sue numerose lacune e gli errori tecnici riscontrati ed inoltre dettagliare le nostre azioni passate e future”.

“In entrambe le sedute abbiamo chiesto, coadiuvati dai cittadini presenti, ai rappresentanti delle forze politiche di opposizione presenti e all’Assessore Balzani, l’unico rappresentante dell’amministrazione e della maggioranza consiliare, di accogliere la nostra istanza e di conseguenza di sospendere la seduta programmata di lunedì 13 agosto per attendere il nostro studio e di verificare gli errori tecnici rilevati”.

“La nostra vertenza non ha trovato consenso ne nell’Assessore ne tanto meno nella maggioranza consiliare che appoggiata dal PD e da Nasone (ora PD) hanno preferito andare avanti imperterriti con la loro linea, senza ascoltare le nostre richieste e non riconoscendo valide le nostre segnalazioni, inviate peraltro anche tramite comunicazione formale per posta certificata a tutti i membri del consiglio, ma anzi additando il nostro lavoro come meramente strumentale ad un’opposizione senza temi concreti”.

“Ribadiamo quanto già comunicato ai nostri illustri rappresentanti per le vie ufficiali e cioè che la nostra vertenza a tutela dei diritti del territorio va avanti, nonostante le neanche tanto velate minacce di querela, nonostante le inutili prove di forza di alcuni consiglieri che cercano di distogliere l’attenzione dal vero problema, travestendolo di un fantomatico problema di sicurezza. Andiamo avanti con la collaborazione tecnica ed economica della popolazione residente per garantire una più corretta definizione delle aree a rischio idrogeologico, per evitare inutili opere di mitigazione del rischio idraulico con sperpero di denaro pubblico ed inoltre per tutelare gli interessi economici dei proprietari di quasi 800 ettari di terreni irrigui ed in produzione che oggi sono danneggiati dall’errata definizione dello studio dell’amministrazione”.

Nella foto l’agro algherese

S.I.