Piano Bonifica: nessuna condivisione

ALGHERO – “Trasparenza e condivisione” sono i messaggi coi quali il Sindaco Mario Bruno si è riempito la bocca nella recente campagna elettorale. Eppoi, investito della gestione del potere, incontrando i cittadini per illustrare il lavoro svolto degli studenti universitari all’interno dei loro percorsi di studio , con “condivisione” scrive il libro dei sogni pianificando quartieri e borgate sapendo che a malapena riuscirà a sfalciare l’erba dai marciapiedi e a tappare qualche buca nelle strade con qualche sacchetto di asfalto”. Cosi il Partito Democratico sulla questione del piano per la bonifica essenziale per le imprese agricole al fine di ottenere i fondi del Psr in linea con la Regione.

“Quando invece l’amministrazione pianifica una parte molto importante del territorio quale è la Bonifica Storica Algherese “trasparenza e condivisione” diventano concetti astratti superati dalle procedure, per cui la Coopianificazione va fatta tra i tecnici incaricati della redazione del Piano e i Tecnici della Regione, naturalmente l’ultima parola spetta ai consiglieri comunali che possono emendare ed eventualmente i cittadini fanno osservazioni dopo l’adozione. Per il Partito Democratico “Trasparenza e Condivisione” significano predisposizione del Piano della Bonifica dopo aver recepito le indicazioni ed illustrato agli stessi cittadini, una volta predisposto dai tecnici incaricati, per condividerne gli obbiettivi e le criticità”.

“Solo allora un Piano può definirsi condiviso ed iniziare l’iter procedurale previsto dalla legge, iter in cui gli amministratori difendono le richieste scaturite dagli incontri e cercano di convincere i tecnici regionali della bontà delle scelte all’interno della cornice normativa sovraordinata. Leggere un articolo in cui il Presidente della Commissione Urbanistica Curedda parla di approfondimento del Piano di Valorizzazione, nella riunione del 16 maggio scorso nella Fondazione Meta è quanto meno singolare a detta dei rappresentanti dei tre comitati eletti dell’agro, infatti non un dettaglio è stato aggiunto alla discussione, ma solo elementi noti e già abbondantemente ripetuti in tutti gli incontri che negli anni si sono succeduti dalla prima predisposizione del Puc di circa 6-7 anni fa, escludendo le nuove indicazioni emerse. Fondamentalmente i tecnici hanno parlato dei vincoli previsti sugli immobili costruiti fra gli anni ’30 e ’60 e dei criteri di premialità previsti per i soggetti che provvedono al ripristino (mediante demolizioni degli ampliamenti o superfetazioni) delle case così come vennero costruite dall’Etfas oltre sessant’anni fa. Criteri abbastanza discutibili poichè non favoriscono il lavoro agricolo ma semplicemente la proprietà a prescindere dall’uso o dai requisiti soggettivi del proprietario. Criteri che non trovano riscontri nella normativa regionale sovraordinata e pertanto difficili da far digerire ai tecnici della regione incaricati della verifica di coerenza con le prescrizioni del Ppr”.

“L’unica novità degna di nota scaturita da quell’incontro, per la verità in maniera molto velata, è determinata dall’intenzione dell’Amministrazione Comunale di riperimetrare l’area della Bonifica Storica Algherese escludendo una parte di Guardia Grande (non si capisce per quale motivo visto che i tecnici incaricati ne censirono gli immobili fin dalla prima versione) ed includendo Maria Pia solamente per il fatto che fino al 1960 era interamente di proprietà dell’Etfas. Anche molte aree costiere comprese fra Fertilia fino a Tramariglio, passando per le Bombarde e il Lazzaretto erano di proprietà dell’Etfas che le permutò con l’allora Società Bonifiche Sarde in cambio di terreni nella zona di Arborea, ma non per questo sono state inserite all’interno della Bonifica. Premesso che il PD di Alghero non è contrario ad un uso turistico dell’area a determinate condizioni, risulta evidente l’inopportunità di inserire l’area di Maria Pia all’interno di uno strumento che punta a valorizzare il comparto agricolo ed in particolar modo l’eliminazione della discriminante che rende impossibile l’accesso ai contributi del PSR nell’ambito degli investimenti infrastrutturali delle aziende agricole e multifunzionali. Siamo assolutamente convinti che la delibera della Giunta Regionale che permette la realizzazione del Piano di Conservazione e Valorizzazione della Bonifica Algherese, fortemente voluta dal PD di Alghero e dai comitati di borgata, mediante lo strumento della variante al Piano Regolatore Generale esistente, non ammetta sotterfugi tendenti all’aggiramento del Ppr soprattutto in aree tanto sensibili che meritano una pianificazione contestualizzata all’interno di un disegno complessivo e strategico della città”.

“Se poi l’area è interessata da accordi di natura politica funzionali al mantenimento in vita di questa amministrazione, questo è un altro discorso, magari anche legittimo per chi ha vinto le elezioni con un programma elettorale, ma legittimi devono essere tutti i passaggi. Riteniamo che lo sviluppo turistico di Alghero debba trovare nel Puc l’unico strumento valido e solo col PUC quelle aree possano essere pianificate trattando da una parte parchi urbani e dall’altra ingenti volumetrie che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo agricolo della Bonifica Storica Algherese”.

Nella foto la segreteria del Pd di Alghero

S.I.