Res Publica: esposto in Procura

ALGHERO – Res Publica deve essere sgomberata dall’ex-caserma dei carabinieri. Lo chiedono, agli enti preposti, con un documento alcune forze politiche che hanno firmato un esposto. Una denuncia “relativa all’occupazione senza titolo e priva dei requisiti di agibilità dell’immobile ex caserma dei Carabinieri, presentata da Marco Tedde (Forza Italia), Giuliano Tavera (PSD’Az), Maurizio Pirisi (Forza Italia), Michele Pais (Forza Italia), Andrea Delogu (Forza Italia), Emiliano Piras (Nuovo Centro Destra), Nunzio Camerada (Forza Italia), Maria Grazia Salaris (Nuovo Centro Destra ), Gianfranco Langella (Fratelli d’Italia). I destinatari sono la Procura della Repubblica, Procura Generale della Corte dei Conti, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Alghero, Vigili del Fuoco e Dirigente Demanio del Comune di Alghero.

Uno scritto piuttosto circostanziato, con allegati anche degli articoli, delibere e altri documenti, utili, secondo i firmatari, a comprovare principalmente che quella struttura non è agibile e sussiste un serio pericolo per gli occupanti e chi la frequenta. A questo si aggiungono gli altri presunti reati indicati dai firmatari nella loro denuncia che non potrà non avere dirette conseguenze politiche anche in seno all’amministrazione visto che, ad oggi, non c’è stata un indicazione di sgombero nonostante sia stato detto in aula e indicato in delibera che la struttura non è consona per ospitare tale iniziative. A questo si aggiungono anche le differenze di vedute nella maggioranza che pare abbiano causato più di una frizione, ad esempio, tra Udc e altri alleati. Ma ad oggi niente era accaduto, fino questo deflagrante scelta.

Ecco il documento integrale:

“Preme ai sottoscrittori esponenti politici cittadini all’attenzione le conseguenze che potrebbero derivare dall’occupazione illecita dell’ex-caserma dei carabinieri di Alghero, con ingressi in via simon e dalla piazza pino Piras, di proprietà del comune di Alghero. Un bene pubblico che per decenni è stato un presidio di legalità – posto nella zona più pregiata del centro storico e acquistato dall’amministrazione utilizzando cospicui fondi pubblici – , privo di agibilità e utilizzando in modo affatto improprio da soggetti che lo detengono in assenza di titolo nell’indifferenza complice dell’amministrazione comunale.

Secondo quanto si apprende da un articolo di Sarda News il 1 maggio 2014 l’ex-caserma è stata occupata da un gruppo di persone che intendevano realizzare una “realtà autogestita”, alla stregua dell’ex-Questura di Sassari, sgomberata lo scorso settembre 2014. All’inizio erano ospiti della facoltà di architettura e inizialmente, a dire loro, l’amministrazione era in disaccordo sulla loro occupazione, ma successivamente avrebbe “concesso” l’uso dello spazio. Concessione, invece, ai sottoscritti risulta non sussistere.
All’interno dello stabile viene effettuata, tra le altre cose, vendita di prodotti, mercatini non meglio identificati, somministrazione di alimenti e bevande, teatro e musica. Inoltr, l’immobile ospita una surreale “caffetteria popolare” e funge da alloggio per persone. Insomma, una sorta di “centro commerciale” abusivo con attività di somministrazione e alloggio, intrattenimento e svago e ricreative. Nell’ottobre dello scorso anno, a seguito della denuncia pubblica di alcuni esponenti politici, l’assessore comunale Esposito dichiarava che con gli occupanti s’era aperto un dialogo, e che gli stessi avevano manifestato “piena disponibilità a lasciare l’immobile”. Da ciò derica l’assoluta conoscenza dell’amministrazione dell’occupazione abusiva.

Con delibera n.57 dell’8 settembre 2015 il Consiglio Comunale decideva di destinare l’immobile a distretto della creatività, dando atto in modo burocraticamente eufemistico che “si rendono necessari alcuni interventi per l’ottenimento di alcune attestazioni/certificazioni previste”. Cioè a dire: è inagibile e non possono essere esercitate le attività oggi presenti. Fatta questa premessa, emerge con nitidezza che il bene da oltre un anno è stato sottratto alla sua destinazione pubblica ed è occupato da privati a titolo gratuito in assenza di titolo concessorio, con notevole danno erariale. Al riguardo, parrebbe che gli occupanti non paghino le bollette per la somministrazione di acqua ed energia elettrica le cui utenze sono intestate all’amministrazione. Ma è altrettanto evidente che all’interno del bene occupato, nell’indifferenza complica dell’amministrazione, si svolgono attività di spettacolo, intrattenimento e svago, commercio e artigianato, alloggio e somministrazione in difetto di certificazioni di agibilità e di rispetto di requisiti autorizzativi ed igienico sanitari.

In definitiva, si pongono seri problemi per l’incolumità degli occupanti e degli ospiti, oltre che per pubblica igiene. Alla luce di queste brevi considerazioni i sottoscrittori chiedono alle autorità in indirizzo, ciascuna per le rispettive competenze, che intervengano con l’urgenza del caso per fare cesare l’occupazione illecita e le attività esercitate in modo illegittimo e verificare l’esistenza di danni per l’erario. Ciò al fine di tutelare il patrimonio pubblico, la pulica igiene e l’incolumità fisica delle persone, oltre che di accertare fattispecie non conformi al diritto e dannose per l’erario pubblico.”