Tassa soggiorno? No, imposta sugli hotel

ALGHERO – Non si placano le polemiche sulla tassa di soggiorno. All’indomani dell’annuncio della sua introduzione, subito dopo la vittoria elettorale, il sindaco Bruno fu oggetto di numerose critiche. Molte di queste rientrarono subito visto un diffuso parere favorevole riguardo il suo inserimento. Ma, a posteriori, i pareri contrari sono riemersi. Nessuno si sarebbe aspettato di non vedere alcun radicale effetto benefico nel 2015. Come molte iniziative e progetti dell’amministrazione Bruno, tutto pare rinviato all’anno prossimo. Situazione che penalizza ulteriormente un territorio oramai già da quasi cinque anni paia aver perso la bussola.

Sulla tassa di soggiorno, questo lunedì, c’è stata l’attesa assemblea pubblica dell’amministrazione: gli assessori Tanchis, Esposito, Cacciotto, Lampis e il sindaco Bruno hanno illustrato i dati dell’anno in corso e le idee in merito all’imposta. Alcune dichiarazioni ribadite nella nota ufficiale dello staff del Primo Cittadino hanno fatto saltare sulla sedia imprenditori e rappresentanti politici. “Circa l’87% degli incassi deriva dagli alberghi, mentre sono praticamente ininfluenti gli incassi da immobili in locazione turistica”. Minio Fonnesu, direttore dell’hotel Domo Mea e della casa appartamento vacanze Sa Domo, oltre che in attività con altre imprese del settore, scrive un laconico “no comment”, salvo poi confermare il suo totale disappunto e contrarietà per la gestione delle somme derivanti dalla tassa, “la lotta al sommerso promessa non è mai esistita”, e la volontà, a quanto pare, di aumentare ancora il balzello.

Ciò che gli albergatori fuori dai microfoni trovano assurdo è che la quasi totalità dell’importo recuperato, come da comunicazione di Sant’Anna, derivi dalle strutture regolari e ufficiali, mentre il sommerso continua a non pagare, oltre le tasse già presenti, anche quella sul soggiorno. Insomma “nonostante gli annunci, il sommerso continua a dilagare e ad evadere”. In totale sarebbero oltre 50 le realtà ricettive “non censite” per un totale di 40.000 posti letto al contrario dei 12.000 posti letto riconosciuti, derivanti da totale di circa 12 realtà imprendoriali. Dunque, come evidenziato, “un minoranza regolare paga per tutti anche per i fuori legge”, dicono con rassegnazione. “Le cose al contrario: hanno avuto bisogno di penalizzare chi lavora seriamente anziché prima disporre una seria politica per l’emersione del nero e poi successivamente, ma solo se fosse stato necessario (ne dubito), applicare a tutti la tassa di soggiorno, che lo ricordiamo è una tassa di scopo”, cosi commenta l’esponente del Partito Democratico Enrico Daga sintetizzando al meglio l’inedita e particolare situazione.

Nella foto Alghero dall’alto

S.I.