La Sinistra difende Res Publica

ALGHERO – “Leggendo le dichiarazioni di Zoffili, la prima cosa che viene in mente è che non conosca il progetto e che si sia limitato a passar davanti al Distretto della Creatività”. Cosi Giusy Piccone di Sinistra In Comune lista che ha sostenuto Mario Bruno e che si trova ora all’opposizione e che interviene su una delle tante querelle che caratterizzeranno i prossimi mesi: l’ex-caserma di via Simon.

“Dal 2016 ad oggi, non ho cambiato idea su quanto fatto. Resto convinta dell’innovatività del Bando e soprattutto dell’idea di Distretto. Pur consapevole delle criticità, oggi come allora, resta un esperimento unico nel suo genere, osservato anche a livello nazionale, era prevista ad esempio una visita dell’università di Torino nel mese di luglio, poichè siamo oggetto di studio in un’analisi di tutti i casi di utilizzo dei beni comuni in Italia. Di fatto, gli spazi non sono stati affidati a nessuno in particolare, ma a tutti i soggetti in possesso di determinati requisiti che ne hanno fatto richiesta per collaborare, condividere quell’area e trasformarla in un laboratorio progettuale multidisciplinare”.

“Ancora oggi penso che il tema cruciale sia l’innovazione sociale. Definiamo innovazioni sociali le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa. All’origine dei processi di innovazione esistono richieste ed esigenze sociali esercitate dall’esistenza di bisogni insoddisfatti, come – nel caso specifico – l’esigenza di luoghi di incontro, di aggregazione, dove sviluppare creatività”,

“Quando la politica non risponde a queste esigenze, solitamente la comunità si organizza per soddisfare i bisogni o per ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Questo vuoto politico apre il campo alle risorse e alle forze del privato sociale, all’imprenditorialità dal basso, alle comunità di cittadini che si organizzano”.

“Alla fine, è accaduto proprio questo. Le pratiche di innovazione sociale non solo rispondono in modo innovativo ad alcuni bisogni, ma propongono anche nuove modalità di decisione e di azione. C’è stata un’opera di riappropriazione dei luoghi e di valorizzazione degli stessi, con alcune forme non sempre condivise, ma c’è stata. L’ex caserma è diventato luogo d’incontro, luogo d’aggregazione e di interazione.  Ancora oggi, se dovessi scegliere tra il modello di socialità di piazza dei Mercati e quello di piazza Pino Piras non ho alcun dubbio, sceglierei quest’ultimo.

S.I.