Morte del calcio, è l’ora dei veleni

ALGHERO – Il Calcio non è mai stato così in basso. E’, purtroppo, un dato di fatto. Dopo il primo fallimento dell’Alghero, di qualche anno addietro, oggi, con la definitiva mancata iscrizione, a seguito anche della fine del Fertilia, lo sport maggiormente praticato in Italia nella Riviera del Corallo è scomparso. Non solo dai gironi che contano, ma pure dall’ultimo ovvero la Seconda Categoria dove insistono solamente due compagini locali il Treselighes e l’Audax.

Negli scorsi giorni era stata Forza Italia-Alghero a sottolineare la gravità della situazione puntato il dito anche contro l’amministrazione Bruno [Leggi] e adesso si è scatenato lo scontro tra vecchi e recenti dirigenti dell’Alghero Calcio rispetto alle responsabilità della mancata iscrizione. Polemiche sterili e spesso strumentali visto che come in tutti i settori anche nello sport occorre programmazione e una regia pubblica che possa evitare che si arrivi al punto di far scomparire le due principali squadre cittadine. Del resto, forse ci si dimentica, che lo sport e in particolare il calcio sono uno dei pochi svaghi rimasti per i giovani.

Nel frattempo, come detto, si registra lo scontro tra privati a “colpi” di dichiarazioni su stampa e lettere aperte (mosse anche da questioni politiche) come quelle che pubblichiamo integralmente, come ci è stata inviata, e riguarda quanto pubblicato sulla Nuova Sardegna riguardo le accuse agli attuali proprietari dell’Asd Alghero 1945 rei di non aver iscritto la squadra al campionato di Seconda Categoria ovvero l’ultima esistente.

Il 1945 Alghero respinge le infamanti accuse che trapelano dalle dichiarazioni rilasciate dagli ex Dirigenti Meloni, Ferroni, Marcias e Simbula e comparse sull’articolo pubblicato a pagina 32 de La Nuova Sardegna del 20 agosto 2018.
E’ incredibile leggere che secondo questi signori è stata una vergogna non iscrivere la squadra!
Da oltre 2 stagioni sportive il 1945 Alghero è sopravissuto solo grazie alla buona volontà e al buon senso di una manciata di “volontari” che si sono accollati il peso, l’onere e quant’altro per far proseguire la vita dell’Associazione, sostenendo personalmente i costi relativi, l’indifferenza della cittadinanza e della classe politica, impegnando il proprio tempo e ponendo al secondo posto la loro famiglia e la loro vita. Anzi venendo osteggiati continuamente, perché ad Alghero “non fanno e non ti fanno fare”. Il Presidente, rimettendoci anche la salute, ha proseguito fin dove era possibile, ma già da parecchio tempo ed ad intervalli regolari, esce puntualmente sulla stampa per chiedere aiuto alla classe imprenditoriale e a chiunque abbia voglia di sostenere con qualunque mezzo il progetto sportivo dell’Associazione. Gli appelli sono sempre caduti nel vuoto, anzi con chiunque abbia avuto a che fare, il coro era sempre lo stesso “Ma chi te l’ha fatto fare, ma chi ve l’ha fatto fare”, mai una volta un “bravo” o un complimento. I dirigenti, accusati dai signori sopracitati, sono stati abbandonati alla loro “missione” che hanno portato avanti fino alla fine di questa stagione sportiva, tra mille difficoltà e in completa solitudine. Alla fine ci chiediamo: “Ma per chi o per cosa lo stiamo facendo se a nessuno interessa?”. Ci si mette, poi, anche il Comune di Alghero che anziché aiutare piccole realtà sportive a risollevarsi, non solo non concede alcun contributo, ma bandisce a gara un impianto privo delle autorizzazioni di base. Documenti comprovano, infatti, che l’impianto è inagibile già dal 2013. Il risultato è noto: un ‘impianto che non si è potuto utilizzare per una serie di eventi già calendarizzati e pubblicizzati, che ha portato via tante risorse che sono state sottratte alla gestione ordinaria del campionato. Il Sindaco in persona promise, in più occasioni, alla fine dell’anno 2016 che entro il 2017 sarebbero stati svolti importanti lavori di manutenzione delle tribune, degli spogliatoi e il ripristino dell’illuminazione. Nulla è stato fatto.
Ulteriormente i dirigenti competenti del Comune impedirono il passaggio del titolo di Promozione dal Castelsardo all’Alghero. I dirigenti del Castelsardo, infatti, si offrirono di sostenere a proprie spese ogni onere relativo alle manutenzioni e alle autorizzazioni da sanare per permettere il buon funzionamento dell’impianto Mariotti: unica condizione per consentire il passaggio del titolo. Ma il Comune lo impedì, non autorizzando gli interventi di cui sopra.
Gli ex Dirigenti dell’Alghero dovrebbero inoltre ricordare gli incontri – soprattutto telefonici – in cui il Presidente e altri dirigenti chiedevano da parte loro un minimo di collaborazione ed aiuto, proprio in virtù del ruolo che essi avevano ricoperto in passato. Per tutta risposta, ogni energia e risorsa l’hanno dedicata al Treselighes, richiamando anche molti giocatori dell’Alghero e formando una corazzata che doveva avere come principale obiettivo quello di superare e affossare l’Alghero e in secondo luogo quello di vincere il campionato. Quando, invece, sarebbe stato più proficuo per tutti e per la città, unire le forze in nome dell’Alghero. Anche in questa occasione, ogni appello è caduto nel vuoto.
Pertanto siamo increduli da quanto abbiano dichiarato, proprio Loro che sono ai primi posti nella lista delle persone che non hanno offerto nessun aiuto, anzi.
Anzi è probabile che, come è loro abitudine, presto cambino nome al Treselighes e ricostituiscano proprio là il loro Alghero, ultimo atto di un piano ben congeniato.
Se questa sarà la fine, siamo certi che un esame di coscienza sarà doveroso per molte e molte persone che hanno incrociato il nostro percorso voltando la faccia dall’altra parte. Nel frattempo noi attendiamo a braccia aperte chiunque voglia aiutare l’Associazione a non scomparire, rinnovando l’invito anche agli ex Dirigenti!
Ma se ciò dovesse irrimediabilmente accadere, significa che è ciò che la città vuole.

Nella foto una partita dell’Alghero di diversi anni fa

S.I.